M.D. numero 31, 25 ottobre 2006

Appunti
Iperprescrizioni: mi autodenuncio e mi discolpo

E
bbene sì, lo confesso. Sebbene non abbia mai avuto contestazioni dalla mia Asl o dalla Guardia di Finanza per iperprescrizioni, penso proprio di essere uno di quei Mmg delittuosi che, in buona fede, prescrive molti farmaci ai propri assistiti. Prima però di essere crocifisso, alla Fantozzi, nella sala mensa dell’Ufficio Ragioneria dell’Asl o di essere spedito ai lavori forzati nella Guyana Francese, vorrei esprimere l’ultimo desiderio e provare a portare qualche elemento a mia discolpa.
Innanzitutto è probabile che io prescriva troppo perché verosimilmente eseguo molte visite, per cui non so se è più lodevole per questo motivo un medico ipoprescrittore oppure un iperprescrittore.
Ammetto di prescrivere molti antipertensivi, calcioantagonisti, betabloccanti, sartani, Ace-inibitori. Ma non sarà un caso che è sempre più raro vedere un assistito con un ictus cerebrale devastante o uno scompenso cardiaco.
Prescrivo molti antibiotici, ma è pur vero che, da Mmg e specialista in cardiologia da oltre vent’anni, non ho più visto un solo caso di endocardite batterica o di malattia reumatica né ho tra i miei pazienti malati valvulopatici di età inferiore ai 50 anni.
Prescrivo molti devices come terapia inalatoria da BPCO e asma, ma è sempre più raro dover ricoverare un paziente con tali patologie ed è sempre più evidente invece che la qualità e la quantità di vita di tali pazienti siano nettamente migliorate.
Prescrivo molte statine e antiaggreganti piastrinici, ma sono sempre meno i miei pazienti costretti a eseguire costosi interventi di rivascolarizzazione miocardica o endoarteriectomia carotidea o vittime di infarto miocardico fatale. Prescrivo tanti ipoglicemizzanti orali ed insuline, ma ho pazienti diabetici meglio controllati e con meno complicanze.
Prescrivo mensilmente tante confezioni di anticoagulanti orali a pazienti con fibrillazione atriale o cardiopatie severe, ma è da molto tempo che, per fortuna, non vedo più complicanze tromboemboliche.
Prescrivo o trascrivo molti farmaci antidolorifici e per il controllo degli effetti collaterali da antiblastici in pazienti neoplastici terminali e non, ma è innegabile come in tali pazienti già pesantemente colpiti da patologie così devastanti si ottenga un migliore controllo dei sintomi.
Prescrivo molte confezioni di inibitori di pompa protonica per pazienti con rischio di emorragie del tratto gastrointestinale superiore che rientrano nei criteri della nota 1, ma non ricordo negli ultimi 20 anni di attività un solo caso di ematemesi o melena da FANS.
Prescrivo molti antidepressivi, ma nessun mio assistito è mai ricorso al suicidio o è stato oggetto di servizi sulle pagine di cronaca dei quotidiani per gesti estremi.
Prescrivo molti estroprogestinici ad uso anticoncezionale, ed è forse per questo che le interruzioni volontarie di gravidanza tra le mie pazienti si contano sulle dita delle mani.
Ho prescritto tantissimi farmaci, ma ho anche evitato un sacco di ricoveri e non dovrei essere pertanto un induttore di spesa, anzi tutt’altro.
Una buona parte di colpa è però sicuramente dovuta al fatto che ho sempre pensato e penso tutt’ora che il Mmg deve lavorare nell’interesse dell’assistito, offrendogli il meglio in fatto di diagnostica e di terapia. Il problema dei costi è ovviamente rilevante ed essenziale, ma bisogna svincolare i medici di famiglia da questo pesante fardello e troncare il terrorismo psicologico e mediatico secondo il quale facendo sentire sul collo dei Mmg il fiato dei finanzieri si arriva a consistenti risparmi sulla spesa farmaceutica, né è più concepibile che per qualche inevitabile mela marcia presente nella nostra categoria si tenda a generalizzare e a scaricare su tutti i Mmg la responsabilità dei bilanci deficitari della sanità pubblica invece di colpire sprechi e inappropriatezze che si annidano in altri comparti.

