M.D. numero 18, 17 maggio 2006

Trial
Un vaccino contro il cervicocarcinoma

Uno studio clinico di valutazione di un vaccino contro i tipi 16 e 18 di papillomavirus umano, responsabili di oltre il 70% dei casi di tumore della cervice uterina, ha dimostrato la persistenza dell’efficacia nella totalità delle donne trattate dopo quattro anni e mezzo di osservazione

Il cancro della cervice uterina è uno dei maggiori problemi sanitari: ogni anno si registrano al mondo circa 500.000 nuovi casi e circa 270.000 decessi per questo tumore. L’epidemiologia relativa all’Europa parla di 33.500 casi/anno e 15.000 decessi.
La causa di carcinogenesi cervicale è costituita dall’infezione persistente con genotipi di papillomavirus umano (HPV) ad elevato potenziale oncogeno. La relazione tra HPV e cancro cervicale è unica: il 99.7% dei cervicocarcinomi sono infatti da correlare a precedenti infezioni da HPV, per cui il virus può essere considerato la “causa necessaria” per questo tipo di tumore (nessun altro tumore umano appare correlato ad una singola causa).
Dei circa cento ceppi di HPV conosciuti, 40 possono infettare il tratto genitale e, di questi, 15 sono oncogeni e possono causare il cervicocarcinoma o lesioni precancerose a livello della cervice. I tipi 16 e 18 sono responsabili di oltre il 70% dei casi di tumore; i tipi 45 e 31 contribuiscono per un altro 10% di casi.
L’infezione da HPV è molto comune ed ogni donna sessualmente attiva deve essere ritenuta a rischio di contrarre il virus. Si stima che il 50-70% delle donne possano contrarre nel corso della vita una infezione da HPV e che in circa la metà dei casi siano implicati ceppi virali oncogeni. Generalmente il virus scompare da solo o non si manifesta con alcun sintomo. Tuttavia, in circa il 10% dei casi il virus può causare lesioni della cervice (di basso grado) e lesioni genitali esterne (compresi i condilomi genitali). In alcuni casi, le lesioni della cervice possono progredire in lesioni precancerose di alto grado che possono infine portare al carcinoma della cervice. Appare perciò di grande interesse il filone di ricerca che ha portato allo sviluppo di vaccini contro il virus HPV, giunti ormai ad una fase avanzata di sperimentazione clinica.

Studio a lungo termine


Il mese scorso su Lancet (2006; 367:1247-55) sono stati pubblicati i risultati di uno studio in cui è stato valutato un vaccino messo a punto da Glaxo SmithKline contro i papillomavirus di tipo 16 e 18, realizzato utilizzando un sistema adiuvante innovativo chiamato AS04 selezionato per assicurare una risposta anticorpale prolungata.
Si tratta di uno studio di follow-up esteso di donne incluse in un precedente trial di valutazione dell’efficacia del vaccino, realizzato in doppio cieco su 1113 giovani donne, di età compresa tra 15 e 25 anni (Lancet 2004; 364: 1757-65). Lo studio è stato condotto negli Stati Uniti, in Canada e in Brasile. Le donne, secondo uno schema di randomizzazione, hanno ricevuto il vaccino adiuvato con AS04 o placebo, in tre somministrazioni a 0, 1 e 6 mesi. Il trial ha valutato l’efficacia, la sicurezza e la risposta immune fornite dalle particelle simil-virali (VLPs) nella prevenzione delle infezioni, delle anormalità citologiche al pap-test e delle lesioni della cervice uterina causate dai ceppi di HPV 16 e 18.
Lo studio di follow-up ha preso in esame 776 donne della stessa popolazione seguite fino a 53 mesi dalla vaccinazione. Durante il follow-up esteso le donne sono state sottoposte annualmente ad indagini citologiche (pap-test) e a test per la ricercano del DNA del virus HPV sulle cellule della cervice uterina. In base ai risultati dei test, le donne sono state sottoposte a colposcopia secondo le indicazioni fornite nel protocollo di studio. Inoltre, sono state valutate la risposta anticorpale e la sicurezza del vaccino. Lo studio proseguirà ulteriormente con l’osservazione nel tempo delle donne incluse nella sperimentazione.

Completa efficacia preventiva


A distanza di quattro anni e mezzono, oltre il 98 per cento delle donne che avevano ricevuto il vaccino presentavano anticorpi contro i tipi 16 e 18 di HPV, indicando una risposta immunitaria duratura nel tempo. L’efficacia del vaccino è stata del 100% nel prevenire le lesioni precancerose indotte dai ceppi 16 e 18. Inoltre lo studio ha evidenziato che la protezione indotta dal vaccino comprende anche un’efficacia contro altri ceppi oncogenici di HPV, in particolare contro il 45 e il 31, e anche in questo caso la protezione risulta protratta nel tempo. Il profilo di sicurezza del vaccino scaturito dagli studi condotti sino ad oggi dimostra che il vaccino è sicuro e ben tollerato, con un’aderenza molto alta alle tre somministrazioni da parte delle donne.
Secondo la coordinatrice dello studio, la Prof. Diane Harper (Dartmouth Medical School, Lebanon, USA), i risultati dello studio di follow-up rappresentano un traguardo senza precedenti per quanti lavorano sulla prevenzione del tumore della cervice uterina e i dati emersi fanno pensare che il vaccino testato sia in grado di assicurare una protezione efficace e di lunga durata contro i tipi di HPV oncogeni più frequenti.
Il dossier per l’approvazione del vaccino anti-HPV di GSK da parte delle autorità sanitarie europee (EMEA) è stato presentato nel marzo 2006 e verrà sottoposto alla FDA entro la fine del 2006. Attualmente è in corso la fase III allargata di valutazione clinica, in cui sono state reclutate oltre 30.000 donne nel mondo.