M.D. numero 35, 22 novembre 2006

Clinica
Eiaculazione precoce: inquadramento clinico
di Alberto Mandressi - Direttore UO di Urologia, Ospedale di Circolo di Busto Arsizio (VA)


L’eiaculazione precoce esprime una generale difficoltà dell’uomo di vivere appieno la propria sessualità e nessun intervento sintomatico può risultare risolutivo, ma deve essere inserito in un programma terapeutico ampio e articolato

Un uomo soffre di eiaculazione precoce quando è incapace di controllare il riflesso eiaculatorio non appena raggiunto un certo livello di eccitazione.
Non è possibile quantizzare scientificamente questo “tempo breve”; certamente è un tempo tale da non consentire alla partner dell’uomo di raggiungere l’orgasmo nel momento in cui lo desidera. Non si può tenere conto dell’aspetto temporale, né del numero di spinte coitali, né del piacere raggiunto dal partner. Come unico parametro rimane la capacità del soggetto di controllare il riflesso eiaculatorio una volta raggiunto l’apice dell’eccitazione.
La caratteristica fondamentale dell’eiaculazione precoce è infatti la comparsa di orgasmo ed eiaculazione a seguito di minima stimolazione sessuale prima, durante, o subito dopo la penetrazione, e comunque prima che il soggetto lo desideri.
La maggior parte dei soggetti con eiaculazione precoce è tuttavia in grado di ritardare l’orgasmo durante la masturbazione per un tempo maggiore rispetto a quanto riesce ad ottenere durante il coito. Ciò testimonia l’importanza dei fattori psicologici sia individuali sia relazionali nell’insorgenza del disturbo.

Diagnosi differenziale


Raramente le cause possono essere di natura organica, ma il clinico deve escludere forme legate per esempio a patologie flogistiche genitali, in particolare le prostatiti e le vescicoliti, a malattie neurologiche sia di origine dal sistema nervoso centrale (sclerosi multipla) sia dal sistema nervoso periferico. Va ricordato anche che l’eiaculazione precoce è particolarmente frequente nei soggetti che fanno uso di droghe (eroina, cocaina, anfetamine) e che a sua volta è un fattore di rischio dell’inizio di abuso di sostanze.

Fasi di risposta sessualee stadi dell’eiaculazione


L’eziologia è frequentemente su base psicologica, si tratterebbe cioè di un tentativo di difendersi dall’ansia generata dalla sessualità.
Masters e Johnson hanno definito quattro fasi del ciclo di risposta sessuale: eccitazione, plateau, orgasmo e risoluzione.
Nella prima fase vengono raggiunti alti livelli di tensione sessuale; nella seconda tali livelli vengono mantenuti per un certo periodo; nella terza vi è un improvviso aumento della tensione verso una punta massima chiamata orgasmo; nella quarta la tensione sessuale decresce fino a tornare alla condizione di partenza.
Gli uomini con eiaculazione precoce hanno una fase di rapido eccitamento, che procede direttamente verso l’orgasmo con una scarsa o nulla faseno di plateau. Il ciclo si conclude quasi subito dopo avere avuto inizio.
L’eiaculazione è un processo a due stadi.

  • Primo stadio: comporta contrazioni dei vasi deferenti, delle vescicole seminali e della prostata; nello stesso tempo si chiude lo sfintere della vescica. Un quantitativo di liquido seminale con spermatozoi viene così spinto nell’uretra prostatica.
  • Secondo stadio: consiste in contrazioni ritmiche dei muscoli genitali, che spingono il liquido seminale fuori dall’uretra in zampilli.
Quando il primo stadio dell’eiaculazione ha avuto inizio, essa è inevitabile e non può essere arrestata dalla volontà.

Disagio psicologico


L’eiaculazione precoce causa notevole disagio psicologico e difficoltà relazionali, può essere legata a particolari situazioni o partner oppure essere generalizzata, legata cioè a qualsiasi tipo di situazione o di partner.
In alcuni casi il soggetto non ha mai avuto un’attività sessuale normale (forma permanente), in altri casi l’eiaculazione precoce può insorgere in un secondo momento (forma acquisita), dopo un periodo di attività sessuale normale e in seguito a particolari eventi stressanti.
In molti casi il soggetto riesce a avere una vita sessuale più o meno soddisfacente nell’ambito di una relazione stabile, mentre presenta il disturbo in presenza di prestazioni con partner occasionali.
Il grado di compromissione della capacità del soggetto di avere rapporti sessuali soddisfacenti ci dà un’idea della gravità del disturbo; spesso è presente una notevole componente di ansia da prestazione che spinge il soggetto a isolarsi, a non intraprendere nuove conoscenze e nuovi approcci sessuali, nel timore di non essere in grado di offrire una buona prestazione.
L’eiaculazione precoce si associa frequentemente ad altre disfunzioni sessuali e a problematiche psicologiche o psichiatriche, come la fobia sociale e l’ansia generalizzata, tanto da rendere più complesso il programma terapeutico.

