M.D. numero 30, 18 ottobre 2006

Editoriale
Finanziaria: novità, tagli e promesse


Un’iniezione di fiducia da 6 miliardi di euro, con un Fondo sanitario nazionale che arriva a 97 miliardi, un’aggiunta di 3 miliardi per gli investimenti e di 349,5 milioni per la ricerca, e che stanzia presso il ministero della Solidarietà la base del primo Fondo per la non autosufficienza che vale 50 milioni nel 2007, poi 200 nel 2008 e nel 2009. È quanto il ministro della Salute Livia Turco ha strappato al ministro dell’Economia Padoa Schioppa per il Servizio Sanitario, in cambio di assegni di rigore staccati in sequenza prima con le Regioni e poi con gli stessi cittadini.
Ai Governatori il ministro ha chiesto di sottoscrivere un nuovo “Patto” e di arrivare in tre anni a “zero debiti”, che passeranno, per le Regioni del Sud, per un riesame dei livelli di assistenza e l’alleggerimento dai bilanci dell’offerta di servizi non essenziali, per un risparmio complessivo di 1,125 miliardi. Per i cittadini l’impegno è quello di partecipare alla spesa su pronto soccorso, diagnostica e specialistica, con un ticket per i non esenti in tutta Italia di 23 euro per i “codici bianchi”, ovvero le prestazioni d’urgenza non urgenti, e salirà a 41 euro per i “codici verdi”, salvo traumatismi e avvelenamenti, che si accompagneranno al “ticket-ricetta” da 10 euro per la specialistica ambulatoriale, che ancora pagheranno soltanto i non esenti.
I nuovi ticket frutteranno 750 milioni, mentre le riduzioni di spesa per farmaci, laboratori e diagnostica 1,125 miliardi e così i risparmi da tre miliardi sono serviti. I cittadini inoltre sono chiamati a essere più responsabili nell’utilizzo delle risorse del Ssn, per questo saranno tenuti a pagare il costo delle prestazioni diagnostiche effettuate se non ritireranno i referti e anche le visite specialistiche prenotate a cui non si presenteranno. Ma sono state anche predisposte sanzioni aggiuntive per le truffe ai danni del Ssn da parte degli operatori del servizio sanitario.
A questo punto, dati i tagli, ci si deve occupare dello sviluppo del sistema. Perché le nuove risorse, così recuperate, non vadano più a cementare il vecchio, ma a liberare quella novità che il territorio chiede a gran voce da ormai troppi anni. Annunciata per novembre, verosimilmente si terrà in primavera la Conferenza Nazionale sulle Cure Primarie che, nei desideri del ministero della Salute, dovrebbe essere il luogo deputato in cui le tante esperienze di buone pratiche di assistenza primaria possano diventare finalmente sistema e patrimonio condiviso di tutto il Servizio sanitario nazionale. Il ministero ha approntato allo scopo una nuova Direzione generale per le Cure Primarie e una nuova Commissione ministeriale ad hoc, perché quella centralità delle cure primarie, più volte enunciata, diventi finalmente realtà. Una straordinaria coincidenza, quella della prossima primavera, con la necessità di riapertura dei tavoli per la discussione della Convenzione, che a questo punto dovrebbe anticipare, correggere, implementare quello che della medicina generale dovrà essere ricompresso nella nuova rete di cure primarie.
La Commissione e la Direzione generale per le cure primarie dovrebbero diventare, nelle premesse, operativi al più presto. Si raccolgono proposte, suggerimenti e nuove ipotesi organizzative per la loro prima “rifondazione” post-federalista.