M.D. numero 8, 8 marzo 2006

Editoriale
Ecm 2006: nuovo safari a caccia di punti

La fase sperimentale è finita, ma l’Ecm è una storia infinita tutta da riscrivere. La Conferenza Stato-Regioni ha ricevuto il testo dell’Accordo-ponte, proposto dal ministero della Salute ai Governatori in osservanza all’accordo del 23 marzo 2005.
In quella sede, infatti, era stato fissato tra i primi obiettivi del nuovo patto l’individuazione degli strumenti necessari per contenere i costi e garantire l’uniforme e appropriata applicazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea). L’accordo prevede lo stop alla fase sperimentale, l’avvio della seconda fase del progetto di Educazione Continua in Medicina, con l’accreditamento dei provider per la formazione residenziale e la formazione a distanza (Fad), sotto la scure, però, per i professionisti sanitari di raggranellare nell’anno in corso altri 30 crediti, per completare il debito formativo di 120, previsto per il periodo 2002-2006.
La cabina di regia del nuovo sistema verrà affidata a un gruppo paritetico tra Governo e Regioni, che dovrà rieditare i contenuti del “Piano nazionale per l’aggiornamento del personale sanitario” a partire da metà marzo. Ma non si ricomincerà tutto da capo: in allegato allo schema trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni figura anche il documento sui requisiti minimi per l’accreditamento di provider per l’Ecm, approvato dalla Commissione nazionale omonima nel novembre 2004 e che consentirà alle Regioni di convalidare i provider con sede legale nel territorio.
Quella dell’Ecm, dunque, è una corsa ancora in salita, ma soprattutto per gli operatori sanitari che si dovranno gettare alla caccia dei punti mancanti: tra le aziende farmaceutiche strette dai rigori imposti dalle nuove norme “taglia-sgravi” e “salva-onore”, in grande difficoltà nella sponsorship di eventi formativi, e le aziende sanitarie in ristrettezze economiche e culturali, rimangono aperti tutti i nodi che hanno inchiodato l’aggiornamento continuo fino ad oggi.
Selezionare i temi d’aggiornamento comuni a tutte le professioni, di prevalente interesse per lo Stato, i temi specifici per le singole discipline e quelli organizzativo-gestionali di interesse per le Regioni, sono tra le priorità affidate alla Commissione, come anche fissare le tipologie delle attività formative, le modalità per l’accreditamento dei provider e la tenuta del relativo albo, i criteri per l’attribuzione dei crediti, il ruolo delle società scientifiche, la questione degli sponsor. E ci sarà da individuare una disciplina ad hoc per la Formazione sul campo (Fsc), scegliendo criteri e modalità capaci di favorire l’aggiornamento professionale sul posto di lavoro, nello studio o a casa dell’operatore sanitario. Il 2006 è appena cominciato, ma la caccia dei punti potrebbe rivelarsi, anche per quest’anno, l’ennesimo safari.