M.D. numero 5, 15 febbraio 2006


Editoriale
Riappare lo spettro del comparaggio

Ci risiamo. Le clamorose conclusioni cui è giunta un’indagine scottante, cominciata nell’aprile del 2005 in Puglia, scuote le coscienze degli italiani con lo spettro del “comparaggio”, quel fenomeno di malcostume sanitario che, fin dal Regio decreto del 27 luglio 1934 n. 1265, coinvolge “il medico che riceve, per sé o per altri, denaro o altra utilità ovvero ne accetta la promessa, allo scopo di agevolare, con prescrizioni mediche o in qualsiasi altro modo, la diffusione di specialità medicinali o di ogni altro prodotto a uso farmaceutico”.
La Procura di Bari, infatti, chiuse le indagini preliminari, ha chiesto l’interdizione dall’attività (o, in subordine, la nomina di un commissario giudiziale per salvaguardare i livelli occupazionali) per otto società produttrici di farmaci, ma soprattutto il rinvio a giudizio di 126 persone. L’accusa è di aver costituito e preso parte a diversi sodalizi criminali, che agivano fra le province di Bari, Lecce, Brindisi, Foggia e Milano e facevano in modo che le case farmaceutiche lucrassero sulle iperprescrizioni di farmaci fatte da Mmg. Almeno così si legge sulle motivazioni dei mandati d’arresto.
Si ricomincia, dunque, a parlare di medicina di famiglia in termini inquisitori, quasi che le decine di migliaia di Mmg che prestano servizio tutti i giorni sul nostro territorio non riescano a pensare che a una sola cosa: come lucrare sul Ssn per il proprio tornaconto personale. Ma è proprio così?
La relazione finale dei lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta sul Ssn, che ha concentrato parte del proprio lavoro in questa legislatura sul fenomeno del comparaggio, afferma che questi fenomeni marginali costituiscono un serio pericolo capace di incrinare il rapporto di fiducia del cittadino nei confronti di tanti medici non coinvolti e, più complessivamente, dell’intero Servizio sanitario nazionale. Ma la Commissione stessa individua nel mancato governo della spesa un grave fattore limitante per il finanziamento e per la maggiore diffusione dei servizi sanitari distrettuali sul territorio. La Commissione affida un compito importante alla prossima legislatura. L’informazione scientifica del farmaco richiede un ammodernamento dell’impianto complessivo della legge quadro organica (Dlgs 30 dicembre 1992, n. 541), in considerazione, da un lato, che le frontiere aperte dalle nuove tecniche di comunicazione e l’uso di internet propongono strumenti sempre più aggiornati ed efficaci e, dall’altro, per tentare di risolvere l’annoso problema che si trascina con la mancata e necessaria distinzione tra “informazione scientifica” e “pubblicità consentita” del farmaco, attività altrettanto legittima e da regolamentare.
Tenendo il tintinnare delle manette come rumore di sfondo, è importante ricominciare a parlare di tutto questo, preparando per il Governo che verrà un’azione di pressione forte perché sciolga, anche per la tranquillità di tutti i Mmg, questo nodo imprescindibile.