M.D. numero 20, 31 mggio 2006

Focus on
Farmaco: uno strumento da conoscere sempre meglio
di Monica Di Sisto

Il Rapporto sull’uso dei farmaci in Italia del 2004 registra un aumento del ricorso a terapie farmacologiche del 35% negli ultimi 5 anni: il bisogno degli italiani di ricorrere al farmaco, dunque, è in crescita, ma parallelamente nel nostro Paese si va consolidando la tendenza spesso impropria all’autocura, eludendo il più delle volte il ricorso al proprio Mmg quale figura professionale in grado di orientare e limitare l’uso dei farmaci. Nel recente convegno “Il farmaco: necessità di una guida per la tutela della salute”,
organizzato dalla Società Italiana di Scienze Farmaceutiche (SISF) con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’AIFA e della Federazione degli Ordini professionali dei Medici e dei Farmacisti, i rappresentanti di settore hanno lanciato una scommessa: e se ricominciassimo dai fondamentali? La prima iniziativa è una Carta sul farmaco ma, soprattutto, una nuova riflessione sul proprio ruolo, rispetto a un paziente che sa di più, ma non sempre nella direzione della sicurezza e dell’appropriatezza.

Il prof. Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Mario Negri, sostiene che ogni giorno gli effetti avversi dell’uso dei farmaci spingono circa 410 italiani a ricoverarsi in ospedale. Un fenomeno che spesso si traduce in una pressione crescente nei confronti dei propri medici di famiglia, chiamati a essere più preparati, autorevoli e tutelati rispetto al corretto ruolo da assegnare al farmaco nella propria relazione di cura con i pazienti. L’incremento di interazioni non volute, di mix perversi di molecole, di acquisti disinvolti operati su Internet, di pillole false vendute per buone, dell’insorgenza di malattie iatrogene attualmente registrate sono un chiaro segnale del fatto che nel nostro Paese il consumatore spesso non è in grado di capire i possibili rischi connessi con un’assunzione non corretta dei farmaci. Basti pensare che il 50% dei farmaci assunti in gravidanza appartiene alla categoria dei farmaci da banco.

Pro e contro dei farmaci al supermarket
È partita da qualche mese da parte di Coop Italia una grande campagna presso i consumatori perché essi chiedano a gran forza l’introduzione dei farmaci da banco nei canali della grande distribuzione, con la giustificazione che l’uscita dalle farmacie li renderebbe più economici e più disponibili. Nel corso del dibattito di Milano il farmacologo Michele Carruba, dell’Università Statale di Milano, ha avuto buon gioco a ricordare che la tradizione americana della vendita in diversi canali nasce per la scarsa densità della popolazione, che rendeva impossibile la presenza di una farmacia in tutti i piccoli agglomerati urbani. Senza dimenticare, però, “che il perdurare di questo sistema ha fatto sì che oggi negli Stati Uniti, per ogni dollaro speso in farmaci, se ne spendono 1,4 a causa di reazioni avverse”. A parte questi possibili scenari, fin da oggi i medici dovranno essere ancora più pronti a fronteggiare il fai-da-te perché, come ha ricordato Daniel Lapeyre di Sanofi-Aventis Italia, in rappresentanza di Farmindustria, l’aumento della spesa privata farmaceutica ha poco a che vedere con il prezzo dei medicinali in libera vendita, ma piuttosto con il recente passaggio in classe C di diversi farmaci che, invece, rispondono a un bisogno terapeutico specifico.

I tre problemi del Mmg nel panorama che cambia

Nel recente convegno sul farmaco, svoltosi a Milano, il compito di focalizzare i lavori e rappresentare la FNOMCeO e il ruolo del medico in questo scenario che cambia è toccato a Carlo Manfredi, presidente dell’Ordine dei Medici di Massa. Grazie all’intervento di Manfredi è stato possibile aprire tre nuovi capitoli, cruciali per i Mmg.

