M.D. numero 18, 18 maggio 2005

Focus on
Spesa sanitaria e piani dei neo governatori
di Monica Di Sisto

Riusciranno i nuovi eletti del centrosinistra nelle Regioni a mantere le promesse fatte in campagna elettorale? La spesa sanitaria cresce e soprattutto quella farmaceutica preoccupa. Tra gli strumenti finora adottati per il suo controllo si annoverano i ticket. Una scelta che ha caratterizzato le Regioni governate dal centrodestra e assolutamente scartata da quelle amministrate da giunte di centrosinistra.

A più di un mese dalle elezioni regionali, quando i nuovi Governatori cominciano a entrare nel vivo di quei primi cento giorni considerati significativi per una iniziale verifica del rispetto degli impegni elettorali, uno tra i principali scogli da affrontare è quello della spesa sanitaria in crescita. Nel 2004 il disavanzo del Ssn ha raggiunto quota 3,5 mld e si prevede sarà almeno di 2,6 mld il rosso per il 2005 a meno che le Regioni riescano a contenere entro il 2% l’incremento delle spese di produzione, come previsto dalla Finanziaria 2005. Ma anche - secondo quanto affermato dall’ex ministro della Salute, Girolamo Sirchia - a condizione che si razionalizzi la spesa e si proceda alla riduzione degli sprechi e della cattiva gestione di alcune Asl.
Tra i provvedimenti che hanno contribuito al controllo della spesa per farmaci c’è stata la reintroduzione del ticket da parte di alcuni governatori, dopo che nel 2001, con l’ultima finanziaria dei Governi del centrosinistra, era stato eliminato a livello nazionale. Sono stati i Governi locali di centrodestra a reintrodurli: i cittadini di Piemonte, Liguria, Lazio, Puglia e Calabria finora hanno infatti versato un copayment medio pro capite tra i 9 e i 24 euro, mentre nelle Regioni di centrosinistra di ticket non se ne parla neppure. Alcuni dei governatori di centrodestra nel 2005 hanno messo mano al provvedimento per ampliare le categorie esenti. I neopresidenti eletti hanno invece già annunciato che il ticket dovrà scomparire. Ma come la metteranno con i conti?

