M.D. numero 29, 11 ottobre 2006

Rassegna
La sindrome dei “body packer”
di Faustino Boioli - Direttore Reparto di Radiologia e Tecnologie Pesanti, AO Fatebenefratelli e Oftalmico, Milano

I body packer sono soggetti che occultano nel loro corpo eroina o cocaina per poi contrabbandarle. Le sostanze vengono introdotte per via orale o rettale utilizzando contenitori dai materiali più svariati. Il controllo è radiologico e si avvale soprattutto di radiografia addominale e TAC

L
e cavità del corpo umano vengono usate da lungo tempo per occultare oggetti che si vogliono sottrarre ai controlli legali: storicamente le pietre preziose venivano occultate in bocca, in vagina o nel retto. Per esempio in Sudafrica, in epoca di apartheid, i lavoratori neri delle miniere di diamanti erano spesso sottoposti a esplorazioni rettali.
I contrabbandieri si sono trovati di fronte alla necessità di contrabbandare quantità consistenti di stupefacenti, con conseguente incremento dei volumi da sottrarre ai controlli alle frontiere. Tra le altre forme di occultamento, spesso utilizzano il corpo umano, in particolare la sua cavità virtuale più grande: il tubo digerente.
I soggetti che si prestano a questi loschi affari, in genere di basso livello socio-economico, di sesso maschile ed essi stessi tossicomani che vengono reclutati con poca moneta, sono chiamati “body packer”, e tra l’altro presentano la caratteristica di essere individuati con grande difficoltà dai cani poliziotto addestrati a fiutare gli stupefacenti.
Gli speciali pacchetti contenenti gli stupefacenti sono introdotti nel tubo digerente o per via orale e in questi casi sono allora di piccole dimensioni e molto numerosi oppure per via rettale e in questo caso possono allora raggiungere cospicue dimensioni; i body packer inoltre assumono stupefacenti o altri farmaci che inibiscono la peristalsi. Anche con movimenti diaframmatici i contenitori introdotti per via rettale sono spinti verso i tratti prossimali del grosso intestino, al fine di renderne impossibile il riconoscimento all’esplorazione rettale.
Dato che i volumi utilizzabili sono di dimensioni relativamente piccole e i costi di trasporto elevati (via aerea, non potendo ovviamente il body packer stare a lungo in quella condizione), le sostanze stupefacenti contrabbandate con questo sistema, sono quelle “più preziose”: eroina e cocaina.
In genere i contenitori sono profilattici, palloncini di gomma, dita di guanti chirurgici, fogli di plastica o di alluminio per uso alimentare, astucci rigidi.
Nel caso di utilizzo della via rettale i contenitori così confezionati possono avere anche dimensioni cospicue (4 x 10 cm).
Le complicazioni di queste procedure sono rappresentate dall’occlusione intestinale e dalla rottura del contenitore, con intossicazione acuta da stupefacenti, che può portare a morte il body packer.
Nel caso di fermo di sospetti body packer l’autorità giudiziaria richiede il controllo radiologico in urgenza del soggetto anche per evitare le complicazioni descritte. Se positivo, al body packer vengono somministrati blandi lassativi o clisteri e si ricorre a interventi invasivi solo nel caso di comparsa di sintomatologia che faccia sospettare la rottura del contenitore.

Indagini radiologiche utilizzate

Radiografia e TAC


L’esame radiologico di prima intenzione è la radiografia dell’addome senza mezzo di contrasto, che spesso è risolutivo e permette di individuare i contenitori di opacità analoga, che dipende dai tipi di contenitori utilizzati (l’eroina e la cocaina sono radiotrasparenti) che, se piccoli e numerosi e distribuiti in largo tratto del tubo digerente sono stati introdotti per os (figura 1), se localizzati nel colon e di dimensioni cospicue sono stati introdotti per via rettale (figura 2).
I contenitori hanno forma allungata, ovale o rotondeggiante, e se piccoli o in corrispondenza del sigma possono essere mascherati dal materiale intestinale.
Spesso però i contrabbandieri, che nella quasi totalità dei casi sono stranieri, per incomprensione degli ordini impartiti o per ostacolare l’indagine, attuano manovre che rendono difficile l’esecuzione di radiogrammi corretti.
In questi casi e nei casi dubbi si ricorre alla TAC senza mezzo di contrasto (figura 3), che consente di rilevare con più precisione il numero dei contenitori e di risolvere anche i casi dubbi dovuti al ricorso a contenitori poco o per nulla radio-opachi.

Ecotomografia


In base a considerazioni legate alla nocività delle radiazioni ionizzanti nella ricerca dei contenitori è stata utilizzata anche l’ecotomografia, anche se si è dimostrata meno performante delle tecniche radiologiche, in quanto ostacolata dalla scarsa collaborazione dei pazienti e dalla presenza di gas e materiali intestinali, che risulta cospicua in questi soggetti, anche per il blocco della peristalsi indotta da stupefacenti o farmaci. Il suo uso è ora limitato allo studio del retto e del tratto distale del sigma (figura 4).