M.D. numero 6, 22 febbraio 2006


Editoriale
Aspettando la nuova competizione elettorale

Il primo sodaliziono sperimentale strutturato tra un movimento espressione (in parte) anche della medicina di famiglia e la politica parlamentare non è riuscito a valicare nemmeno la soglia del seggio elettorale. Parliamo dell’accordo stretto da Mario Falconi, vulcanico segretario Fimmg, per nome e per conto del movimento Salute e Democrazia e l’Udeur di Clemente Mastella.
Molte speranze erano state riposte in questa alleanza.
Secondo Falconi il movimento aveva sperato così di potere incidere nel nostro Sistema sanitario per adeguarlo ai tempi e portarlo più vicino ai bisogni dei cittadini.
Ma l’approssimarsi delle elezioni politiche, con tutte le conseguenze che ciò comporta, ha evidentemente modificato le condizioni iniziali e ha impedito all’Udeur e al suo segretario di dare al movimento
le garanzie che aveva chiesto.
Se quelle “garanzie” necessarie si traducessero in seggi elettorali, in concrete proposte di riforma, di governo, di salute pubblica o di finanziamento poco importa: ciò che si rileva è che una collaborazione strutturata tra forze mediche e forze puramente politiche non ha retto alle pressioni e tensioni pre-elettorali.
Un segnale, questo, comunque utile per la comprensione della legislatura che si prepara per chiunque siederà negli emicicli istituzionali come maggioranza e come opposizione.
È chiaro che le ristrettezze di bilancio, evidenti anche dagli ultimi conti in tasca fatti alla politica dalla magistratura contabile, mineranno alle fondamenta qualsiasi tentativo di nuovo investimento nel sistema delle cure pubbliche, a meno che non si porti avanti in parallelo una rigorosa ed innovativa opera di risanamento. È altrettanto palese che la sanità si conferma tra i contenuti più sensibili e considerati sia dall’elettorato di destra sia da quello di sinistra, per questo si vanno concentrando interessi, intenzioni e richieste di garanzie che travalicano lo spazio di attenzione che la politica ha concesso al settore sanità fino a questo momento. Falconi, dopo l’addio all’Udeur, promette e minaccia di rafforzare il movimento e il suo progetto, radicandolo stabilmente in tutto il territorio nazionale, rendendolo libero di partecipare, nelle forme che esso riterrà più opportune, a tutte le competizioni elettorali che ci aspettano. Ma più importante, a nostro avviso, sarà quanta forza, quante idee e quante pratiche radicalmenteno innovative, medici e cittadini insieme sapranno portare all’attenzione generale, rispetto ai diritti e alle garanzie future per la salute e per la professione medica. Un passo avanti, a lato, e un gradino più in alto, rispetto al partito dei medici, e ai medici dentro i partiti.