Il no ai ticket dei nuovi eletti


“Le risorse non devono essere razionate, ma razionalizzate”: era uno dei punti di programma forti di Mercedes Bresso, tra i governatori vincenti a sorpresa per l’Ulivo in Piemonte, che si propone di “lanciare un Patto per la salute nel quale comprendere assistenza, volontariato e terzo settore” e di perseguire “la riduzione dei ticket fino alla loro cancellazione”.
Piero Marrazzo, altro outsider dell’Ulivo nel Lazio, aveva dichiarato di voler sviluppare “l’appropriatezza delle prescrizioni in stretto rapporto con i Mmg e la distribuzione diretta”. E i cittadini li hanno premiati, a tutto svantaggio di governatori che alla vigilia elettorale nessuno mai avrebbe messo in discussione, perchè protagonisti di cambiamenti sanitari importanti. Pensiamo, per esempio, ad Enzo Ghigo, candidato battuto per la Cdl in Piemonte, che in campagna elettorale vantava con orgoglio che la spesa farmaceutica della sua Regione “ammonta a 74 milioni e 428mila euro ed è all’11.8% rispetto al tetto del 13% stabilito”. Oppure a Sandro Biasotti, candidato della Cdl in Liguria battuto dal diessino Claudio Burlando. Biasotti faceva notare come in Liguria “per molte patologie c’è l’esenzione dal ticket, così come per i redditi familiari sotto i 36.151,98 euro”. Non va dimenticato Giancarlo Galan, governatore uscente del Veneto per la Cdl, che aveva introdotto il ticket nel 2002, ma aveva anche “apportato delle modifiche migliorative alle quote di compartecipazione e ampliato le categorie esenti dal pagamento”.
Tutti i programmi elettorali dei governatori sono stati “pieni di salute”, e il fronte del centrosinistra si è concentrato su alcune scelte chiave. Vasco Errani, presidente dell’Emilia Romagna in quota Ulivo, ha guidato il fronte degli “obiettori del ticket” puntando il controllo della spesa “sulla appropriatezza della prescrizione. Abbiamo un piano - spiegava nel programma - che agisce su due aspetti: l’appropriatezza delle prescrizioni e la distribuzione diretta di farmaci”. Anche il collega toscano Claudio Martini ricordava nelle dichiarazioni di programma che la sua politica in materia di spesa farmaceutica “si è ispirata a principi di contenimento dei consumi e di razionalizzazione della spesa, evitandogli la necessità di applicare i ticket sui farmaci”.
La presidente ulivista confermata in Umbria, Maria Rita Lorenzetti, spiegava ai cittadini di essere riuscita a “ridurre la spesa, in particolare quella farmaceutica, grazie alla responsabilizzazione dei Mmg e la riqualificazione delle prescrizioni”. E il “volto nuovo” dell’Ulivo nelle Marche, Gian Mario Spacca, neo vicepresidente, affermava prima delle elezioni che “l’assenza di ticket sui farmaci è uno degli indici che contraddistinguono il livello di qualità del sistema regionale. L’obiettivo è salvaguardare i principi di solidarietà ed equità dei servizi, nel rispetto delle compatibilità finanziarie”.
Anche al Sud la politica “no ticket” dell’Ulivo ha convinto gli elettori. Riconfermato in Campania Antonio Bassolino, che ha annunciato che la sua amministrazione si muoverà lungo due direttrici principali: “il rafforzamento culturale per un utilizzo appropriato del farmaco e interventi di regolamentazione del mercato. Le Aziende sanitarie devono formare i medici per una migliore conoscenza sulle innovazioni, ma vanno al tempo stesso implementate regole per un corretto rapporto con l’industria farmaceutica. La proposta è quella di realizzare una regolamentazione condivisa che, oltre a definire il prezzo del singolo farmaco, stabilisca modalità per il reinvenstimento dei profitti in ricerca e occupazione”. Premiato anche il programma ambizioso di Agazio Loiero, che ha portato l’Ulivo alla guida della Calabria: “È indispensabile acquisire le risorse finanziarie e manageriali necessarie - spiegava poco prima delle elezioni - organizzare in modo efficiente l’intera filiera settoriale, ripensare gli attuali livelli di contribuzione e di ticket a carico dei cittadini. In tale direzione occorre articolare le attività di assistenza e cura attraverso un processo di integrazione operativa e funzionale tra Distretto sanitario, rete ospedaliera e Centri di eccellenza. In particolare, è necessario potenziare il ruolo del Distretto sanitario come fulcro dell’intero sistema”.

Quanto valgono i ticket

I parametri del computo di Federfarma
I dati della spesa farmaceutica elaborati da Federfarma si riferiscono a tutte le farmacie
aperte al pubblico del territorio nazionale e indicano:
• il numero delle ricette
• il valore del prezzo al pubblico dei farmaci erogati (spesa lorda)
• l’importo corrisposto dal cittadino per l'accesso alla prestazione (ticket)
• lo sconto che le farmacie devono praticare al Servizio sanitario nazionale (ticket)
• l’importo della spesa effettiva a carico del Servizio sanitario nazionale (spesa netta)
calcolato sottraendo alla ‘spesa lorda’ l’importo del ‘ticket’ e dello ‘sconto’.

Dai dati della spesa farmaceutica a carico del Ssn elaborati da Federfarma, emerge che, rispetto alla spesa farmaceutica netta nel periodo gennaio-febbraio 2005, il ticket ha inciso per il 4.4% sulla spesa lorda, contro il 4.7% registrato nel primo bimestre 2004. Nel bimestre l’incidenza del ticket (ticket e differenza rispetto al prezzo di riferimento) varia notevolmente da Regione a Regione: è molto bassa nelle Regioni che non hanno introdotto il ticket (per esempio Valle D’Aosta 0.8%, Umbria 1%), più alta nelle Regioni con ticket più incisivo (per esempio Piemonte 9.2%, Lombardia 7.7%). In alcune Regioni l’incidenza del ticket registra un forte calo (per esempio Liguria dal 9.2% del primo bimestre 2004 al 2.5% circa del primo bimestre 2005).
Questa misura ha comunque consentito a diverse Regioni di disporre di risorse fresche e immediate e di calmierare l’impennata dei consumi.
Il fronte dei consumatori è, tuttavia, attestato compatto sul “no” ai ticket. Per razionalizzare la spesa sanitaria Primo Mastrantoni, segretario Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), propone di abolire proprio i ticket. “Sono inefficaci e non hanno impedito l’aumento della spesa farmaceutica nel 2004 (+8%)”.
“I ticket rappresentano la negazione dell’universalismo - gli ha fatto eco Orlando Bonadies, segretario generale dello Spi-Cgil Calabria, sono una tassa sulla salute, su chi ha bisogno, ma, proprio in quel frangente, deve pagare qualcosa in più. Quindi sono anche la negazione del diritto alla salute”.

