M.D. numero 19, 24 mggio 2006

Focus on
Etica e comunicazione in Medicina
di Monica Di Sisto

Centralità della persona alla base del rapporto tra medico e paziente, corsi ad hoc di comunicazione nel percorso di laurea in Medicina, valorizzazione del ruolo del medico di medicina generale, un garante scientifico alle comunicazioni del ministero della Salute. Sono queste alcune delle principali proposte per dare vita ad un’etica dell’informazione in medicina al passo coi tempi. I suggerimenti sono stati messi a punto dal primo dei sette Tavoli tecnici di confronto sui temi “caldi” del sistema salute approntati da Meridiano Sanità.

In un’epoca in cui, almeno nel mondo occidentale, il diritto alla salute è ormai riconosciuto e garantito, paradossalmente le scelte e le decisioni relative alla promozione, alla tutela e al recupero della salute stessa sembrano oggi più complesse di un tempo. Infatti, il progresso scientifico e tecnologico, la maggiore informazione e consapevolezza dei cittadini, la crescente attenzione dedicata dai mass media alla salute e alla medicina, contribuiscono ad amplificare la distanza tra fattibilità tecnica, sostenibilità economica e legittimità etica della medicina moderna, generando tensioni fra i diversi attori che sono parte del “sistema salute”: i ricercatori, le società scientifiche, l’industria farmaceutica, i medici, i politici e gli amministratori, i giornalisti e gli editori, e naturalmente i cittadini.
I due soggetti, però, che in questo contesto si trovano più spesso a confronto sono i medici e i pazienti, dove il medico ha sempre meno tempo da dedicare al dialogo e alla relazione con il paziente, mentre il paziente, più consapevole che nel passato, ha un crescente bisogno di interagire con il curante, pretendendo a volte anche di sconfinare nel dominio del medico stesso. Tutto intorno, infatti, agisce il mondo della comunicazione,

I “pilastri” del progetto Meridiano Sanità
Meridiano Sanità ha messo al lavoro i tavoli di confronto stabilendo dei punti di merito irrinunciabili per il Servizio sanitario nazionale:
• Centralità del cittadino-paziente.
• Sanità vista come investimento, anziché come spesa.
• Riequilibrio e integrazione tra sistema ospedaliero e territoriale.
• Ruolo del medico di medicina generale
sul territorio.
• Valutazione di efficacia/efficienza a livello
di sistema e non del singolo comparto.
• Performance valutata sugli esiti (miglioramento della salute) e non solo sui risultati di cassa.
• Sostenibilità futura del sistema socio-sanitario.

istituzionale, commerciale e mediatica, che offrono sempre più spazio alla salute. Per questo Meridiano Sanità, iniziativa ideata e realizzata da Ambrosetti, The European House, con il contributo di numerosi attori del mondo della sanità, ha avuto l’idea di riscrivere alcune coordinate della sanità, attraverso il lavoro di sette tavoli tecnici e alcune petizioni di principio.
Il primo tavolo a concludere la propria attività, molto simbolicamente, è stato proprio quello di “Etica e informazione in Medicina”. Gli esperti del tavolo, nella relazione conclusiva pubblicata di recente, ammettono che l’analisi svolta, che si è soffermata sull’etica dell’informazione e della comunicazione, sia per quanto concerne l’informazione giornalistica sia per quanto attiene la comunicazione tra medico e paziente e l’educazione alla salute del cittadino, “ha evidenziato carenze, ma anche esempi positivi, e proprio a partire da questi si sono elaborati i suggerimenti migliorativi”. Le proposte, sottolineano gli esperti, “hanno probabilmente livelli eterogenei di fattibilità nel breve termine e certamente, se attuate, potranno dispiegare i propri effetti solo in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo”.

