M.D. numero 17, 10 maggio 2006

Professione
Piemonte: le novità dell’accordo regionale
di Filippo Mele

Viene consolidata la presenza nell’assistenza territoriale dei Mmg che conquistano anche un controllo più diretto sulle attività di formazione. Altra innovazione è l’istituzione del tavolo di confronto, monitoraggio e valutazione, con carattere permanente, che avrà il compito di garantire una veloce risoluzione dei diversi problemi di tipo assistenziale, burocratico e normativo riguardante la medicina di famiglia e la sua integrazione con altre realtà


P
er alcuni rappresentanti sindacali di categoria si è trattato di un’intesa niente affatto “tranquilla” quella conclusa di recente con la Regione Piemonte in merito all’accordo integrativo regionale (Air) per la medicina generale. C’è chi l’ha definita una convenzione integrativa ponte (Giulio Titta, segretario regionale Fimmg) e chi sostiene che è stata trovata la “soluzione migliore” (Antonio Barillà, segretario regionale Cumi-Aiss). Indipendentemente dai giudizi, resta il fatto che l’accordo siglato in Piemonte presenta alcune novità che potrebbero avere una rilevanza per la medicina generale a livello nazionale relative ad assistenza territoriale, formazione dei Mmg, istituzione di un tavolo permanente di confronto.

Équipe di assistenza territoriale (art. 9)


È riconosciuta come la forma più avanzata di assistenza territoriale essendo costituita dall’aggregazione di Mmg e di Pls che assistono un bacino di popolazione omogeneo per collocazione geografica, accessibilità ai servizi sanitari ed esposizione a fattori di rischio ambientali. La sua costituzione è finalizzata a:
a) valutare specifici bisogni di assistenza della popolazione assistita;
b) realizzare progetti di razionalizzazione, aderendo a proposte di progetti-obiettivo individuati dall’Ufficio di coordinamento delle attività distrettuali (Ucad);
c) verificare gli effetti degli stessi;
d) facilitare, attraverso il suo rappresentante, la comunicazione fra singoli medici e Ucad per:
• il coinvolgimento dei medici nelle varie fasi del budget distrettuale e la loro responsabilizzazione nel raggiungimento degli obiettivi;
• la rilevazione di problemi emergenti nell’erogazione delle prestazioni di secondo livello;
e) svolgere analisi e valutazione di protocolli e percorsi assistenziali proposti all’équipe dall’Ucad;
f) svolgere analisi epidemiologiche e analisi della domanda su informazioni avute dalla direzione di distretto o richieste alla stessa dall’équipe;
g) effettuare valutazioni sugli aspetti organizzativi dell’attività di assistenza distrettuale nel proprio ambito sui quali proporre e promuovere miglioramenti o cambiamenti;
h) permettere scambi informativi e favorire momenti di integrazione con gli altri operatori territoriali, compresi i medici dell’emergenza sanitaria 118, ogni qual volta le partecipazioni si rendano necessarie e siano attuabili;
i) operare allo scopo di garantire la continuità dell’assistenza ai propri assistiti.
Per la partecipazione all’équipe a ciascun medico viene corrisposta una quota capitaria annua di 5,50 euro divisa in 3,50 per la realizzazione dei punti a) e b) ed in 2,00 euro per la realizzazione degli altri punti.
L’équipe è riferita ad una popolazione minima di 10.000 assistiti e massima di 30.000 ed è composta da un minimo di 10 Mmg a un massimo di 20. Ognuna ha un suo referente con funzioni di raccordo e di collegamento organizzativo con l’Ucad. Al referente è attribuito un compenso mensile forfettario di 220 euro.

Attività dell’équipe di assistenza territoriale (art. 10)

1. Ciascuna équipe si riunisce almeno una volta al mese.
2. È facoltà dei medici componenti richiedere la disponibilità di un locale aziendale per lo svolgimento della riunione.
3. Alla riunione mensile partecipano i medici della CA del distretto.
4. Almeno una delle riunioni di ogni semestre potrà essere allargata agli operatori socio-sanitari di riferimento dell’équipe.
5. L’Ucad concorda con il referente gli obiettivi prioritari di Distretto.