L’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità


L’Istituto Superiore di Sanità nel 2004, a tre anni di distanza dalla reintroduzione del ticket, aveva già condotto uno studio d’impatto sui ticket per capire da quali fattori dipendessero realmente le propensioni all’extra-consumo farmaceutico degli italiani. “L’entità del ticket previsto prima del 2000 - aveva spiegato Giuseppe Traversa, del Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica, presentando i dati - era così limitata che difficilmente poteva rappresentare un disincentivo per il cittadino e la sua abolizione non ha portato a un aumento dei consumi. Mentre un ticket fisso d’entità limitata può avere un’utile funzione nel diminuire la spesa netta. Per la maggior parte dei farmaci, la decisione del medico di prescrivere un farmaco e del cittadino di assumerlo è improbabile sia influenzata dalla necessità di pagare poco più di 1 euro a confezione.
Il ticket non ha nessun effetto sull’inappropriatezza delle prescrizioni in generale mentre può essere un deterrente per coloro che acquisterebbero un farmaco pur non avendone reale bisogno. C’è da considerare che però nelle Regioni che hanno reintrodotto il ticket si riscontra una leggera riduzione sia della spesa netta che di quella lorda. Se l’entità del ticket resta contenuta così come lo è sempre stata, non può rappresentare una limitazione nell’accesso alle cure essenziali”.
Il partito dei governatori “no ticket” spinge ora perché a raccogliere l’eredità di Enzo Ghigo come coordinatore nella conferenza Stato Regioni sia il proprio paladino più popolare, Vasco Errani, presidente riconfermato della Regione Emilia Romagna. Ma quest’anno che precede le elezioni politiche nazionali sarà sicuramente molto impegnativo per le Regioni. L’obbligo di ripiano del 40% dello sfondamento dopo verifica dell’Aifa, fa sì che le Regioni che non adotteranno tutte le misure disponibili (monitoraggio; distribuzione diretta; promozione generici; controllo sulle attivita di promozione e informazione scientifica delle aziende farmaceutiche), saranno tenute, nell’esercizio successivo a quello di rilevazione, a misure di contenimento pari al 50% dell’extratetto. E la tentazione del ticket tornerà ad essere fortissima, al di là della sua effettiva incidenza.

L’Italia dei ticket


La mappa dell’Italia dei ticket, prima del rinnovo delle giunte regionali con l’elezioni amministrative dell’aprile scorso, è stata caratterizzata da una partecipazione alla spesa che raggiungeva fino a 4 euro a ricetta. Una scelta talmente poco digerita dai cittadini che diverse Regioni hanno provveduto a restringerne l’applicazione nel 2005 (è il caso di Veneto, Liguria, Puglia e Sicilia), i maligni insinuano just in time per le elezioni. Ma per nessuno dei governatori uscenti questo atto è stato sufficiente per essere riconfermato.

Provincia Autonoma di Bolzano
Due euro per confezione con un massimo di 4 euro per due o più confezioni.
Un euro a ricetta per particolari categorie tra cui i malati cronici.
Un euro per confezione e 2 euro per due o più confezioni, invece per i figli fiscalmente a carico dei genitori.
Per i farmaci non coperti da brevetto, inseriti nel sistema del rimborso di riferimento, qualora il medico prescriva un medicinale di costo più alto del prezzo di rimborso e indichi sulla ricetta la non sostituibilità del medicinale ovvero l’assistito rifiuti la sostituzione del medicinale più costoso con quello di prezzo più basso a totale carico del Ssn, il cittadino, oltre alla differenza tra il prezzo del farmaco e quello di rimborso, corrisponde un ticket di 2 euro per confezione ovvero di 1 euro per ricetta (con esclusione degli invalidi di guerra).

