M.D. numero 29, 11 ottobre 2006

Farmaci
Una nuova frontiera nella terapia del diabete
di Sirio Spadano

Saranno presto disponibili gli inibitori della dipeptidil-peptidasi-4, i quali presentano un meccanismo d’azione diverso da quello degli altri antidiabetici

U
na nuova classe di farmaci per via orale per il trattamento del diabete di tipo 2 si sta affacciando sulla scena terapeutica: si tratta degli inibitori della dipeptidil-peptidasi-4 (DPP-4) i quali agiscono migliorando un processo fisiologico denominato “asse delle incretine”, che contribuisce a ridurre i livelli glicemici quando elevati. Il primo farmaco di questa nuova classe si chiama sitagliptin, è stato sviluppato da Merck Sharp & Dohme ed è già stato introdotto in Messico.
Il meccanismo d’azione degli inibitori dell’enzima DPP-4 si differenzia da quello di ogni classe di farmaci ipoglicemizzanti attualmente disponibile. Gli inibitori dell’enzima DPP-4 aumentano la capacità dell’organismo di controllare la glicemia aumentando i livelli di incretine. Quando la glicemia è elevata, le incretine agiscono in due modi per aiutare l’organismo a regolare i livelli della glicemia elevati:
• stimolano il rilascio di insulina dalle cellule beta del pancreas, facilitando la captazione e l’immagazzinamento di glucosio a livello del muscolo e di altri tessuti;
• inibiscono il rilascio di glucagone dalle cellule alfa del pancreas, regolando il rilascio da parte del fegato del glucosio immagazzinato.
Attraverso l’inibizione dell’enzima DPP-4, le incretine - che nei pazienti affetti da diabete di tipo 2 sono meno attive - rimangono a concentrazioni più elevate per un periodo di tempo più lungo e attraverso il loro effetto sulle cellule beta e alfa nelle isole pancreatiche aiutano l’organismo a rilasciare l’insulina quando è necessario e a controllare il rilascio del glucosio dai depositi nel fegato.
Gli inibitori dell’enzima DPP-4, offrono il potenziale di controllare la glicemia con un profilo di tollerabilità migliore rispetto a molte delle terapie orali per il diabete attualmente disponibili. Negli studi clinici condotti con sitagliptin, il farmaco ha mostrato un effetto neutro sul peso e l’incidenza di ipoglicemia (bassi livelli ematici di glucosio) è risultata simile a quella del placebo.
L’innovativo meccanismo d’azione degli inibitori della DPP-4 sembra fare da complemento anche ad altre classi terapeutiche per il diabete e a tale proposito si sta studiando sitagliptin in combinazione con la metformina. Uno studio di fase III della durata di 24 settimane ha dimostrato che l’aggiunta di sitagliptin 100 mg in monosomministrazione giornaliera a pazienti diabetici non compensati dal trattamento con metformina (almeno 1500 mg/die) determina una significativa riduzione aggiuntiva dell’emoglobina glicata, della glicemia a digiuno e della glicemia post-prandiale. In un altro studio, presentato il mese scorso al 42° Congresso della European Association for the Study of Diabetes (EASD), condotto su pazienti diabetici non in trattamento farmacologico al momento della randomizzazione, l’associazione di sitagliptin 50 mg due volte al giorno e metformina 1000 mg due volte al giorno ha determinato una significativa riduzione media dell’emoglobina glicata del 2.1% (sottratto l’effetto del placebo). Questo studio, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, della durata di 24 settimane, ha valutato il trattamento combinato con sitagliptin e metformina e l’uso di entrambi questi farmaci in monoterapia in 1.056 pazienti con diabete di tipo 2.