Conclusioni


La diagnosi deve essere integrata, deve escludere la presenza di patologie organiche o gli effetti derivanti dall’uso di sostanze (per esempio astinenza da oppiacei) o la presenza di disturbi psichiatrici; deve mirare inoltre a comprendere la personalità del soggetto, il suo modo di agire e reagire nei confronti dei problemi della vita, le sua capacità relazionali, la sua autostima.



Approccio terapeutico integrato
di Ferdinando Pellegrino - Direttore Unità Operativa Salute Mentale, Asl Salerno 1, Costa d’Amalfi

L'approccio all’eiaculazione precoce deve essere olistico, integrato, deve mirare alla comprensione della natura del disturbo, del contesto in cui si è sviluppato e della motivazione del soggetto rispetto al problema.
È difficile potere agire solo sul sintomo, mirare ad allungare la durata del rapporto sessuale, senza aiutare il soggetto ad acquisire una maggiore padronanza della propria sessualità.
Nell’eiaculazione precoce non è solo in gioco la durata del rapporto quanto la personalità del soggetto, la sua autostima e la sua capacità di autodeterminazione; non essere in grado di avere un rapporto sessuale soddisfacente è motivo di profonda frustrazione psicologica, con comparsa di sensi di colpa e vissuti di inadeguatezza.
Il vero lavoro da compiere, al di là dell’intervento sul sintomo, è quello di ridare fiducia al soggetto, di renderlo più forte e autodeterminato; ciò è possibile attraverso percorsi psicoterapeutici strutturati, con obiettivi a lungo termine che possono essere raggiunti attraverso un lavoro paziente sulle caratteristiche di personalità del soggetto.
In questo modo si vuole agire sul grado di autonomia della persona, sui fattori motivazionali profondi, sull’ansia da prestazione, sulle capacità relazionali del soggetto, sulla capacità di gestione delle emozioni, nel tentativo di operare un intervento sui fattori che rendono la persona più fragile, meno determinata, più esposta a perdere il controllo della situazione nel momento in cui sono presenti fattori destabilizzanti o ansiogeni.
Nell’immediato è possibile invece operare con tecniche più agili, nel tentativo di aiutare il soggetto ad apprendere ad avere un controllo efficace sui tempi necessari, per sé e per il proprio partner, per raggiungere l’orgasmo.
Il trattamento in questo modo comprende l’addestramento dell’individuo a tollerare elevati livelli di eccitazione senza eiaculare e a ridurre lo stato d’ansia legato all’eccitazione sessuale. Gli uomini vengono istruiti a distinguere tra gli alti livelli di tensione sessuale ed eiaculazione imminente, interrompendo il ciclo della tensione crescente, prima che il primo stadio dell’eiaculazione abbia avuto inizio.

Tecniche di interruzione e terapia farmacologica


Due sono le tecniche maggiormente utilizzate allo scopo: lo start-stop e lo squeeze.
Con la prima l’interruzione può essere praticata desistendo dalla stimolazione genitale, finché viene meno il bisogno imperioso di eiaculare; con lo squeeze lo stesso scopo può essere raggiunto con una compressione del glande da parte della partner sessuale, quando l’orgasmo si avvicina.
Dal punto di vista farmacologico non esiste una terapia specifica per questo disturbo, ma si sfruttano gli effetti collaterali di alcuni farmaci che determinano un ritardo dell’eiaculazione (latenza dell’eiaculazione); tra quelli utilizzati vi sono i bloccanti alfa-adrenergici e gli inibitori selettivi del reuptake della serotonina - gli SSRI - come fluoxetina e paroxetina.

Approccio complessivo


È utile sottolineare che la sessualità non può essere avulsa dal contesto in cui si manifesta, perché è espressione della personalità di ogni singolo soggetto. Qualsiasi programma terapeutico si voglia intraprendere deve fare i conti con la dimensione psicologica del paziente, con le sue ansie, con la sua storia, con il suo stile di vita. La vita sessuale ha la sua origine nell’infanzia, risente delle esperienze primordiali relazionali (con i genitori, con gli insegnanti, ecc), delle prime esperienze sessuali (spesso i pazienti raccontano delle prime esperienze avvenute in modo frettoloso con prostitute), dei primi approcci sentimentali, ma anche del partner.
Vi è una generale tendenza del sesso femminile ad essere più determinato sessualmente, più esigente, più attivo; ciò sta creando una maggiore tensione nel sesso maschile, sempre più preoccupato di non essere in grado di soddisfare le richieste della partner. Per alcuni ciò ha un effetto destabilizzante e aumenta l’ansia da prestazione; ragazzi di 20-25 anni raccontano di non avere avuto mai rapporti perché temono il sesso femminile. Molte coppie sono in crisi perché l’atto sessuale non viene consumato, per l’incapacità dell’uomo di avere un rapporto completo.
Una maggiore sensibilità del medico di famiglia rispetto a queste problematiche può evitare la strutturazione delle prime difficoltà sessuali - estrinsecantesi con l’eiaculazione precoce - in disturbi persistenti che compromettono nel tempo la funzionalità globale del soggetto.