M.D. numero 36, 29 novembre 2006

Esperienze
Il “miracolo” Utap della provincia di Vicenza
di Filippo Mele


Partita in sordina in fase sperimentale nella Asl 4 dell’Alto Vicentino, l’Utap di Zugliano di Thiene ha dimostrato sul campo la sua efficacia, facendo da trampolino di lancio per l’organizzazione di altre due Unità territoriali di assistenza primaria nella provincia vicentina

Unità territoriali di assistenza primaria (Utap), come previste dall’art. 26 dell’ACN: la provincia di Vicenza ricomincia da tre. Dopo l’Utap di Zugliano di Thiene, altre 2 sono in fase di organizzazione. Lo ha annunciato il segretario provinciale Fimmg, Augusto Zen, illustrando l’esperienza della Asl 4, “Alto Vicentino”, diretta da Sandro Caffi, un manager molto aperto alla medicina del territorio tanto da avere ricevuto il “Premio Mario Boni 2006” nel corso del 59° Congresso Fimmg di Villasimius.
“Non sappiamo con precisione - ha dichiarato Zen - se quella di Zugliano sia la prima Utap d’Italia. Certamente lo è nella nostra realtà regionale ed è una delle poche su scala nazionale ad avere superato la fase sperimentale. Fra due mesi, tra l’altro, partirà l’Utap di Arsiero, in montagna, ai confini con la provincia di Trento. Stiamo aspettando solo che venga estesa la rete Adsl per consentire i necessari collegamenti telematici”. E non è finita. “Fra sette-otto mesi, infatti, sarà avviata la nostra terza Utap, quella di Malo. Tutte queste aggregazioni complesse, va sottolineato, vengono realizzate con il consenso della popolazione e in piena intesa con gli enti locali (Comuni, Comunità montane) e con la stessa Regione che può contare su un’assistenza territoriale 24 ore su 24 con tutti i benefici che ne conseguono”.

La ricetta vicentina


Miracolo vicentino, allora, nell’ambito delle cure primarie? Miracolo unitario tra i diversi sindacati di categoria? “Entrambe le cose - ha precisato Zen -. All’Utap di Zugliano partecipano anche medici iscritti ad altri sindacati di categoria, per esempio lo Snami. In sede provinciale anche questo sindacato condivide la linea di tendenza”.
Ma come funziona l’Utap di Zugliano? Lo abbiamo chiesto al responsabile organizzativo, Marino Zenari, che si dichiara entusiasta della sperimentazione messa in campo che è già un punto di riferimento organizzativo per altre realtà territoriali e regionali. “Non lavoriamo più da soli, ma in gruppo - precisa - condividendo percorsi organizzativi e assistenziali. Abbiamo cercato di realizzare una sorta di prototipo a misura non solo di paziente o di Asl, ma anche di medico. Siamo in 13 per una popolazione di 16.000 assistiti sparsi nei paesini dell’Alto vicentino. Paesi orograficamente dispersi tra le colline. Da qui è nata la decisione di tenere comunque aperti i nostri ambulatori periferici, pur scegliendo d’intesa con la Asl uno stabile ex distretto, come sede centrale, che l’azienda ha messo a nostra disposizione. Lavoriamo in gruppo, ma non potevamo costringere i pazienti a recarsi in una sede unica, alcuni abitano a 10-15 chilometri da Zugliano. I nostri assistiti, però, possono recarsi all’ambulatorio centrale in caso di urgenza quando quelli dei loro medici sono chiusi. Ogni Mmg del gruppo, infatti, ha messo a disposizione alcune ore di attività da svolgere nell’ambulatorio centrale in modo da tenerlo aperto 12 ore su 12”.
Il collegamento tra periferia e centro avviene per via telematica. “Dai nostri ambulatori - ha spiegato Zenari - arrivano le informazioni a quello centrale e viceversa, con software comuni, in modo che la cartella del paziente sia sempre aggiornata. Della rete fa parte anche la continuità assistenziale. I medici di CA, nel momento in cui sono chiamati da un ammalato, sono in grado di accedere direttamente alla sua cartella clinica, informandosi in tempo reale sullo stato di salute, sugli accertamenti eseguiti, sulle terapie in atto e nel contempo possono aggiornare la cartella con gli interventi effettuati o programmati. Attraverso la rete si è in grado di garantire un’assistenza 24 ore su 24”.
Si tratta, quindi, di una Utap che si caratterizza per un duplice aspetto associativo: quello di gruppo e quello in rete. “L’esplosione dell’informatica ci agevola i compiti. Possiamo avere contatti in tempo reale con il Pronto soccorso e avere la possibilità di leggere i referti degli esami per gli assistiti ricoverati. Tutto ciò, a parte la possibilità di ognuno dei nostri assistiti di trovare sempre un medico sul territorio, ha portato alla riduzione di circa 11 punti in percentuale del tasso di ricoveri ospedalieri della Utap rispetto al resto della Asl. Inoltre alcuni Mmg del gruppo, in possesso di specializzazione, hanno messo a disposizione la loro professionalità per consulenze: elettrocardiogrammi, esami allergologici, prestazioni di primo livello. Tale prassi, oltre a ridurre le liste di attesa, ci ha consentito di avere 2 punti percentuali in meno di ricorso alla medicina specialistica”.
Quanto guadagna in più all’anno per assistito uno dei 13 Mmg aderenti alla vostra Utap?
“Guadagna 10,50 euro l’anno/assistito per la medicina di gruppo, 11 euro per l’Utap, e un ulteriore incentivo - precisa Zenari - legato, però, al raggiungimento del 4% in meno di ricorso agli specialisti rispetto al dato Asl”.