Piemonte
Ticket di 2 euro per confezione fino a un massimo di 4 euro per ricetta.
Per antibiotici monodose, medicinali somministrabili solo per fleboclisi, interferoni per soggetti affetti da epatiti croniche, di cui sono prescrivibili fino a 6 confezioni per ricetta: ticket di 1 euro per confezione fino a un massimo di 4 euro per ricetta.
Per i farmaci correlati alla patologia cronica che dà il diritto all’esenzione, di cui sono prescrivibili fino a 3 confezioni per ricetta: ticket di 1 euro a confezione fino a un massimo di 3 euro per ricetta.
Nel caso di medicinali non coperti da brevetto sottoposti al sistema del rimborso di riferimento, la quota fissa si somma all’eventuale differenza tra prezzo del farmaco e prezzo di rimborso.
Dal novembre 2002 limitazione ad una confezione per ricetta per la prescrizione degli inibitori della pompa protonica (omeprazolo, esomeprazolo, lansoprazolo, pantoprazolo, rabeprazolo).
Da aprile 2003 sono esenti dal ticket i farmaci analgesici oppiacei utilizzati nella terapia del dolore, di cui alla legge 12/2001.

Lombardia
Ticket di 2 euro per confezione fino a un massimo di 4 euro per ricetta.
Un euro per confezione fino a un massimo di 3 euro a ricetta:
• per i pazienti esenti per patologia e malattie rare relativamente ai farmaci correlati alla patologia con redditi superiori a quelli previsti per l'esenzione totale
• per gli invalidi civili con percentuale superiore ai 2/3 o con assegno di accompagnamento e per gli invalidi del lavoro con percentuale superiore ai 2/3, solo per gli antibiotici monodose, i medicinali a base di interferone a favore di soggetti affetti da epatite cronica e medicinali somministrati esclusivamente per fleboclisi (pluriprescrizione fino a 6 confezioni per ricetta).
Nel caso di medicinali non coperti da brevetto sottoposti al sistema del rimborso di riferimento, la quota fissa si somma all’eventuale differenza tra prezzo del farmaco e prezzo di rimborso.

Veneto

Due euro per confezione fino ad un massimo di 4 euro per ricetta (anche per antibiotici monodose, medicinali somministrabili solo per fleboclisi, di cui sono prescrivibili fino a 6 confezioni per ricetta).
Per i farmaci non coperti da brevetto, inseriti nel sistema del rimborso di riferimento, qualora il medico prescriva un medicinale di costo più alto del prezzo di rimborso e indichi sulla ricetta la non sostituibilità del medicinale ovvero l’assistito rifiuti la sostituzione del medicinale più costoso con quello di prezzo più basso a totale carico del Servizio sanitario nazionale, il cittadino, oltre alla differenza tra il prezzo del farmaco e quello di rimborso, paga anche la quota fissa.

Liguria
Due euro per confezione fino a un massimo di 4 euro per ricetta.
La quota fissa si somma alla differenza eventualmente dovuta rispetto al prezzo di rimborso per i farmaci non coperti da brevetto, inseriti nel sistema del rimborso di riferimento, qualora il medico prescriva un medicinale di costo più alto del prezzo di rimborso e indichi sulla ricetta la non sostituibilità del medicinale ovvero l’assistito rifiuti la sostituzione del medicinale più costoso con quello di prezzo più basso a totale carico del Ssn.
Dal luglio 1 euro per confezione fino a un massimo di 3 euro per ricetta per gli esenti per patologia con un reddito personale inferiore a 40.000 euro.

Lazio

Un euro per ciascuna confezione di prezzo superiore ai 5 euro.
Per i farmaci non coperti da brevetto, inseriti nel sistema del rimborso di riferimento, qualora il medico prescriva un medicinale di costo più alto del prezzo di rimborso e indichi sulla ricetta la non sostituibilità del medicinale ovvero l’assistito rifiuti la sostituzione del medicinale più costoso con quello di prezzo più basso a totale carico del Ssn, il cittadino, oltre alla differenza tra il prezzo del farmaco e quello di rimborso, paga anche il ticket.
2 confezioni per ricetta (nel periodo febbraio-aprile 2002, una sola confezione per ricetta) con le seguenti eccezioni:
• 6 confezioni per ricetta:
- antibiotici monodose
- medicinali somministrabili solo per fleboclisi
- interferoni per soggetti affetti da epatite cronica
- galenici preconfezionati.
• 3 confezioni per ricetta:
- malati cronici esenti ai sensi del Dlgs. 124/98.

