M.D. numero 20, 31 maggio 2006

Riflettori
Spesa farmaceutica ancora in salita

Secondo i dati di Federfarma nel primo trimestre del 2006 si è registrata una significativa crescita della spesa farmaceutica. Ma l’AIFA sembra avere un asso nella manica: si preparerebbe a imbracciare nuovamente l’arma del cut-off (taglio selettivo) per garantire la tenuta dei conti nell’esercizio in corso. I farmaci che rischiano la forbice sono antiulcera, statine, sartani, alcuni farmaci per l’asma, antiepilettici e farmaci per il trattamento dell’osteoporosi

Il campanello d’allarme sulla crescita della spesa farmaceutica come da prassi lo ha suonato Federfarma, nonostante annunci anche che i dati parziali relativi al mese di aprile 2006 indicano un netto rallentamento del trend di crescita.
Nel primo trimestre del 2006 la spesa sostenuta dal Servizio sanitario nazionale per assicurare l’assistenza farmaceutica è aumentata del 12.5% rispetto allo stesso periodo del 2005, attestandosi a 3.603 milioni di euro. L’aumento di spesa più elevato si è verificato nel mese di marzo (14.6% rispetto a marzo 2005). Dati preoccupanti se si tiene in considerazione anche il fatto che essi sono stati assunti come base per redigere le osservazioni da parte della Corte dei Conti nella relazione dell’impatto sul 2006 delle misure varate negli ultimi mesi del 2005.
L’aumento di spesa, secondo l’analisi degli esperti dei farmacisti, è legato all’incremento del numero delle ricette (6.3% rispetto a gennaio-marzo 2005) e della spesa media per ricetta (5.9%): sono state prescritte più ricette, mediamente più costose.
L’aumento del costo delle ricette deriva dal fatto che dal 1 novembre 2005 non è più in vigore lo sconto sul prezzo al pubblico a carico dell’industria farmaceutica. Per di più, le misure in vigore dal 15 gennaio 2006 per ripianare lo sforamento del tetto di spesa 2005 non sembrano avere determinato effetti di contenimento della spesa pari a quelli prodotti dallo sconto a carico dell’industria farmaceutica. Le misure in questione sono la riduzione dei prezzi dei medicinali a carico del Ssn del 4.4%, che ha assorbito le riduzioni selettive dei prezzi dei medicinali a maggior impatto sulla spesa in vigore da gennaio 2005, e lo sconto dello 0.6% a carico dell’industria.
In realtà i maggiori incrementi di spesa nei primi mesi dell’anno sono stati determinati da un gruppo ben ristretto di specialità rispetto ai quali si vocifera con insistenza che l’AIFA sia in procinto di prendere provvedimenti drastici e diretti come un ulteriore, mirato, taglio dei prezzi per contenere la spesa 2006.

Farmaci nel mirino


L’AIFA, insomma, si preparerebbe a imbracciare nuovamente l’arma del cut-off (taglio selettivo) per recuperare totalmente la maggiore spesa 2005 e garantire la tenuta dei conti nell’esercizio in corso.
La classifica delle ATC papabili per il cut-off vede ai primi posti in classifica gli antiulcera, le statine, i sartani, alcuni antiasmatici e antiepilettici, i farmaci per l’osteoporosi. Qualcuna di queste classi terapeutiche, del resto, aveva fatto registrare oscillazioni dei consumi scientificamente inspiegabili già nel corso del 2005. È il caso a esempio della rosuvastatina, cresciuta di circa il 120% a valore e a unità, nell’ambito di una categoria che complessivamente ha registrato una contrazione del giro d’affari del 3.4%.
Andamenti di cui le scelte amministrative non potranno non tenere conto.

La Corte dei Conti


Questa doccia fredda arriva contemporaneamente alla Relazione della Corte dei Conti sulla prevista efficacia delle misure adottate dalla legge Finanziaria 2006 per contenere la spesa sanitaria. Un documento che non è davvero tenero con gli ultimi esecutivi, rispetto alla capacità complessiva di governo della spesa. “Il risultato - commentano infatti i magistrati contabili - appare tanto più preoccupante se si pensa che il 2005 ha potuto giovarsi, nei primi 11 mesi dell’anno, di un rallentamento della spesa farmaceutica grazie alla tenuta delle misure di contenimento assunte (la spesa a carico del Ssn si è ridotta rispetto al 2004 di circa il 3 per cento), mentre si hanno segnali di una nuova inversione di tendenza nella spesa farmaceutica tra dicembre 2005 e i primi mesi del 2006”.
La colpa dello sbilancio, secondo la Corte, è dei risultati del 2005, “peggiori di quelli di preconsuntivo contenuti del Dpef”, spiega la relazione. E la strada adottata con i provvedimenti di tagli mirati e di patti sempre più chiari e stringenti con le autonomie locali non sono stati sufficienti, ma necessari. L’individuazione di obiettivi stringenti secondo la Corte, comunque, finora ha consentito di gestire un progressivo riadeguamento della spesa evitando di assecondare incrementi incontrollati. La strada aperta dall’AIFA con la sequela di tagli specifici ai prezzi e ai margini delle filiere sono, dunque, da annoverare tra i pochi salvagente gettati dall’amministrazione al sistema, e per questo, con tutta probabilità, in attesa di una prossima Finanziaria con annesso ridimensionamento delle prestazioni, si procede in quella direzione, sovrapponendo l’ennesimo rammendo alla tela già logora delle tasche di un sistema che, però, non può permettersi il lusso di perdere più nemmeno uno spicciolo.