M.D. numero 17, 10 maggio 2006

Clinica
La sindrome di Guillain-Barré
di Mauro Marin, Medico di medicina generale, Pordenone

Comprende un gruppo di polineuropatie acute a patogenesi autoimmunitaria. è importante riconoscerla e ai primi segni è necessario richiedere il ricovero ospedaliero in quanto va considerata un’emergenza neurologica che può portare anche alla paralisi dei muscoli respiratori


L
e parestesie, l’astenia e l’ipostenia agli arti inferiori possono essere i primi sintomi di una grave polineuropatia a rapida progressione ascendente fino alla tetraparesi flaccida con insufficienza respiratoria (25% dei casi), che necessita di intubazione endotracheale e terapie di supporto in servizi di rianimazione (Lancet 2005; 366: 1653-66). Ai primi segni di paresi, solitamente agli arti inferiori, è necessario richiedere il ricovero ospedaliero.
La sindrome di Guillain-Barré (SGB) comprende infatti un gruppo di polineuropatie acute, a patogenesi autoimmunitaria, distinte in diversi sottotipi per manifestazioni cliniche, grado di deficit motorio e sensitivo, lesioni prevalenti della mielina e nelle forme più gravi degli assoni, con paresi simmetrica ascendente, interessante anche i nervi cranici (Eur Neurol 2001; 45: 133-9; J Child Neurol 2000; 15: 183-91; Med Princ Pract 2006; 15: 120-5). Presenta un’incidenza di 0.4-1.7 casi/100.000 abitanti per anno, colpisce tutte le età e viene spesso preceduta da gravi infezioni, vaccinazioni o interventi chirurgici.

Manifestazioni cliniche


Entro 24 ore dall’esordio si osserva una perdita dei riflessi osteo-tendinei negli arti, in cui l’ipostenia muscolare è tale da impedire i movimenti antigravitari. Comune è la paresi del facciale con ptosi palpebrale e asimmetria della rima labiale e possono comparire parestesie, disfagia, disartria, atassia della marcia e deficit dei nervi cranici oculomotori, anche se le pupille rimangono reattive.
Alla paresi si possono associare disturbi neurovegetativi, che si manifestano con accessi di iperidrosi o anidrosi, congestione facciale, tachicardia o bradicardia, ipotensione o ipertensione, ritenzione urinaria da disautonomia neurovascolare. Un sintomo di imminente insufficienza respiratoria è l’astenia intensa dei muscoli flessori del collo.

Indagini


Nel siero dei pazienti con SGB possono comparire diversi autoanticorpi, quali gli anticorpi anti-gangliosidi, diretti contro i glicolipidi della mielina (Lancet 2005; 366: 1659). L’esame del liquor mostra un progressivo aumento delle proteine, senza cellularità significativa e con pressione del liquor normale. L’esame elettromiografico risulta patologico e il rilievo di segni precoci di danno assonale diffuso si associano a un esordio molto più rapido del deficit motorio e sono spesso predittivi di una prognosi meno favorevole per il completo recupero motorio.
La RMN cerebrale e midollare può risultare normale, ma è utile all’esordio per escludere lesioni neurologiche da infezioni, vasculiti, neoplasie, malattie vascolari e malattie demielinizzanti come la sclerosi multipla.
Dopo una settimana dall’esordio può comparire un’iponatremia da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico.

Terapia e decorso clinico


La SGB regredisce spontaneamente e richiede nel frattempo una terapia di supporto che consiste in assistenza respiratoria, tracheostomia dopo 7-14 giorni di paresi respiratoria per prevenire una stenosi tracheale, profilassi eparinica, nutrizione parenterale, terapia antibiotica in caso di infezioni, monitoraggio dei parametri vitali, della pressione arteriosa e dell’esame neurologico, assistenza infermieristica, cateterismo vescicale, prevenzione e terapia delle eventuali ulcere da decubito.
La terapia di supporto è integrata dalla somministrazione endovenosa di immunoglobuline e/o dalla plasmaferesi che riducono la durata delle paresi (Cochrane Database Syst Rev 2006;
CD 002063), mentre la terapia con corticosteroidi risulta inefficace.
Il decorso presenta di norma un aggravamento progressivo per 10-14 giorni e più raramente per alcune settimane. Nei pazienti con insufficienza respiratoria il periodo medio di ventilazione assistita è di 50 giorni e quello di ospedalizzazione di 108 giorni.
La velocità di recupero è variabile e va da alcune settimane fino a molti mesi se gli assoni sono degenerati; infatti la loro rigenerazione richiede dai 6 ai 18 mesi e oltre. Il rischio di mortalità è del 5% circa, principalmente in rapporto a insufficienza respiratoria da paresi dei muscoli respiratori, complicanze tromboemboliche polmonari, broncopolmoniti da inalazione e aritmie. Nel 20% dei casi si osservano deficit neurologici permanenti (Neurology 1999; 53: 598-604), prevalentemente sensitivi o lievi deficit motori agli arti inferiori o ai piedi.
In oltre il 75% dei casi si ottiene una guarigione completa. L’astenia persistente è un sintomo residuo comune. Gli eventuali deficit neurologici presenti a distanza di due anni raramente regrediscono.
La SGB con paresi protratta necessita spesso di un programma riabilitativo multidisciplinare, in particolare fisioterapico (Aust Fam Physician 2004; 33: 1013-7).