M.D.
numero 16, 4 maggio 2005
Trial
Indicazioni per la gestione terapeutica del
paziente iperteso con danno renale
Aumentano le dimostrazioni di efficacia dei sartani nel trattamento
dei pazienti ipertesi con nefropatia cronica: nuovi dati provengono
da studi con telmisartan
La
compromissione della funzione renale è unevenienza
tuttaltro che rara nel paziente con ipertensione arteriosa
e può assumere una rilevanza clinica molto variegata.
Essa va interpretata, secondo le più accreditate ipotesi,
come un vero e proprio marker integrato di rischio
cardiovascolare, in quanto non è solo un fattore di rischio
ma anche lespressione di danno dorgano subclinico
e un forte predittore di eventi cardiovascolari.
Latteggiamento terapeutico raccomandato delle attuali
linee guida internazionali prevede la somministrazione di ACE-inibitori
e di antagonisti recettoriali dellangiotensina II, farmaci
in grado di modulare positivamente lazione del sistema
renina-angiotensina assicurando unefficace nefroprotezione
nel paziente ad elevato rischio di danno dorgano renale.
È proprio di questi giorni la pubblicazione dei dati
dello studio ESPRIT (Efficacy and Safety in Patients with Renal
Impairment treated with Telmisartan) condotto con lo scopo di
indagare efficacia e sicurezza di un antagonista recettoriale
dellangiotensina II, telmisartan, in pazienti ipertesi
affetti da malattia renale cronica di vari livelli di gravità
(Clin Nephrol 2005; 36: 250-57).
Lo studio dimostra che telmisartan è unopzione
terapeutica valida nei pazienti ipertesi con nefropatia cronica,
non solo di grado lieve/moderato ma anche nelle sue espressioni
più severe.
Hanno partecipato a questo studio multicentrico 82 pazienti
con ipertensione di grado lieve/moderato (PAD 90-109 mmHg) e
nefropatia cronica lieve-moderata (pari a valori di clearance
della creatinina 30-74 ml/min/1.73 m2), severa (valori di clearance
della creatinina <30 ml/min/1.73 m2) o in emodialisi.
Tutti i pazienti sono stati trattati con telmisartan 40-80 mg/die
per valutare la riduzione pressoria, gli effetti sulla funzionalità
renale e per verificare la tollerabilità.
Dopo
12 settimane lefficacia del trattamento è stata
confermata dal fatto che oltre il 60% dei pazienti ha raggiunto
lobiettivo di pressione diastolica <90 mmHg o una riduzione
„10 mmHg, endpoint primario dello studio (figura 1).
Lincidenza di eventi avversi è stata bassa e nessun
paziente ha sospeso il trattamento per mancata efficacia né
si sono registrati significativi declini della funzionalità
renale con il trattamento.
Telmisartan ha dimostrato una buona tollerabilità e nello
studio si è osservata una compliance alla terapia superiore
al 97%.
I risultati dello studio ESPRIT sono coerenti con quelli di
un precedente studio randomizzato in doppio cieco che dimostrava
che telmisartan ha efficacia pari a enalapril nel raggiungere
lobiettivo di pressione diastolica nei pazienti con nefropatia
cronica di grado moderato (JRASS 2001; 2: 246-54).
Inoltre, in tempi più recenti, lo studio DETAIL (Diabetics
Exposed to Telmisartan And enalaprIL) ha dimostrato che telmisartan
ha efficacia pari a enalapril nel proteggere i pazienti ipertesi
con diabete di tipo 2 dalla progressione della nefropatia diabetica
(N Engl J Med 2004; 351: 1952-61).