M.D. numero 37, 6 dicembre 2006

Ricerche
Incidenza di tumori in alcuni Comuni della provincia di Mantova
di Anna Teresa Nardi - Medico di medicina generale, Quistello (MN), AIMEF

La raccolta dati condotta da un gruppo di Mmg del territorio del Destra Secchia è stata svolta con l’intento di verificare incidenza e mortalità di neoplasie in una zona ad alto impatto ambientale. Il progetto, tuttora in divenire, ha coinvolto anche parte della società civile, utilizzando il biomonitoraggio dei licheni, quali indicatori della qualità dell’aria. Occorrerebbe indagare sul fatto che la maggiore incidenza si riscontra dove peggiore è la qualità dell’aria


L'aonsapevoli dell’importanza dell’epidemiologia come base fondamentale per giungere a prendere iniziative efficaci, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione, nel 2003 abbiamo iniziato una raccolta di dati - che non abbiamo la presunzione di definire indagine epidemiologica - sull’incidenza e la mortalità per tumori in alcuni Comuni del territorio del Destra Secchia (ubicato nella porzione più orientale della provincia di Mantova), cercando di risalire anche all’incidenza relativa al quinquennio precedente (1999-2003).
Si tratta di uno studio osservazionale (tuttora aperto), teso a mantenere un elevato grado di attenzione sulle conseguenze dell’inquinamento ambientale sulla salute umana.
Il nostro territorio infatti, pur essendo prevalentemente agricolo, rappresenta una zona a elevato impatto ambientale per la presenza di industrie e di ben due centrali termoelettriche ubicate a breve distanza l’una dall’altra (circa 10 km in linea d’aria). Per molti anni per il funzionamento delle centrali è stato utilizzato olio combustibile, sostituito solo recentemente da gas metano. Permane tuttavia il problema delle micropolveri (PM 10 e PM 2.5) con le ben note ricadute sia sull’apparato respiratorio sia su quello cardiocircolatorio.
L’inquinamento ambientale è stato monitorato anche attraverso l’utilizzo di licheni: si tratta di metodi la cui efficacia e predittività è sostenuta da un’ampia letteratura a livello internazionale, che richiedono tempi ridotti e bassi costi.
Sono stati così coinvolti i colleghi Mmg, chiedendo di fornirci i dati; un’iniziativa che alcuni portavano avanti già da tempo per curiosità e cultura personale, a cui altri hanno aderito con entusiasmo, e a cui altri ancora (la maggioranza) non hanno preso parte.
Questa iniziativa è stata motivata solo dalla necessità di verificare se nel nostro territorio ci sia una situazione diversa rispetto alle altre zone della penisola.
Quelli che seguono sono i risultati, ottenuti dall’elaborazione dei dati forniti dai medici che hanno aderito, con grande sensibilità, al nostro progetto.

ANNI 1999-2003


I medici che hanno aderito all’iniziativa sono stati dieci, con una popolazione censita di assistiti pari a 12.050. Sono stati riscontrati 391 nuovi tumori, con un’incidenza pari allo 0.64% (tabella 1).
Il tumore più frequente è risultato essere quello della mammella, seguito dal tumore polmonare, mentre si è aggiudicato il terzo posto in questa classifica il tumore intestinale.

I Comuni in cui l’incidenza ha superato la media sono stati Sermide, Magnacavallo e Schivenoglia. Da rilevare, come dato preoccupante, l’alta incidenza di neoplasie polmonari nel comune di Sermide (figura 1). 

ANNO 2003


Abbiamo deciso di ripetere la raccolta dati relativa al 2003 per la partecipazione di un altro Mmg, inserendo così anche i dati relativi alla mortalità.
I medici aderenti sono stati 11, con una popolazione considerata di 13.250 assistiti. Sono stati riscontrati 112 nuovi casi di tumore nel corso dell’anno, con un’incidenza pari allo 0.85% della popolazione, mentre i pazienti deceduti per cause legate alle neoplasie sono stati 47, pari allo 0.41% della popolazione (figura 2).
Anche durante il 2003 il tumore più frequentemente diagnosticato è stato quello della mammella, seguito dal tumore polmonare a pari merito con quello prostatico.
I Comuni con maggiore incidenza di neoplasie sono stati Quingentole, Magnacavallo, Schivenoglia e Sermide.

ANNO 2004


I medici aderenti sono stati 13, con una popolazione considerata di oltre 15.000 persone. Sono state riscontrate 125 nuove neoplasie, con un’incidenza pari allo 0.85%, mentre i decessi causati da neoplasie sono stati 41, con una media dello 0.27%.
Il tumore più frequente è sempre quello della mammella, seguito dal tumore prostatico e da quello intestinale. Nel 2004 i Comuni con un’incidenza superiore alla media sono stati Pieve/Revere, S. Giacomo Segnate, Felonica, Quistello e Schivenoglia (tabella 2).

ANNO 2005


Il primo dato di rilievo è che nonostante sia leggermente diminuito il numero di medici partecipanti e di conseguenza il numero di pazienti censiti, il numero totale delle neoplasie è aumentato passando dai 125 casi del 2004 ai 155 del 2005.
Per il 2005 hanno infatti collaborato 12 medici, che hanno censito oltre 14.000 abitanti. Sono deceduti 53 pazienti, passando così l’incidenza dallo 0.82% del 2004 all’1.07% del 2005 e la mortalità dallo 0.27% del 2004 allo 0.37% del 2005 (tabella 3).
A Sermide, Ostiglia, Schivenoglia, San Giacomo Segnate e Felonica abbiamo osservato un aumento di incidenza oltre la media, i tumori hanno colpito più frequentemente intestino, mammella e pelle; da segnalare che a San Giovanni del Dosso si è verificato il maggior numero di decessi per neoplasie: ben 10 decessi su 1.060 abitanti.

