M.D. numero 29, 11 ottobre 2006

Editoriale
Oculatezza e creatività: una scelta obbligata


Si cominci dai soldi, per arrivare poi alla politica. L’invito rivolto dalle Regioni al Governo di potere vedere prima la posta di bilancio e di passare soltanto in una fase successiva alle politiche concrete, è stato raccolto.
Si è arrivati, dunque, alla vigilia della presentazione della Finanziaria, a sottoscrivere il Patto per la salute, già anticipato dal ministro per la Salute Livia Turco fin dall’estate. A tale traguardo però si è giunti solo quando le risorse messe a disposizione sono passate dai 91,2 miliardi del 2006 ai 97 miliardi nel 2007, comprensivi di un fondo di accompagnamento di 1 miliardo per sostenere il risanamento delle Regioni attualmente non in linea con i livelli di spesa concordati. Inoltre, la spesa sanitaria complessiva si dovrà attestare nel 2007 a 101,3 miliardi.
Dopo essere cresciuta in media del 7.8% annuo nel periodo 2000-2006, la spesa sanitaria verrà così sostanzialmente stabilizzata.
L’idea condivisa dai Governatori è che, nonostante la fase difficile sotto il profilo delle risorse, si possa riuscire a mettere in pratica una buona politica per la salute dei cittadini. Un’impresa ritenuta comunque ardua secondo qualcuno con la liquidità a disposizione. È necessaria, perciò, una politica di sostenibilità, affermano in coro, per riformare la sanità e garantire più qualità, migliorando l’uso delle risorse.
Uno dei modi indicati per la completa messa a frutto dei quattrini a disposizione si conferma essere il rafforzamento delle cure primarie, ma insieme a misure di riorganizzazione e qualificazione della spesa, di contenimento generale dei costi, con una rigorosa eliminazione di sprechi e inefficienze e la ricerca della massima appropriatezza clinica aggiornando i Livelli essenziali di assistenza. Che cosa significhi quest’ultima affermazione, al momento in cui scriviamo, non è dato di sapere. Per le Regioni che non raggiungeranno
gli obiettivi di spesa concordati scatteranno meccanismi di piena responsabilizzazione finanziaria, come le misure di affiancamento da parte del governo centrale.
Dopo anni di federalismo orgoglioso si è arrivati, come previsto, a una nuova fase in cui si cerca di stare di nuovo tutti insieme, quanto meno per salvare il salvabile e impedire che i soliti noti assorbano tutte le risorse in più in sprechi e diseconomie. Ad accompagnare la stangatina, la promessa dell’attivazione di un gruppo di lavoro, composto da esperti del ministero della Salute e da esperti regionali, per condurre e sostenere l’azione di risanamento delle autorità regionali e promuovere accordi tra Regioni per la diffusione delle pratiche valutate come migliori. Così in molti si augurano che il rebus a incastro delle mille cure primarie articolate sul territorio possa approdare in questo tavolo a una sua nuova composizione.
Ma quanti hanno aspettato invano in passato di sedere intorno a speranze di questa portata consigliano ai Governatori risparmi, creatività e prudenza.