Medici e pazienti: un nuovo ruolo per i Mmg


È meglio una TAC o un esame tradizionale con lo stetoscopio? Dal punto di vista diagnostico, non ci sono dubbi. Ma il gli esperti riuniti intorno al Tavolo tecnico sottolineano che, nonostante il boom tecnologico, “il paziente desidera che il medico lo tocchi, gli metta una mano sul torace, ascolti il cuore con lo stetoscopio e lo faccia tossire”. Insomma, cari medici, anche quei gesti di “ridotta utilità diagnostica, servono a creare una particolare intimità con il paziente, a rafforzare la fiducia, a spingere l’ammalato ad aprirsi e a raccontare i propri timori, non solo i propri sintomi”. Prima di tutto il sistema dovrebbe riappropriarsi di un rapporto tra medico e paziente che abbia come base la centralità della persona. Per questo sarebbe opportuno istituire un corso obbligatorio di comunicazione medico-paziente al termine del percorso di studi delle facoltà di medicina e come parte integrante dei programmi di ECM.
Ma il vero punto di forza è il recupero e la valorizzazione del ruolo dei medici di famiglia: sia per la relazione diretta con il paziente, sia per la capillarità sul territorio, sia perché oggi le tecnologie digitali rappresentano un valido aiuto per permettere ai Mmg di “superare la tradizionale vocazione ad operare da solisti e iniziare a lavorare maggiormente in équipe”. I medici di famiglia potrebbero farsi utilmente carico dei “codici bianchi”, di piccoli interventi chirurgici, o anche di patologie acute, ma meno gravi, che spesso affliggono i cittadini e gravano in particolare sul pronto soccorso. Il Tavolo invita all’introduzione di strumenti di prima diagnosi, come l’ecografo, in tutti gli studi, per gestire da subito il paziente nel modo più corretto, ma suggerisce anche l’implementazione di reti regionali di informazione, per pianificare le eventuali visite specialistiche necessarie di approfondimento e i ricoveri.

I Mmg recuperati a partire dalla cultura


Gli esperti insistono però sulla necessità di un processo di riorientamento culturale della figura del medico di famiglia e citano il caso degli Stati Uniti dove, a fronte di una progressiva scomparsa della figura del Mmg cominciata alla fine degli anni ’70, che aveva provocato un danno economico enorme per l’intero sistema sanitario, è stato un programma specifico di ri-valorizzazione di quella figura professionale, con l’attivazione di scuole di specializzazione di Family Medicine, a restituire ai Mmg il ruolo e, soprattutto, il profilo adeguato. Ispirandosi a questo processo si suggerisce al Ssn di casa nostra di favorire anch’esso il riorientamento culturale dei medici di famiglia, anche attraverso lo sviluppo e la valorizzazione delle scuole di formazione/specializzazione in medicina generale. Non meno importante è ritenuta la selezione degli studenti, che dovrebbe essere fatta “a monte, ovvero all’inizio del piano di studi in medicina, sulla base di test psico-attitudinali specifici, volti a comprendere la loro predisposizione dal punto di vista psicologico e umano al difficile lavoro del medico”. Da ultimo, ma non meno importante, gli esperti ritengono che si dovrebbe educare maggiormente il cittadino alla salute, inserendo sin dalla scuola primaria un’ora di educazione sanitaria ogni settimana. Per non lasciare il sistema da solo a gestire le limitate capacità d’orientamento del cittadino-paziente nelle nuove opportunità di cura.

Emozioni in sanità


Le notizie riguardanti la salute e la medicina non sempre sono interpretate in modo squisitamente razionale,
fanno notare dal Tavolo tecnico, ma sono spesso suscettibili di interpretazioni di tipo “emozionale”, che possono distorcerne il significato, la portata e i limiti. I destinatari, o comunque coloro che assimilano la notizia, spesso sono persone con una soglia critica bassa, più deboli e per questo sono più propense a credere a qualsiasi notizia possa riaprire la speranza di guarire o di sentirsi meglio. Per questo il Tavolo rivolge le rituali richieste di maggiore responsabilità all’informazione, e in particolare alla sua responsabilità etica: una delle proposte concrete che rivolge a questo riguardo è quella di estendere anche nell’ambito dell’informazione medica il “principio etico di responsabilità degli effetti del proprio operato”, da garantire con forza di legge. Potrebbe succedere così che al giornalista allarmista o millantatore il cittadino possa chiedere i danni per gli effetti indotti dal suo mestiere.
Ma pari severità il Tavolo applica ai decisori politici i quali, si sottolinea, soprattutto in situazioni di emergenza dovrebbero avere ben presenti le cautele necessarie, prima tra tutte quella di non alimentare false speranze, soprattutto se esse si associano a un esborso monetario. Viene così proposto a sorpresa che le comunicazioni del ministero della Salute, soprattutto in situazioni delicate, siano divulgate da un garante scientifico, ovvero un tecnico in grado di parlare alla collettività in modo comprensibile, ma con il dovuto rigore e autorevolezza. Che le pandemie annunciate e mai esplose di mucca pazza e aviaria abbiamo fatto scuola?