M.D. numero 38, 1319 dicembre 2006

Focus on
L’alfabeto “caldo” della professione
di Monica Di Sisto

Dal rinnovo della convenzione, al Codice deontologico, alla deburocratizzazione, al nuovo sistema Ecm: nell’agenda 2007 sono segnate una serie di cose importanti da portare a termine e nodi da sciogliere per la sanità e in particolare per i medici di famiglia

A come ACN
L'oggetto del desiderio per i Mmg italiani è senza dubbio la nuova Convenzione, attorno alla quale tutto il mondo sindacale ha ritrovato unità. La priorità condivisa è quella del rinnovo di un ACN che dia al medico di famiglia certezze, innanzitutto economiche, di un incremento economico reale, e non posticipato come è stato fino a oggi. Il rinnovo, ha spiegato per esempio il leader Fimmg Giacomo Milillo, “dovrebbe porre il Mmg in un ruolo centrale e non marginale rispetto al panorama della sanità italiana, che vede fondi economici certi per l’ospedale e i dipendenti medici e uno stanziamento opzionale per i medici di famiglia”. Tra i sindacati c’è anche largo accordo sul profilo del Mmg che deve rimanere un libero professionista, evitando ipotesi di dipendenza. L’idea di una Commissione ministeriale per le cure primarie, che veda presenti tutte le competenze per ridefinire i contorni dell’accordo, trova tutte le sigle sindacali concordi e partecipi. L’obiettivo è un Mmg “con diritti e doveri certi - ha dichiarato Piergiuseppe Conti, presidente Snami - che facciano da collante per lavorare insieme nelle diversità dei profili medici e non in contrapposizione”.

C come Codice deontologico

Il nuovo Codice deontologico riparte da parole forti come etica, uso appropriato delle risorse, trattamento dei dati del paziente, consenso informato. Ma anche prevenzione dell’errore e gestione più accurata della documentazione sanitaria. Oltre 70 articoli che rinnovano la versione del 1998, completandola con due regolamenti su pubblicità informativa e conflitto d’interesse. L’innovazione è stata anche dettata dalla legge Mastella di riforma degli Ordini stessi di recente presentazione, che, per esempio, vuole far sparire l’obbligo di iscrizione agli Albi per tutti i professionisti esercenti attività riservate, indipendentemente dal rapporto di lavoro, e affidarlo alla successiva delega. Secondo il presidente della FNOMCeO Amedeo Bianco ciò “mette in discussione in un colpo solo il ruolo autonomo di governo etico, civile e sociale delle professioni che compete agli Ordini e la stabilità degli enti previdenziali autonomi, che è fondata sull’obbligatorietà di contribuzione per gli iscritti agli Albi”. I medici decidono, dunque, di cominciare a fare da sé, in attesa delle innovazioni di Governo: nel codice inseriscono l’obbligo di segnalazione degli eventi avversi, oltre alle disposizioni per la compilazione della cartella clinica e all’adesione alla nuova idea di governo clinico dell’esecutivo, richiamata nel codice a efficienza, efficacia delle cure e appropriatezza.
Tra le forme di pubblicità sanitaria che restano vietate, c’è quella ingannevole e quella comparativa, la pubblicazione di spazi pubblicitari, la riproduzione di informazioni provenienti dalle aziende farmaceutiche o produttrici di dispositivi sanitari, la pubblicità personale o a vantaggio della struttura per cui si lavora. La comunicazione su Internet dovrà essere conforme agli standard internazionali di qualità. Infine, rispetto al conflitto d’interesse, disciplinato nei tre ambiti della ricerca scientifica, della formazione e della prescrizione dei farmaci, al professionista è richiesto di farsi parte attiva, esercitando “una continua revisione critica della validità degli studi clinici”. L’Ordine dovrà, invece, vigilare sulla veridicità dell’informazione scientifica. Quanto agli onorari, scompare il riferimento al “minimo professionale”, sempre in linea con la riforma Mastella.

