M.D.
numero 37, 7 dicembre 2005
Cronaca
Nuova alleanza tra Farmindustria e Mmg?
Al recente Congresso Simg il presidente dell’industria
farmaceutica italiana, Sergio Dompé, in seduta plenaria
ha discusso sul ruolo che le aziende hanno svolto e possono
svolgere nel sostenere compiti e funzioni del Mmg rispetto alla
propria professione e al paziente
Botta
e risposta a Firenze tra il presidente di Farmindustria Sergio
Dompé e il padrone di casa Claudio Cricelli al 22°
Congresso Simg, con al centro, in primo luogo, l’esigenza
di trasparenza sempre più forte dei medici di famiglia
rispetto alle proprie relazioni con l’impresa.
Proprio a cominciare dalla trasparenza, Dompé ha avuto
parole molto chiare rispetto al rapporto che vorrebbe con la
categoria. Ha ricordato la richiesta della certificazione dell’informazione
scientifica in rapporto agli ISF e la volontà di concertazione
e trasparenza dimostrata con il disegno di legge sulla sperimentazione
animale a cui hanno partecipato, citati a prova del proprio
“ecumenismo”, anche gli antivivizionisti.
È in realtà il contenimento della spesa sanitaria
che, secondo Dompé, sta invece “creando la più
forte distanza e il più serio problema di trasparenza
per i Mmg”. Secondo il presidente di Farmindustria per
sostenere il nostro sistema sanitario, considerato migliore
rispetto a quello di molti altri Paesi, sono necessari “efficienza,
controlli e appropriatezza. Sotto questo punto di vista spendere
bene è un dovere per tutti, soprattutto - spiega - quando
si hanno risorse limitate come le abbiamo noi”. In altri
Paesi infatti per la sanità si impegnano “risorse
del 40, 50, 60% in più. Negli effetti pratici poi, appropriatezza
vuol dire che ogni intervento medico, ogni diagnosi, ogni prescrizione
deve essere quella giusta, deve avere un valido rapporto prezzo
prestazioni e deve essere appropriata ai bisogni del paziente.
La logica prevalente, dunque, non può essere quella economica,
ma quella della soddisfazione dei bisogni del cittadino”.
Le penalizzazioni
Le manovre che si sono susseguite, al contrario, secondo l’imprenditore
stanno “discriminando il paziente selezionando il loro
accesso al proprio Mmg”, per esempio attraverso i piani
terapeutici. Una possibile soluzione? Il caso pratico presentato
da Dompé è quello della sperimentazione di nuove
molecole per la cura del diabete. Tali sperimentazioni hanno
dato vita a nuovi farmaci che, però, i Mmg non possono
mettere a disposizione dei pazienti perché la prescrizione
e gestione resta di competenza dei soli specialisti. Secondo
Dompé sarebbe più giusto che ai Mmg fosse data
la possibilità di gestire almeno una o due di queste
molecole in rapporto anche alla sicurezza e alla maneggevolezza
del farmaco.
Insomma bisognerebbe rendere più solido un legame virtuoso
tra il Ssn e i suoi professionisti, sistema che rimane tra i
migliori al mondo secondo Dompé, e quella che ha definito
la “crescente competitività di gruppi anche piccoli,
ma presenti a livello nazionale e internazionale, con alleanze,
progetti di ricerca, produzioni avanzate, a cui non corrisponde
una consapevolezza di pari intensità da parte del Governo,
ma anche dell’opinione pubblica”.
Aziende d’avanguardia
Pochi sanno, ha ricordato ancora Dompé, “che la
Menarini ha raggiunto e superato i 12.000 dipendenti, che la
Sigma Tau investe il 15% del suo fatturato in ricerca, che
Chiesi ha quasi 3.000 addetti, che Recordati, Angelini e altre
medie aziende sono molto vitali e che esistono piccole aziende
d’avanguardia che si sono quotate a Wall Street”.
Finora insomma si è ignorato lo sviluppo e le potenzialità
di queste realtà che potrebbero fare dell’Italia,
ha sottolineato il presidente delle aziende di settore con un’iperbole,
la “Cina d’Europa” per crescita, considerato
anche il fatto che “la Cina in questo ambito non ha certo
ancora il nostro know how”. Ma, secondo Dompé, con
questa Finanziaria “si comincia a cambiare registro. Si
percepisce il fermento di questo settore e si avvia un percorso
virtuoso di mutuo riconoscimento di valori con il sistema del
premium price agganciato agli investimenti delle aziende”.
L’ora degli investimenti
Cessata “la logica delle martellate - come l’ha definita
con i giornalisti - le aziende farmaceutiche italiane e internazionali
sono pronte a investire oltre 1 miliardo di euro in ricerca
nel nostro Paese dal 2006”.
I contratti di programma, previsti in Finanziaria, rappresentano
un impegno delle aziende internazionali e italiane a investire
nel nostro Paese in strutture di produzione e di ricerca e
in nuovi progetti sui tumori, le malattie cardiovascolari
e muscolo-scheletriche. E la cifra, ci tiene a sottolineare
Dompé, “è approssimata per difetto. Nella
bozza di finanziaria c’è anche la disponibilità
di riconoscere, con un tetto del 10% sull’investimento
effettuato, un ‘premio’ che incentivi le imprese a
fare innovazione in Italia. Le aziende farmaceutiche italiane
hanno più di 30 progetti di farmaci internazionali
in sviluppo, già in fasi cliniche nel nostro Paese e
all’estero. Perché per curare meglio, si deve fare
più ricerca”.