Area di formazione in medicina generale (art. 23)


Gli obiettivi dell’area di formazione in medicina generale sono:
1. definire gli indirizzi delle attività di formazione, con funzione di programmazione e coordinamento generale, nonché di monitoraggio di un efficace sistema istituzionale di formazione professionale permanente;
2. stabilire annualmente il numero dei docenti e degli animatori di formazione necessario per il regolare svolgimento delle attività formative, i criteri di selezione dei Mmg da inserire negli appositi elenchi regionali, divisi per aree di appartenenza (assistenza primaria, CA, medicina dei servizi ed emergenza sanitaria territoriale) e operare la selezione sulla base di criteri stabiliti;
3. definire le necessità formative dei Mmg che svolgono attività didattica;
4. promuovere attività di ricerca e sperimentazione in medicina generale;
5. proporre attività di formazione Ecm;
6. curare la programmazione, il monitoraggio e la valutazione consuntiva delle attività formative del triennio di tirocinio pratico per l’ottenimento dell’attestato di medicina generale e del corso di formazione per l’idoneità all’esercizio delle attività di emergenza sanitaria;
7. collaborare su richiesta dell’Università degli studi alle problematiche relative alla didattica e al percorso per la laurea in Medicina e Chirurgia e per la pianificazione del tirocinio pratico pre-abilitazione;
8. collaborare a definire i criteri e i requisiti dei soggetti delegati alla formazione nel campo della MG (provider, società scientifiche, enti organizzatori di eventi, ecc.).
L’Area è composta dal dirigente del settore organizzazione personale e formazione risorse umane, che la presiede, da 3 esperti di parte regionale oltre a un funzionario regionale con veste di segretario, e da 4 Mmg in rappresentanza delle organizzazioni sindacali firmatarie dell’Acn.

Tavolo di confronto, monitoraggio e valutazione (art. 29)


Si tratta di uno strumento non previsto sia nell’Acn sia negli altri Air siglati. La parte pubblica e quella sindacale hanno dato molta rilevanza a questo organismo che istituzionalizza il tavolo della trattative e gli dà una configurazione permanente affidandogli l’approfondimento tecnico, con valenza contrattuale, dei temi e degli obiettivi della contrattazione regionale. Il Tavolo è presieduto dall’Assessore regionale alla sanità ed è formato pariteticamente da rappresentanti delle Asl e dal responsabile del settore regionale assistenza ospedaliera e territoriale e dai rappresentanti sindacali di categoria firmatarie dell’Air. Si articola su quattro settori.
1. Obiettivi della negoziazione regionale: realizzazione degli obiettivi fissati dagli articoli 4 (Comitato regionale e collegio arbitrale) e 5 (Forme associative) dell’Air, in particolare su organizzazione sperimentale della continuità dell’assistenza sul territorio.
2. Appropriatezza prescrittiva e burocratica: coinvolgimento e responsabilizzazione di tutti i soggetti prescrittori del Ssn; rimozione degli ostacoli burocratici diagnostico-terapeutici, dei doppi percorsi terapeutici e assistenziali del paziente; integrazione ospedale- territorio; realizzazione di iniziative sperimentali e monitorate mirate all’estensione dell’affidamento del ricettario Ssn anche a soggetti prescrittori diversi del Ssn; forme di responsabilizzazione del settore specialistico privato in merito alla prescrizione.
3. Cure domiciliari: definizione e risoluzione delle problematiche inerenti Adp, Adi, Rsa, Ra; definizione delle linee-guida regionali su Utap e Ospedale di Comunità.
4. Liste d’attesa: introduzione di modelli operativi sperimentali basati su nuove tecnologie e schemi organizzativi per mantenere risposte appropriate sul territorio e attenuare le liste d’attesa; stabilire reti ospedale-territorio.