Molise

Un euro per confezione fino a un massimo di 3 euro per ricetta, per i farmaci di prezzo superiore a 5 euro.
0,50 euro per confezione per i farmaci generici a esclusione delle confezioni di prezzo inferiore a 5 euro.
La quota fissa si somma alla differenza eventualmente dovuta rispetto al prezzo di rimborso per i farmaci non coperti da brevetto, inseriti nel sistema del rimborso di riferimento, qualora il medico prescriva un medicinale di costo più alto del prezzo di rimborso e indichi sulla ricetta la non sostituibilità del medicinale ovvero l’assistito rifiuti la sostituzione del medicinale più costoso con quello di prezzo più basso a totale carico del Ssn (con l’eccezione dei pensionati di guerra titolari di pensioni vitalizie).

Puglia
Ticket di 2 euro per confezione fino a un massimo di 5,5 euro per ricetta.
0,50 euro per confezione per:
• medicinali pluriprescrivibili di cui all’art. 9 della legge n. 405/2001 (antibiotici monodose, medicinali a base di interferone per i soggetti affetti da epatite cronica, medicinali somministrati esclusivamente per fleboclisi)
• farmaci analgesici oppiacei utilizzati nella terapia del dolore severo di cui alla legge n. 12/2001
• deferoxamina nel trattamento della talassemia
• farmaci compresi nei protocolli di terapia immunosoppressiva per i trapiantati
• preparazioni galeniche magistrali e officinali nella terapia del dolore di natura neoplastica, secondo le necessità del singolo paziente e in linea con i protocolli dell’OMS.
Per i farmaci di eguale composizione non coperti da brevetto, inseriti nel sistema del rimborso di riferimento, qualora il medico prescriva un medicinale di costo più alto del prezzo di rimborso e indichi sulla ricetta la non sostituibilità del medicinale stesso ovvero l'assistito rifiuti la sostituzione del medicinale più costoso con quello di prezzo più basso, il cittadino è tenuto a versare la differenza tra il prezzo del farmaco e quello minimo di riferimento.

Calabria

Un euro per confezione.
Per i farmaci non coperti da brevetto, inseriti nel sistema del rimborso di riferimento, qualora il medico prescriva un medicinale di costo più alto del prezzo di rimborso e indichi sulla ricetta la non sostituibilità del medicinale ovvero l’assistito rifiuti la sostituzione del medicinale più costoso con quello di prezzo più basso a totale carico del Ssn, il cittadino, oltre alla differenza tra il prezzo del farmaco e quello di rimborso, paga anche la quota fissa.

Sicilia

Due euro per confezione, fino a un massimo di 4 euro per ricetta (anche per le pluriprescrizioni di interferoni per epatite cronica, antibiotici monodose iniettabili contenenti fino a sei confezioni con un massimo di 12 euro per ricetta, eccetto per fleboclisi monodose per le quali il ticket è di 1 euro per confezione con un massimo di 6 euro per ricetta), i soggetti appartenenti a nuclei familiari con ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) superiore ai 9.000 euro.
0,50 euro per confezione i soggetti:
• appartenenti a nuclei familiari con ISEE superiore al valore di euro 7.000 e non superiore al valore ISEE di euro 9.000 per l’acquisizione dei farmaci concedibili affetti da patologie croniche e invalidanti e rare.
A tali quote si somma la differenza eventualmente dovuta rispetto al prezzo di rimborso per i farmaci non coperti da brevetto, inseriti nel sistema del rimborso di riferimento, qualora il medico prescriva un medicinale di costo più alto del prezzo di rimborso e indichi sulla ricetta la non sostituibilità del medicinale ovvero l'assistito rifiuti la sostituzione del medicinale più costoso con quello di prezzo più basso a totale carico del Ssn.
I ticket applicati ai farmaci (generici o specialità medicinali) inseriti nell'elenco regionale dei prezzi di rimborso per i farmaci a brevetto scaduto, sono del tutto identici a quelli applicati agli altri medicinali.