M.D. numero 9, 15 marzo 2006


Editoriale
Parola d'ordine: anticipare la patologia

Dall’Atlante della Mortalità Evitabile, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità, apprendiamo che negli ultimi dieci anni le morti evitate in Italia grazie alla prevenzione sono progressivamente aumentate, segnale questo anche di un progressivo miglioramento delle condizioni di salute degli italiani: si muore meno di infarto, di alcuni tipi di tumore e di tutte quelle patologie contrastabili grazie ai miglioramenti della diagnostica e della terapia o grazie all’adozione di corretti stili di vita. Sembra lontana anni luce quella medicina che ruotava intorno alla borsa del medico di famiglia che, con i soli strumenti di scienza e coscienza, accompagnava i pazienti nella fasi della vita e, come ultima istanza, poteva affidarli al solo ospedale.
Parola d’ordine per la medicina del futuro è dunque anticipare la patologia. Oggi il medico, dal solido presidio della sua postazione informatica, può collegarsi a reti territoriali sempre più articolate, partecipare a campagne di prevenzione, utilizzare strumenti diagnostici spesso anche delocalizzati. Potrà persino avvalersi nella terapia di network di farmacovigilanza come l’ultramoderno Med-ePHV (Medical electronic pharmacovigilance), che grazie alla collaborazione di istituzioni, università, partner privati italiani, francesi, spagnoli, belgi guidati dal Gruppo S Lab di Reggio Emilia, permetterà al medico, consultando un database europeo, di conoscere e quindi riferire ai pazienti gli effetti indesiderati legati a un certo farmaco che sono stati segnalati nel resto d’Europa.
Tutto questo ha un riflesso forte anche negli strumenti giuridici dei quali il Ssn si sta dotando. Gli accordi regionali
per la medicina generale - in lenta approvazione - riflettono questa tendenza nella sottolineatura forte della strategia di rete, negli investimenti finalizzati alle forme associative più complesse e nell’allontanamento sempre più marcato dal modello di Mmg “in solitaria”, libero professionista dalla visita alla ricetta.
La complessità, tuttavia ha un suo costo specifico: se è vero che il primo risparmio atteso si ha nella concentrazione dei presidi territoriali legati alle Asl e agli studi dei medici di famiglia singoli o associati in unità complesse, queste avranno necessariamente bisogno di strutture e supporti amministrativi e logistici più impegnativi.
Ma accessibilità, efficacia ed efficienza saranno davvero il risultato logico conseguente a tale processo?
La risposta la affidiamo alla prossima Legge Finanziaria.