M.D. numero 16, 9 maggio 2007

Cronaca
Dopo i certificati facili, è l’ora della truffa

Dopo i certificati facili, i Mmg sono di nuovo nel mirino grazie alla notizia dei 53 medici di famiglia umbri denunciati per truffa alla Asl 1 di Città di Castello perché avrebbero percepito emolumenti per pazienti deceduti. I sindacati di categoria esprimono preoccupazione per il clima da “caccia alle streghe”. Secondo la Fimmg la denuncia mette ancora una volta in evidenza il problema della non perfetta rispondenza tra le anagrafi comunali e quelle delle Asl. Così, nonostante la comunicazione obbligatoria di avvenuto decesso all’ufficio comunale competente attraverso il modello ISTAT, l’anagrafe sanitaria non viene aggiornata.
“Vogliamo ricordare - ha sottolineato Giacomo Milillo, segretario nazionale Fimmg - che l’Acn attribuisce ai Mmg l’onere di curare i pazienti. La verifica, l’aggiornamento degli elenchi degli assistiti, in seguito alla comunicazione di avvenuto decesso da parte dei Comuni, spetta unicamente alle Asl. L’articolo 42 della convenzione stabilisce che l’azienda è tenuta a comunicare al medico la revoca per decesso tempestivamente o comunque entro un anno dall’evento. In una causa relativa ad una Asl del Veneto, recentemente passata in giudicato, la magistratura ha riconosciuto la responsabilità dell’ente assolvendo in pieno i Mmg. Di contro è triste rilevare che nessuno abbia mai messo in evidenza come in molte Regioni la ‘pulizia’ delle liste degli assistiti sia stata effettuata direttamente dai Mmg. Non si può imputare alla categoria un’inefficienza cronica del sistema. È quantomeno paradossale che, ogni qualvolta venga pubblicato un sondaggio popolare dove la figura del medico di famiglia risulta essere la più gradita dai cittadini italiani tra le professioni sanitarie, parta, in modo più o meno casuale, una campagna denigratoria e lesiva della professionalità della categoria, come la recente polemica sulle certificazioni facili”.
“Non ci stiamo più al solito gioco al massacro - ribatte Roberto Carlo Rossi, segretario nazionale Snami - nei confronti dei Mmg. Le accuse di truffa nei confronti di 53 colleghi della Asl 1 di Città di Castello ci sembrano una mostruosa forzatura. Non vogliamo coprire alcun reale illecito, ma alla fine si risolverà tutto in una bolla di sapone con grave nocumento mediatico dei medici accusati delle solite nefandezze, i quali invece sono vittime di un sistema di controlli inesistenti. La spettacolarizzazione di ciò che riguarda la sanità deve terminare e siamo in questo d’accordo con le affermazioni dell’Ordine dei Medici riportate dalla stampa”.
“Siamo in una Regione - rincara la dose Marcello Ronconi, presidente regionale Snami Umbria - che ha scelto che sia la GdF a svolgere le funzioni di controllo nella sanità pubblica, e ha di fatto annullato norme e articoli della convenzione che prevedevano livelli di controllo interno nelle Asl eseguiti da apposite Commissioni miste medico-amministrative. Questo significa - continua Ronconi - che è la GdF, e poi la Corte dei Conti, a giudicare gli atti e i comportamenti dei medici, che invece dovrebbero essere valutati alla luce di norme di comportamento deontologico, etico e professionale”.