Commento


Si stima che in Italia nel 2005 siano occorsi oltre 250.000 nuovi casi di tumore (135.000 casi negli uomini e 117.000 casi nelle donne) che corrispondono ad un tasso standardizzato di 356 casi ogni 100.000 uomini e 266 casi ogni 100.000 donne. In Lombardia sono stati stimati oltre 25.000 nuovi casi di tumori, che corrispondono ad un tasso grezzo per gli uomini di 544 e di 486 per le donne per 100.000, mentre il tasso standardizzato è pari a 389 per gli uomini e 305 per le donne per 100.000.
I tassi standardizzati, eliminando le differenze nella struttura per età delle popolazioni a confronto, permettono di effettuare confronti corretti, ma non rispecchiano l’impatto che la malattia ha nella popolazione (www.tumori.net).
L’incidenza media in Lombardia nel 2005 è stata pari allo 0.52, ovvero inferiore rispetto ai risultati della nostra indagine (0.82 nel 2004 e 1.07 nel 2005).
Collegando i nostri dati con lo studio dei licheni abbiamo ottenuto la conferma che il Destra Secchia è un’area con un grado di inquinamento medio-elevato, che riduce la biodiversità di tali organismi soprattutto nei Comuni sedi delle due centrali (Sermide, Revere e Ostiglia), dove è anche più elevata l’incidenza di neoplasie.
Riteniamo che questa preoccupante coincidenza non sia dovuta al caso, ma meriti ulteriori approfondimenti da parte delle autorità competenti.
Unico dato di rammarico di questa piccola indagine è rappresentato dalla scarsa adesione dei medici di famiglia; speriamo ugualmente che in futuro ci sia maggiore sensibilità e disponibilità da parte dei colleghi a raccogliere e a fornirci questi dati, con la consapevolezza di quanto potrebbero essere importanti per la tutela del nostro territorio e dei suoi abitanti.



Biomonitoraggio dei licheni in alcuni Comuni del Destra Secchia

di Claudio Malavasi - Docente di Scienze, Istituto Superiore Galilei, Ostiglia (MN)

Nell’ambito del progetto “Licheni in rete” coordinato da “Labter-Crea” (Laboratorio territoriale - Centro regionale per l’educazione ambientale), una struttura di servizio per la disseminazione dell’educazione ambientale, nell’ottica dello sviluppo sostenibile nelle scuole e nella comunità mantovana, l’Istituto Galilei di Ostiglia ha effettuato nei mesi di marzo-aprile 2006 il biomonitoraggio dei licheni che crescono sulla corteccia dei tigli in alcuni Comuni del Destra Secchia.
È noto che i licheni sono degli ottimi bioindicatori della qualità dell’aria. I licheni infatti, essendo sprovvisti di radici, traggono le sostanze di cui hanno bisogno quasi esclusivamente dall’atmosfera, da cui sono pertanto strettamente dipendenti per l’apporto idrico, per la nutrizione minerale e per l’apporto di gas.
Sono quindi estremamente esposti e reattivi alla presenza di sostanze tossiche che alterano la composizione atmosferica.
L’esposizione prolungata agli inquinanti atmosferici determina una diminuzione dei licheni fino alla scomparsa delle specie più sensibili, poi via via di tutte le altre specie fino al deserto lichenico.
Il metodo applicato nell’indagine è una versione semplificata di quello ufficiale (Manuale dell’ANPA “Indice di biodiversità lichenica”, 2001).
Esso consiste nel posizionare sul tronco dell’albero prescelto, all’altezza prestabilita di un metro, un reticolo nelle quattro direzioni dei punti cardinali, e quindi identificare e contare i licheni che ricadono all’interno delle maglie del reticolo.
In ogni stazione sono stati esaminati almeno tre alberi e si è fatta poi la media dei dati raccolti pervenendo a un numero definito “Indice di biodiversità lichenica” (IBL). Maggiore è il valore dell’IBL più alto è il numero e la varietà dei licheni e più pulita è l’aria che si respira. Ad ogni stazione è stato quindi attribuito un bollino colorato, secondo la classe di qualità individuata (tabella 1), proposta dal metodo.

Risultati


I risultati ottenuti (figura 1) evidenziano che il valore di IBL più alto (64.6) è stato rinvenuto a Quistello in P.za Guido Rossa, e corrisponde a una condizione di naturalità alta (bollino verde scuro). Naturalità media nell’altra stazione di Quistello e a S. Giovanni del Dosso (bollino verde chiaro). Naturalità bassa (bollino giallo) nelle stazioni di Poggio Rusco, Ostiglia e Revere. I valori di IBL più bassi si sono rinvenuti a Sermide (in particolare nella stazione di viale Nazario Sauro, alla quale è stato attribuito il bollino arancio corrispondente ad un giudizio di alterazione media).

Considerazioni

Pur nella parzialità dell’indagine si può notare che esiste una certa correlazione, sulla cui significatività occorrerebbe indagare, fra i bassi valori di IBL in alcuni Comuni e l’alta incidenza di neoplasie negli stessi.