M.D. numero 38, 13 dicembre 2006

Pratica medica
Un raro caso di sclerosi laterale
di Franco Carnesalli - Medico di medicina generale, Milano, AIMEF

Un paziente di 52 anni, non fumatore, si presenta nel mio ambulatorio perché da almeno sei mesi presenta un’eccessiva sonnolenza diurna, oltre che russamento, sonno non ristoratore e movimenti degli arti involontari durante la notte. Accusa anche disfagia, disartria e scialorrea.


Visita ambulatoriale
Esame obiettivo: indice di massa corporea 28 kg/m2, presenza di fascicolazioni dei muscoli mimici. Non si evidenzia alcuna anormalità cranio-faciale, macroglossia, ipertrofia tonsillare o adenoidea. Non sono presenti anomalie motorie e anche i riflessi tendinei sono normali. L’obiettività toracica e cardiorespiratoria non mostra alcuna anormalità.
Prescrivo alcune indagini ematochimiche di routine che non evidenziano alterazioni.
Per valutare le possibili cause dei disturbi del sonno eseguo una spirometria, che risulta nella norma (FVC 2.99 L - 81% del predetto, FEV1 2.54 L - 84% del predetto e FEV1/FVC 85%) e prescrivo un’emogasanalisi: anch’essa risulta nella norma.

Ulteriori indagini e diagnosi


A causa dell’importanza della sintomatologia richiedo una polisonnografia con ossimetria, registrazione del flusso oro-nasale, dei movimenti toraco-addominali e la posizione del corpo, che hanno rivelato 10.3 ipopnee/ora e saturazione minima di O2 del 63% (figura 1).
A questo punto consulto un collega neurologo che decide di approfondire il caso con ulteriori indagini.
Va segnalato che gli anticorpi anti-acetilcolinesterasi sono negativi.

  • TAC del cranio e RNM del rachide: nulla da segnalare.
  • Rx con pasto baritato: stasi nel recesso piriforme.
  • Manometria esofagea: dismotilità dello sfintere esofageo inferiore e spasmo.

Per spiegare le fascicolazioni e discinesie il neurologo richiede anche un’elettromiografia.

  • Elettromiografia: degenerazione assonale motoria di C8/T1 sui muscoli degli arti superiori e i muscoli distali dei piedi.
In base alle indagini si pone diagnosi di sclerosi laterale amiotrofica.
Attualmente il paziente sta eseguendo fisiokinesiterapia motoria e respiratoria per migliorare il tono muscolare e diaframmatico e per ora non sono stati prescritti farmaci neurologici. E' impegnato positivamente con tale terapia e riesce a svolgere molte delle sue attività quotidiane.
Viene valutata periodicamente la situazione per affrontare eventuali sintomi che dovessero manifestarsi.

Approfondimento


La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è un disordine neurodegenerativo rapidamente progressivo che raggruppa malattie del neurone motorio, in cui i sintomi possono avere inizio agli arti o al bulbo o ad entrambi. L’età di esordio è variabile, ma il picco di incidenza è tra i 40 e i 60 anni. Nel 15-20% dei pazienti l’esordio della SLA può essere bulbare e in seguito si sviluppa la debolezza degli arti. L'implicazione bulbare nella SLA causa disfagia, disartria e scialorrea, come nel caso illustrato. Le complicazioni respiratorie sono la causa più frequente di morte nei pazienti con SLA.
La sonnolenza diurna e i disordini del sonno sono sintomi rari all’inizio della malattia e la causa principale dei disturbi del sonno è la debolezza diaframmatica. L’insufficienza respiratoria è presente negli stadi più avanzati, anche se si può sviluppare nella prima fase di malattia.
La spirometria è una misura attendibile di funzione polmonare e l’FVC è generalmente accettato come la misura migliore per il controllo della funzione polmonare, soprattutto nei casi di implicazione bulbare, per dimostrare il disturbo del sonno e del respiro.
I pazienti rischiano il pericolo di aspirazione digestiva, a causa della discinesia esofagea. Per controllare questi fenomeni si possono usare agenti anticolinergici. Attualmente non esiste una terapia efficace per la SLA, ma è stato dimostrato che il riluzolo può prolungare il tempo di sopravvivenza o ritardare la necessità di ventilazione meccanica. Si fa ricorso comunque a una serie di interventi di supporto (terapia riabilitativa, assistenza respiratoria), intervenendo di volta in volta secondo la necessità.