M.D. numero 33, 8 novembre 2006

Esperienze
Educazione sanitaria e giovani pazienti
di Cesare Tosetti e Andrea Cenni - Medici di medicina generale, Porretta Terme (BO)

La moltitudine di informazioni sulla salute a cui i cittadini sono sottoposti può causare un effetto boomerang. Dall’esperienza di incontri tra Mmg e giovani assistiti emerge una riflessione: programmi educazionali di breve durata ma mirati su gruppi di piccoli dimensioni e omogenei per età potrebbero suscitare più interesse e favorire lo sviluppo di comportamenti adeguati

Se la salute rappresenta un bene primario e come tale percepito dalla popolazione, la gestione della salute da parte del singolo cittadino è problematica, in quanto mediata da un complesso sistema composto da molteplici figure professionali e influenzata da variabili economiche e sociali.
Le analisi operate sui rapporti tra cittadini e salute evidenziano criticità rappresentate da usi inappropriati (per esempio negli accessi ai servizi di secondo livello, alla diagnostica, ai servizi di emergenza) e da scarsa responsabilizzazione verso se stessi (per esempio squilibri nell’alimentazione, diffusione di fumo, alcol, droghe o comportamenti rischiosi).
In passato tali problematiche sono state affrontate tramite campagne “a pioggia”, quali la diffusione di stampati, con dubbio impatto sulla popolazione.
È possibile che interventi maggiormente mirati su gruppi di piccole dimensioni e omogenei per età possano suscitare interesse e favorire lo sviluppo di comportamenti adeguati. In particolare i giovani sono un gruppo di grande interesse, in quanto da una parte stanno formando una propria coscienza sanitaria, dall’altra sono sensibili alle diverse fonti di informazione disponibili.
Proprio la molteplicità di fonti di informazione tendono a svuotare il cittadino della propria capacità e responsabilità di gestione della salute e utilizzo del sistema sanitario.

Incontri sperimentali


Con lo scopo di fornire ai cittadini informazioni per rendere più efficace e responsabile la gestione della propria salute sono stati avviati incontri sperimentali con il gruppo di ventenni di un singolo medico di medicina generale.
Tramite una lettera firmata dal medico curante tutti gli assistiti di età compresa tra i 18 e i 22 anni sono stati invitati a un incontro serale della durata di circa due ore.
Hanno risposto all’invito 27 (16 maschi, 11 femmine) dei 60 pazienti invitati, che sono stati divisi in due gruppi (un incontro per gruppo) per favorire la discussione.

Risultati degli incontri


Gli incontri, condotti dal medico di medicina generale quale figura di riferimento di cure primarie, si sono svolti in modo informale, per eliminare ogni idea di trasmissione gerarchica di informazioni, in una sala con sedie disposte a cerchio con disponibilità di bibite e snack.
All’inizio i presenti hanno compilato in modo anonimo un questionario standardizzato che verteva su tre argomenti:

  • rapporto medico paziente,
  • fonti di informazione sanitaria,
  • necessità assistenziali.
Successivamente l’incontro si è sviluppato affrontando alcuni tra gli argomenti scelti congiuntamente dall’elenco riportato in tabella 1.
L’impressione riportata al termine degli incontri è stata quella di una buona disponibilità al dialogo da parte dei partecipanti, che dimostrano comunque carenze rilevanti di conoscenza sulla gestione della propria salute e difficoltà di valutazione dell’informazione mediatica sui temi della prevenzione, dell’educazione sanitaria e dell’utilizzo dei servizi sanitari.
Di un certo interesse sono i risultati dei questionari effettuati all’inizio degli incontri. Per quanto riguarda la relazione medico-paziente è stato chiesto un giudizio sui differenti termini che sono usati o proposti per definire la persona che si rivolge al medico (tabella 2). Il termine paziente risulta di gran lunga preferito, con scarsissimo interesse per quelle forme (utente o cittadino) che nel sottolineare un rapporto di fornitura di servizi sono risultati sostanzialmente ipocriti nel descrivere quello che risulta il legame particolare in ambito sanitario.
La seconda domanda verteva sulla raccolta delle principali fonti di informazione sanitaria (tabella 3). Questo gruppo di pazienti segnala famiglia, personale sanitario e televisione come fonti primarie di ascolto, con scuola, istituzioni e amici quali fonti secondarie.
Questi risultati confermano che iniziative di tipo tradizionale, quali opuscoli o conferenze possono avere un impatto davvero scarso, costituendo per lo più uno spreco di risorse. I risultati non sono sorprendenti, in quanto sappiamo per esempio che le drammatiche etichette sui danni da fumo stampati sui pacchetti di sigarette non sono minimamente percepite dagli adolescenti o se lo sono non producono alcun effetto.
Infine ai partecipanti è stato richiesto di formulare, in campo libero, eventuali esigenze in campo sanitario per la zona di residenza. A questa domanda 11 partecipanti su 27 hanno ritenuto di esprimere un pensiero specifico.

Riflessioni

Indubbiamente una delle grande sfide del sistema sanitario sarà quella di aumentare la consapevolezza e la responsabilizzazione da parte dei cittadini della gestione della propria salute e del sistema sanitario.
Un importante investimento dovrebbe essere compiuto sui cittadini di oggi e di domani, i giovani, affinché possano riversare comportamenti adeguati sulle generazioni successive.
È dimostrato che programmi educazionali, anche di breve durata, possono migliorare conoscenze e capacità di intervento personale su temi e problematiche sanitarie da parte dei giovani (Sanci et al. BMJ 2000; 320: 224-30). L’importante è che modalità di contatto, linguaggio e argomenti siano adeguati alle necessità degli interessati.