M.D. numero 21, 7 giugno 2006

Riflettori
Profondo rosso per il sistema sanitario della Gran Bretagna
di Monica Di Sisto

Ammonta a 600 milioni di sterline, circa 900 milioni di euro, il deficit del NHS. Un risvolto non troppo gradito ad un anno della tanto acclarata riforma del servizio sanitario pubblico, salutata come la più intelligente riforma d’Europa. Gli incentivi per la sua applicazione, malgrado il ricco budget stanziato e una triplicazione del fondo sanitario, sono risultati troppo onerosi per le casse statali. La soluzione paventata dal governo è il taglio di 7mila posti nel comparto sanitario

Il sistema degli incentivi del NHS
Secondo il nuovo contratto nazionale che attua i principi della riforma del NHS, i Mmg possono guadagnare fino a 1.000 “punti” per il raggiungimento di determinati standard definiti per un set di indicatori che formano il “quality and outcomes framework” (QOF); 50 punti aggiuntivi sono offerti per l’immediata accessibilità ai servizi. I punti sono tramutati in denaro, corrisposto su base annuale: il processo di accumulo fa riferimento a una formula che tiene conto sia della dimensione della ‘practice’ (un gruppo di medici, in media 3 con circa 5.500 pazienti) sia della prevalenza delle condizioni riscontrate al suo interno. L’aumento potenziale di guadagno lordo è pari a 42.000 sterline (61.300 euro) per medico. Il QOF è articolato in tre sezioni: cure cliniche, organizzazione della pratica, ed esperienza dei pazienti.

In Gran Bretagna la riforma del NHS, il sistema sanitario pubblico, ha imposto una maggiore efficienza nei tempi d’attesa permettendo al paziente di scegliere autonomamente la struttura nella quale ottenere la prestazione, ma soprattutto di remunerare strutture e medici in base al numero dei pazienti trattati e agli esiti dei trattamenti. Tale soluzione, acclarata dai più, ha un risvolto non troppo piacevole: quest’anno il 40% del budget stanziato in più per il sistema (con un fondo sanitario triplicato: dai 34 miliardi del 1997 ai 90,5 del 2005-2006) servirà a coprire solo l’aumento dei salari. Non è dunque solo il sistema italiano a rischiare il profondo rosso, ma anche e per la prima volta dopo moltissimi anni, quello d’Oltremanica: per l’anno finanziario 2005-2006, conclusosi nel marzo scorso, il deficit ammonterebbe a 600 milioni di sterline, circa 900 milioni di euro. Ma c’è addirittura chi, come il King’s Fund, organismo indipendente, stima che il buco di bilancio potrebbe superare il miliardo. A mandare in crisi il sistema, come dicevamo, gli aumenti concessi a medici e infermieri per motivarli a ridurre i tempi d’attesa, e gli incentivi concessi ai Gp, i medici di famiglia, in base al raggiungimento di alcuni obiettivi e raggiunti da un numero di medici superiore alle previsioni dei tecnici del ministero.

Controriforma


La parola d’ordine, a questo punto, è “controriforma”. E così nella bufera è la titolare del ministero della Sanità, Patricia Hewitt, contestata per il provvedimento che comporterà la perdita di 7.000 posti di lavoro (13.000 secondo il Royal College of Nursing, l’ordine degli infermieri d’Oltremanica) nel National Health System.
Difesa senza mai fare un passo indietro dal premier Blair, che l’ha definita “assolutamente all’altezza del compito”, Hewitt è stata oggetto di fischi e gestacci durante un discorso tenuto al Royal College of Nursing. I rappresentanti dei sanitari britannici, medici e infermieri, hanno perso le staffe perché l’importante alleanza che li aveva visti fianco a fianco dell’esecutivo, a rifondare un sistema profondamente in crisi di fondi e di motivazione dopo il forte ridimensionamento subito degli anni dell’esercizio Thatcher, aveva generato due principali risultati di segno decisamente positivo: l’abbattimento delle liste d’attesa e l’aumento di medici e infermieri.
Le contestazioni non si placano sebbene il ministero abbia spiegato che non si tratterà di licenziamenti, ma di una “revisione” che toccherà prevalentemente gli amministrativi, il personale con contratti a tempo e reclutato tramite agenzia. Altro strumento che il Governo dichiara di voler utilizzare con rinnovato vigore è il blocco delle sostituzioni dei dipendenti andati in pensione.
Ma le notizie che arrivano dai Trust (le strutture che amministrano gli ospedali) e dalle Strategic Health Authority (le strutture che gestiscono il NHS a livello locale) sono di segno decisamente diverso. Oltre al blocco dei posti di lavoro e al mancato rinnovo dei contratti, si ipotizzano anche sostanziosi licenziamenti.
E c’è pure, come nelle strutture della contea del Lincolnshire, chi ha scelto strade alternative, decidendo, per esempio di non offrire più direttamente alcune prestazioni considerate non essenziali. È il caso, per esempio, della fecondazione assistita, che sarà assicurata solo alle donne sotto i 35 anni, mentre brutte notizie si annunciano anche per fumatori e obesi che, colpevoli di esercizio continuato e persistente di stili di vita non salubri, finiranno in fondo alle liste d’attesa per alcuni trattamenti chirurgici non urgenti che su di loro rischiano di essere inefficaci.