Marcello Pugliese
Medico di medicina generale
Donnici Inferiore (CS)



Basta, abbiamo bisogno di lavorare in pace!

Francamente non riesco proprio a capire il terrorismo psicologico esercitato dai mass media sulla nostra professione. A volte ho paura solo a leggere i titoli dei giornali di categoria: denunce, licenziamenti, obblighi, servilismo sfrenato agli utenti mascherato da professionalità, Guardia di Finanza ecc.
Mi chiedo, leggendo la stampa di settore, a chi giova fare ancora il Mmg? Ad un talebano sadomasochista? Non possiamo quasi più prescrivere nulla, non esiste più creatività nel nostro lavoro, ma quasi solo litigi giornalieri con gli assistiti e con i colleghi ospedalieri e amministrativi che ci considerano dei minus!
È vero, non tutte le realtà sono uguali e non si può fare di tutta l’erba un fascio. Ma non siamo noi gli untori e quelli che spendono e spandono. La medicina generale occupa una piccolissima parte della spesa sanitaria e sinceramente sono stufo di essere sempre il centro del mirino.
Per noi non cambia mai nulla e se cambia è in peggio. Invece di alleggerire il lavoro dei Mmg (di conseguenza rendere la vita più facile anche agli assistiti) veniamo caricati a dismisura di mansioni burocratiche e di incombenze che poco hanno a che fare con la medicina.
Lancio una provocazione: se il Mmg è inutile, spende troppo ed è la causa dei mali del Ssn, eliminiamo questa scomoda e inutile figura professionale e sistemiamola in un bel reparto di Medicina Interna o in qualche ufficio come dipendente e con diritto di ferie e di malattia. Così lo Stato risparmia e noi finalmente troviamo un po’ di pace.

Vittorio Principe

Medico di medicina generale
Bolzano



Uno strappo doloroso e troppo rischioso

Mare blu, cielo blu, sole caldo e temperatura estiva, ma per molti medici di famiglia come me iscritti alla Fimmg l’animo era talmente cupo da non sentire caldo né vedere la limpidezza del cielo. Due contrapposizioni innaturali si sono fronteggiate, con una spaccatura virtuale del sindacato in una cornice sindacale che è riuscita a organizzare un congresso nazionale con la contemporanea presenza di due ministri della Repubblica in carica e diversi assessori regionali, in un momento in cui la medicina generale sembrava finalmente riuscita a scrollarsi dalle spalle la figura ingombrante del Dr. Tersilli e approcciarsi a divenire dopo quasi un trentennio di gestazione la “seconda colonna portante del Ssn”, almeno secondo i pronunciamenti del ministro della Salute.
Una crisi che potrebbe ripercuotersi non solo sul sindacato, ma sull’intera categoria. La possibile parcellizzazione del più grande sindacato della medicina generale non è un buon auspicio per nessuno, iscritti e non iscritti.
Una crisi al vertice per molti aspetti per me incomprensibile. Poco o niente hanno avuto a che fare gli indirizzi programmatici giacché i programmi in contrapposizione hanno evidenziato sì differenze, ma marginali. Tutto ciò potrebbe ridimensionare ancora di più le ambizioni che la medicina generale nutriva da anni di poter essere protagonista nella sanità del territorio e che rischia in un momento topico di ricacciarla nel limbo di una marginalità ai limiti della sussistenza senza speranza di potersi contrapporre in termini di progettualità e fattibilità allo strapotere anche nel territorio della medicina di 2° e 3° livello. Improvvisamente si è deciso di farsi del male contrapponendo logiche di potere a quell’unità nella diversità che era stato uno dei suoi punti di forza nel recente passato.
Questa contrapposizione potrebbe far correre il rischio di escludere intelligenze finissime (presenti in ambedue gli schieramenti) dal governo del sindacato e creare astii e rancori come strascico di una competizione portata all’estremo. Solamente uno scatto di abilità politica e di effettivo interesse per la categoria potrà evitare che da una parte o dall’altra possa prevalere la tentazione di rotture più o meno palesi e che nuovamente possa ritornare quello spirito di servizio che per anni ha caratterizzato il sindacato. Il tutto nel solo ed esclusivo interesse della Fimmg, della categoria e, se mi permettete, anche della sanità italiana e della salute dei cittadini.

Paolo Giarrusso

Medico di medicina generale
Palermo