E come Ecm

Sei mesi di proroga per la fase sperimentale della formazione continua (Ecm) dei medici e di tutti gli altri operatori del Ssn, in scadenza il 31 dicembre di quest’anno. Lo hanno deciso il ministro della Salute, Livia Turco, e gli assessori regionali alla Sanità. I cinque anni appena passati hanno “accreditato” un numero così cospicuo di eventi formativi che in sede tecnica le Regioni hanno convenuto sul mantenimento di un organismo centralizzato incaricato di gestire le funzioni di accreditamento e verifica dei percorsi. Sarà istituito un comitato paritetico Governo-Regioni con il compito verificare e mettere a punto le nuove modalità per l’Ecm, con la consultazione delle professioni interessate. La macchina degli accreditamenti sospesa per circa un mese è ripartita il 4 dicembre: la proroga consentirà lo svolgimento dei corsi e degli eventi formativi già accreditati, in attesa che siano scritte nuove regole. Tra gli strumenti innovativi di cui il ministero intende avvalersi troviamo un tavolo Università-Ssn per una formazione del personale sanitario più moderna, integrata e al passo con le reali esigenze di assistenza. Due gli aspetti che stanno a cuore al ministro Turco: il ruolo della medicina generale nella formazione e il sistema delle specializzazioni. Tra i nodi da sciogliere resta sul tappeto, però, la questione degli sponsor.

M come Mmg

Secondo il past president dello Snami, Roberto Anzalone, la figura del medico di famiglia è minata dalla burocrazia, con il rischio di scomparsa del rapporto medico-paziente. E non solo: “Il medico di oggi è al centro di richieste spesso incongrue tra Asl, pazienti e controlli di organi di polizia”. E così il Mmg “è avvilito, perché perde interesse nel suo lavoro, oltre che per i contrasti con i pazienti, per i noti motivi burocratici, per le pressioni delle Asl sul risparmio prescrittivo”. È necessario “che ritorni a servire il malato e si ripristini il rapporto d’empatia che sta alla base della relazione particolare tra l’assistito e il suo curante”. Il rischio che, nell’enfasi data alla riorganizzazione strutturale della salute, uno tra i suoi principali protagonisti smarrisca la strada e la memoria è reale, soprattutto rispetto a innovazioni organizzative che si moltiplicano, come dimostra lo smarrimento soggiunto dalla proposta di introduzione delle nuove Case per la Salute. Più che una casa, il rischio è quello di metter su una 'casbah', ovvero un mercato ricco di cure, ma carente di regole. Così l’ha definite di recente Paolo Tedeschi, ricercatore dell’Università Bocconi-Cergas di Milano, che ha sottolineato come “mancandone una precisa definizione del contenuto, ciò disorienta i medici di famiglia che ne dovrebbero essere protagonisti”.

N come note

Un tavolo permanente per valutare le opinioni della medicina generale sul tema delle note prescrittive dei farmaci e una conferenza che riunisca i diversi attori coinvolti nella loro definizione. Sono le due proposte presentate dal presidente della Società Italiana di Medicina Generale (Simg), Claudio Cricelli, all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Simg ha proposto all’Aifa di istituire una commissione permanente in cui verranno discusse tutte le 'istanze' della medicina generale. È giunto il momento, secondo Cricelli, di invertire la tendenza originale con la quale erano state determinate le note che dettano regole sulla prescrizione dei farmaci. Occorre che si identifichino innanzitutto gli obiettivi di salute di questo Paese, che possono essere focalizzati solo grazie al contributo di medici di famiglia, farmacisti e tutti gli attori del sistema sanitario. Di conseguenza, secondo Cricelli, le modalità di prescrizione dei medicinali devono essere determinate sulla base di tali obiettivi di salute e non rappresentare dei 'diktat'.

P come prescrizioni

La legge Finanziaria, pur assegnando al Ssn 6 miliardi in più per il 2007, ha puntato sul controllo delle ricette per sorvegliare la spesa sanitaria. A fine anno, infatti, si prevede che si sfonderà il record, fissato nel 1991, di 500 milioni di ricette a carico del Ssn. Una corsa al rialzo che è stata lenta, ma inesorabile. Negli ultimi dieci anni, dal 1996 al 2005, l’aumento è stato del 59.3%. E nel 2006 si salterà l’asticella. E così il ministro dell’Economia Padoa Schioppa ha messo in campo un emendamento che va dritto al cuore del problema della moltiplicazione delle prescrizioni: il controllo delle ricette dei medici, soprattutto quelle per farmaci, attraverso l’invio telematico da parte dei Mmg di tutte le ricette e dei certificati di malattia al dicastero dell’Economia e all’Inps. Un modo per monitorare le prescrizioni in tempo reale. Il provvedimento, tuttavia, sembra non tener conto di molti eventi pratici che il Mmg può constatare nella sua vita prescrittiva quotidiana: per esempio il fatto che, quando un paziente chiede una ricetta, non sempre la usa. A volte resta inutilizzata, scade e va ripetuta. Ma questo alla banca dati del ministero chi glielo spiegherà?