M.D. numero 12, 11 aprile 2007

Editoriale
Si cambia solo declinando le responsabilità


La “rifondazione della medicina generale”: è un tema sul quale stanno lavorando, ciascun per sé, tutti i principali sindacati e soggetti scientifici della disciplina. Fimmg sta elaborando un suo documento, proprio con questo titolo, al momento “in progress”, ma anche SMI ci sta ragionando su, Snami vorrebbe partire dalla prossima Convenzione e portare a casa i primi risultati.
Il ministro per la Salute, dal canto suo, annuncia che il nostro servizio sanitario ha bisogno di costruire la sua “terza fase”. Dopo la legge che ha istituito il Ssn, dopo l’aziendalizzazione e i Livelli essenziali
di assistenza, oggi, secondo Livia Turco, abbiamo bisogno di costruire l’obiettivo della qualità e della sicurezza delle cure.
Le associazioni di categoria, sindacati e gli addetti ai lavori hanno in ballo anche la discussione sul Governo clinico, lo strumento attraverso il quale entrare con decisione nella nuova fase. Lo strumento legislativo
per attuarlo, dunque, dovrà cominciare a girare presto informalmente, ma anche essere presentato pubblicamente, promuovendo una consultazione la più ampia possibile perché a un anno dall’insediamento del Governo si possa arrivare a farlo approvare presto in Consiglio dei ministri.
Se però si fa un giro di telefonate tra gli stessi addetti ai lavori, o semplicemente si ascolta con attenzione la voce dei Mmg, si capisce senza possibilità di smentita che il problema che tutti incontrano è un po’ lo stesso: una certa anarchia regionale, per cui ogni Governatore fa quello che ritiene e ogni territorio ha un’organizzazione sanitaria diversa. Nessuno riesce a farsi coordinare, ma sembra che non si arrivi nemmeno a coordinarsi autonomamente. La prova è data dai modelli diversi che crescono, che rendono differenti i diritti del cittadino,
come dimostrano con una certa evidenza, per esempio, i diversi provvedimenti su prescrizioni e ticket. Una situazione che non aiuta il cittadino, non aiuta il Sistema sanitario nazionale, ma non aiuta nemmeno una migliore destinazione delle risorse. Considerando anche che non possiamo mettere l’accento solo sugli aspetti di bilancio,
perché se il rapporto tra Regioni e Stato si riduce al controllo dei bilanci, si resta lì e gli obiettivi di salute, come anche gli stessi obiettivi di bilancio, rischiano di essere mancati.
Questo è il quadro in cui rinfondare la medicina generale e se rifondazione deve essere questa non può non partire che da una presa di responsabilità dei diversi livelli istituzionali, per colmare le disomogeneità nell’offerta e nella qualità dei servizi tra Nord e Sud e di ‘revisionare’ i Livelli essenziali di assistenza non sempre all’altezza. Con l’auspicio che, almeno questa volta, tale responsabilità non venga scaricata, con l’accumularsi di modelli diversi, solo sulle spalle dell’ultimo terminale: i soliti Mmg.