  • Il primo problema è legato alle cronicità. Il progressivo processo di “banalizzazione” del farmaco lo trasforma in un semplice prodotto di consumo. Per questo, specialmente in alcune condizioni e situazioni come quelle degli anziani e dei soggetti con trattamenti cronici o multipli, è in pericoloso e sensibile aumento il fenomeno delle tossicità e quello delle interazioni negative con farmaci e alimenti, arrivando a rappresentare, secondo alcuni, un’autentica emergenza sanitaria.
  • Il secondo problema è legato alla personalizzazione del trattamento. Gli studi clinici sui quali si basano le posologie e le modalità di trattamento sono tarati sull’impatto medio del farmaco sulla popolazione. Ma non sempre ciò che è appropriato per la maggioranza della popolazione lo è per il singolo. La correttezza prescrittiva non può prescindere da una nuova attenzione, fatta di una farmacovigilanza sempre più reattiva, ma anche di una rinnovata responsabilità del medico, in particolare del medico di famiglia, rispetto all’educazione farmaceutica dei propri pazienti.
  • Il terzo problema, rappresentato dal passaggio critico che dovrà essere sempre più esplicitato per creare un efficace contrappeso nel sistema, è legato alla figura del medico. Il medico come prescrittore in questo quadro mutato da una iper-domanda e da una offerta anch’essa in possibile espansione è diventato il mediatore di una posizione delicata. Per questo il Mmg deve riappropriarsi della propria autorevolezza, che prescinde dai provvedimenti di governo e di risparmio che lo hanno sempre più assediato nel suo ruolo fino ad oggi.
La libertà di cura soggettiva può avere risvolti negativi senza la necessaria autorevolezza del medico come elemento di governo della domanda. L’autonomia del medico deve andare in questa direzione, pena la sua trasformazione a mero burocrate senza alcuna autorità presso i propri pazienti, perché considerato meno decisivo del bancone di un negozio o di un articolo della Finanziaria. Il nuovo ministro della Salute è avvisato: questi tre nodi critici non potranno rimanere insoluti ancora per troppo tempo.


Il farmaco: le dieci regole da ricordare

Il farmaco:

  1. E' un bene esistenziale, concepito e prodotto per tutelare la vita e la salute delle persone e per consentire loro di vivere più a lungo e con la migliore qualità di vita possibile.
  2. Deve possedere, per essere utile, tre necessari requisiti: sicurezza, efficacia, qualità. A questi tre requisiti deve necessariamente accompagnarsi la condizione dell’impiego corretto e appropriato.
  3. Possiede inevitabili e forti profili di criticità: tutti i farmaci, compresi quelli da automedicazione acquistabili senza ricetta, esercitano un’attività terapeutica, hanno controindicazioni e possono causare effetti collaterali anche gravi.
  4. E' un prodotto ad altissima specificità composto da due parti inscindibili: quella sostanziale, rappresentata dal principio attivo in esso contenuto; quella formale, altrettanto necessaria, costituita dal complesso di informazioni, indicazioni, avvertenze e consigli per l’impiego.
  5. E' un prodotto destinato a una terapia o a finalità preventive e come tale non si consuma, ma si impiega. Proprio per questo, l’erogazione dei farmaci è sottoposta a regole rigide, nel superiore interesse della tutela della salute.
  6. E' un bene di salute e non una merce qualsiasi, e come tale non può essere oggetto di sollecitazioni a un maggiore consumo, né trasparenti né occulte.
  7. Se usato impropriamente, in assenza di vere malattie o, come spesso accade, per soddisfare spinte psicologiche che andrebbero affrontate in modo diverso, può essere causa di malattie.
  8. Ha la naturale sede di erogazione nella farmacia, presidio di salute aperto a tutti, sottoposto al controllo delle autorità sanitarie e affidato alla responsabilità di un professionista, il farmacista.
  9. Insieme a un connaturato e non quantificabile valore etico, sanitario e sociale, ha un costo economico, sostenuto dal Ssn o direttamente dal cittadino.
    Usare male i farmaci o sprecarli, al di là delle possibili conseguenze sulla salute, significa sottrarre risorse che potrebbero essere impiegate per una sanità migliore.
  10. Non ha mai lo scopo di sostituirsi a corrette abitudini di vita.