M.D. numero 1, 18 gennaio 2006

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Linee guida sull'ictus cerebrale
di Gian Franco Gensini* e Augusto Zaninelli** - SPREAD Collaborative Group

Giunte alla loro quarta edizione le linee guida italiane di prevenzione e trattamento dell’ictus cerebrale (SPREAD), sono ormai considerate il testo di riferimento per la patologia cerebrovascolare


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PREAD (Stroke PRevention and Educational Awareness Diffusion) - Linee guida italiane di prevenzione e trattamento dell’ictus cerebrale, nella loro 4a edizione, sono state presentate lo scorso dicembre.
Dalla comunità scientifica nazionale l’opera è ormai considerata il testo italiano di riferimento per la patologia cerebrovascolare, anche perché si avvale dell’approvazione formale di 35 società scientifiche e di 2 associazioni di pazienti che si occupano a vario titolo e livello del problema.
Cumulando i dati disponibili, ogni anno negli Stati Uniti e in Europa Occidentale vi sono circa 2 milioni di nuovi casi di ictus. L’ictus (sia ischemico sia emorragico) è causa del 27-30% annuo di tutte le morti in questi Paesi e la maggioranza di questi ictus (circa l’85%) sono ischemici.
In Italia si stima per il 2004 un’incidenza di oltre 194.000 nuovi ictus, di cui circa il 20% muore nel primo mese successivo all’evento e circa il 30% sopravvive con esiti gravemente invalidanti. Dopo l’evento acuto, infatti, le conseguenze dell’ictus possono persistere a lungo - in molti casi per tutta la vita - con un costo importante tanto per il singolo individuo e i suoi familiari, quanto per l’intera società.
Dato che la maggior parte dei soggetti sono anziani e considerando la relazione diretta tra età e incidenza di ictus, il rapido invecchiamento della popolazione dei Paesi industrializzati porterà a un numero sempre più elevato di pazienti che, nei prossimi decenni, richiederanno terapie acute e a lungo termine.
L’ictus ischemico, nella sua fase acuta, ha ancora una mortalità elevata, ma la gestione della malattia sta rapidamente cambiando anche in Italia sia perché sempre più frequentemente il paziente con ictus viene indirizzato verso strutture con elevata specializzazione (Stroke Unit o unità specializzate nel trattamento dell’ictus acuto), sia perché nella classe medica e anche nella popolazione sta aumentando la consapevolezza e l’importanza di un’adeguata prevenzione.

Un impegno di qualità


Per i colleghi che hanno partecipato e condiviso il lavoro della stesura della 4a edizione delle linee guida si è trattato di un impegno intenso e di un momento di intensa crescita comune.
Le linee guida SPREAD scaturite dall’integrazione e dal potenziamento fra specifiche competenze diverse hanno subito, come per le altre edizioni, quel cimento dialettico che rappresenta l’unico processo in grado di consentire di individuare le evidenze realmente considerabili tali o per un determinato contesto clinico la migliore evidenza o l’evidenza adiacente più appropriata in assenza di evidenze specifiche.
Queste linee guida, dirette a tutti i medici che si occupano di ictus, sono state messe a punto con l’obiettivo di potere rappresentare un preciso riferimento in particolare per il medico di medicina generale, per il neurologo, per il cardiologo, l’internista o lo specialista di settore e di potere essere uno strumento utile per i medici dell’emergenza nel lavoro quotidiano di difficile gestione dei pazienti con ictus acuto.
Le raccomandazioni espresse in queste linee guida costituiscono la sintesi conclusiva dell’attività del gruppo di lavoro multidisciplinare e multiprofessionale e la forza della raccomandazione è legata al livello delle evidenze riscontrate in letteratura, tenendo conto esplicitamente della generalizzabilità, applicabilità, consistenza e impatto clinico della raccomandazione.
La 4a edizione di SPREAD ha visto la collaborazione di circa 130 autori, divisi in 16 aree di lavoro, che hanno dato vita a quasi 400 raccomandazioni, espresse in modo chiaro e uniforme nelle varie forze di evidenza. L’opera si presenta nel formato cartaceo “full text” di circa 600 pagine con le considerazioni e gli approfondimenti che hanno portato alla formulazione delle raccomandazioni, nel fascicolo con le sole sintesi e raccomandazioni in formato tascabile e nel CD ROM, in cui, in formato elettronico e con sistema ipertestuale, sono contenute non solo tutte le parti stampate, ma anche le presentazioni delle sintesi e raccomandazioni in forma di diapositive e gli abstract dei riferimenti bibliografici (oltre 1000 voci).
Un doveroso ringraziamento va indirizzato a Bayer Italia, che con un contributo incondizionato ha permesso la realizzazione e la distribuzione del materiale, continuando nel sostegno all’impresa iniziata otto anni fa.
Ulteriori approfondimenti sono reperibili al sito www.spread.it.


* Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Firenze, Direttore della Cattedra di Medicina Interna e Cardiologia della stessa Università e Coordinatore del gruppo di studiosi che hanno redatto le linee guida SPREAD.
** Professore a.c. nel corso di Medicina e Chirurgia dell’Università di Firenze, Vicecoordinatore nazionale dello SPREAD Collaborative Group.