M.D. numero 9, 15 marzo 2006

Convenzione
Veneto: un accordo con molteplici novità
di Monica Di Sisto

I cambiamenti dell’ACR siglato in Veneto riguardano soprattutto l’organizzazione dei servizi. La Clinical Governance, almeno sulla carta, ne è il criterio guida, non “come governo sui medici o dei medici, ma con i medici”. L’obiettivo operativo da realizzare è un “sistema di relazioni tra diverse professionalità e diversi livelli di cura”, attraverso la “continuità dell’assistenza” e “l’integrazione tra professionisti”.


I
l nuovo anno ha portato ai Mmg del Veneto un nuovo accordo regionale, (approvato con il Decreto di Giunta 4395 del 30.12.2005 e firmato da Fimmg, Federazione Medici, Intesa Sindacale, Simet-Sumai - Cisl Medici, F.P. CGIL Medici, e per adesione da SNAMI) che intende recepire e integrare gli obiettivi e le linee programmatiche definite dall’ACN del 23 marzo 2005.

Un cambiamento di paradigma


L’ACR del Veneto poggia su una ristrutturazione del sistema delle cure. Al centro è posto il paziente, e il ruolo di “guardiano dell’accesso” finora richiesto al Mmg viene modificato. Questi diventa “parte integrante del sistema, anello di congiunzione tra i pazienti e l’intera gamma di strutture d’offerta delle aziende”, ma anche gestore del budget, inteso come “obiettivi su risorse”. Ne consegue un cambiamento della funzione assegnata ai medici di assistenza primaria (MAP) che, pur rimanendo gli attori principali nell’assistenza territoriale, sono maggiormente integrati con gli altri soggetti del sistema e con gli altri servizi. La coerenza nella negoziazione degli obiettivi strategici aziendali trova declinazione operativa, a livello territoriale, nel budget di distretto, da allocare attraverso specifici patti e contratti. L’ACR supera infatti, quando non espressamente previsto, la logica della “retribuzione per prestazione” costituendo un Fondo rischi e oneri, denominato Fondo aziendale di assistenza primaria, dedicato a promuovere e a riconoscere i servizi aggiuntivi concordati, eventualmente offerti dai medici.

Associazionismo: un passo avanti


Nel 2004 in Veneto l’appartenenza a forme associative ha riguardato 2.605 medici di assistenza primaria su 3.544 ovvero il 74% circa, così ripartiti: 1.922 in associazione, 84 in rete, 599 in gruppo. L’ACR integra l’art. 54 “Forme associative” dell’ACN con una descrizione dei requisiti specifici aggiuntivi richiesti per ciascuna forma.
• La prima forma si caratterizza per la possibilità che hanno tutti i medici di parteciparvi e per la prevalenza delle attività di cure domiciliari. Per tali motivi la partecipazione a questa forma organizzativa è obbligatoria e remunerata in quota capitaria.
• La seconda si realizza in presenza di medici associati in gruppo, UTAP o altre forme organizzative complesse delle cure primarie e necessita di strutture, attrezzature, risorse umane e strumentali idonee. La partecipazione a questa forma organizzativa è sperimentale.
I medici che operano in forme associative complesse (équipe territoriali e medicina di gruppo) e in UTAP possono organizzare la risposta al bisogno di prestazioni specialistiche, anche sotto forma di consulto, mediante l’accesso diretto del medico specialista dipendente o convenzionato nella sede della forma associativa, per l’erogazione delle prestazioni e delle consulenze ritenute necessarie. Ogni UTAP deve comprendere infatti, secondo le linee guida inserite nel-
l’ACR, oltre a un congruo numero di Mmg e Pls, i medici di CA e personale infermieristico e amministrativo oltre a “un numero di specialisti in ragione delle esigenze previste per lo smaltimento delle liste di attesa”.

Informatizzazione: una scelta necessaria


L’Accordo veneto spinge con forza, infine, nella direzione di un’informatizzazione completa del percorso terapeutico. Si prevede infatti, da parte del Mmg, la tenuta e l’aggiornamento di una scheda sanitaria individuale per i propri pazienti su supporto informatico. Inoltre i direttori generali sono chiamati ad adottare i provvedimenti necessari ad assicurare:
• le modalità di comunicazione tra ospedale e Mmg in relazione all’andamento della degenza e alle problematiche emergenti in corso di ricovero, anche con la messa a punto di idonei strumenti telematici e informatici;
• il monitoraggio del rispetto da parte dei medici dell’ospedale delle norme previste in materia prescrittiva dalle note AIFA. Questo per potere abbattere lo stress prescrittivo sui Mmg e per tracciare con maggiore precisione la mappa dei consumi farmaceutici.