M.D. numero 10, 22 marzo 2006

Attualità
Bloccato il “controllore” della sanità italiana
di Rebecca Lamini

Bocciato dai governatori regionali lo schema del decreto interministeriale Economia/Salute sul sistema di verifica e monitoraggio della spesa sanitaria, dei Lea, delle linee guida e dell’appropriatezza prescrittiva

N on piace alle Regioni il “carabiniere ministeriale” dei conti per la Sanità: il «Sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria» (Siveas). Prefigurato dalla Legge Finanziaria 2006, ha preso corpo assieme ai suoi poteri in uno schema di decreto interministeriale promosso dal Dicastero della Salute e dell’Economia. Il decreto bloccato al suo arrivo sul tavolo della conferenza dei presidenti delle Regioni per osservazioni e integrazioni, istituiva questo nuovo organismo per intercettare, monitorare e dare indicazioni su come correggere gli eventuali sprechi e promuovere, dunque, un buon utilizzo della spesa sanitaria.

Tutti i poteri del nuovo Sistema di verifica e controllo
  • Accesso da parte del Ministero della Salute presso le aziende unità sanitarie locali e aziende ospedaliere, avvalendosi del nucleo di supporto per l’analisi delle disfunzioni e la revisione organizzativa (Sar), che si può appoggiare anche a un supporto investigativo.
  • Verifica dell’effettiva erogazione dei Livelli essenziali di assistenza secondo criteri di efficienza e appropriatezza.
  • Verifica del raggiungimento in ciascuna regione degli obiettivi di tutela della salute perseguiti dal Ssn, per assicurare trasparenza, confrontabilità e verifica dell’assistenza erogata attraverso i Lea.
  • Attività inerenti al monitoraggio dei tempi di attesa per l’erogazione delle prestazioni comprese nei Lea.
  • Tutte le funzioni di controllo locale che i governatori vorranno eventualmente affidare al nuovo organismo.

Il Siveas nasce per riassumere e richiamare a sé tutte le competenze di monitoraggio e controllo oggi distribuite in un’articolata catena di comando che, fino a questo momento, aveva spostato il suo baricentro sempre più in periferia. Di esso farebbero parte, oltre ai rappresentanti dei due ministeri competenti, il comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei Lea (previsto dall’intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005) e la cabina di regia del nuovo Sistema informativo sanitario, dei quali dovrà coordinare le attività. Il Siveas dovrebbe anche seguire e indirizzare - e questa è una definizione addirittura rinforzata rispetto alle prime bozze circolate informalmente - anche quelle del tavolo di monitoraggio sui Lea, dell’Assr, della Commissione nazionale sull’appropriatezza delle prescrizioni, del Sistema nazionale linee guida e, dulcis in fundo, le indicazioni di risparmio dettate dall’Aifa.
Una “missione impossibile” che si rivela, secondo i decisori nazionali, imprescindibile se si vuole colmare quel disavanzo annunciato per l’esercizio 2006, che le previsioni attestano tra i 6 miliardi di euro, nonostante i 91 miliardi di euro previsti dalla manovra per il Fondo Sanitario Nazionale e altri 2 miliardi legati all’abbattimento delle liste d’attesa e all’accordo con le Regioni sul prossimo Piano Sanitario Nazionale 2006-2008.
Il Siveas, secondo la bozza di decreto interministeriale, opererà presso il «Dipartimento della qualità» del ministero della Salute, nell’ambito della direzione generale per la Programmazione sanitaria, in pratica il “cervello” finanziario del dicastero. Il coordinamento delle attività e degli interventi previsti dal decreto verrà assicurato mediante riunioni congiunte del comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei Lea e della cabina di regia del nuovo sistema informativo sanitario convocate in apposite sessioni di lavoro unitarie, presiedute dal ministro della Salute: “per l’approvazione di documenti generali e di settore - spiegava lo schema trasmesso ai Governatori - in cui si evidenziano priorità di lavoro e si specifichino le peculiari esigenze di complementarità (...) al fine di garantirne il coordinamento e l’interconnessione ed evitare sovrapposizioni, favorendo la reciproca collaborazione e promuovendo processi di miglioramento continuo della qualità dell’assistenza sanitaria”.
Le critiche dei governatori si concentrano tanto sulle competenze sottratte alla periferia, ma anche sullo sbilanciamento dei membri delle commissioni di governo ed esecutive del nuovo organismo attualmente a tutto vantaggio dei dicasteri centrali. Lo schema di decreto prevede inoltre di mettere in campo altre voci di spesa sotto il capitolo delle “consulenze ad hoc”: il Siveas, infatti, avrà la facoltà di stipulare fino a 20 contratti con esperti e convenzioni con istituti di ricerca, nazionali o stranieri, pubblici o privati. Il tutto per una spesa di 30 milioni nel triennio 2006-2008. Ma sulle eventuali spese aggiuntive legate alle consulenze e sull’efficacia in itinere dei provvedimenti adottati viene da chiedersi: chi controllerà i controllori?