M.D. numero 1, 24 gennaio 2007

Editoriale
Medicina generale: la parola alla professione


Un incontro subito dopo le festività natalizie per discutere insieme le ipotesi di riforma avanzate dal ministero della Salute di modifica e di razionalizzazione del Sistema sanitario italiano, sia con interventi di tipo normativo sia di riorganizzazione.
I medici convenzionati hanno cominciato il 2007 mettendo in luce, attorno a un tavolo istituzionale, aspettative e disponibilità per un Ssn dal volto nuovo. Un primo elemento è chiaro e condiviso: nessuno vuole mettere in discussione né cancellare le due leggi fondanti il sistema, la 517 e la 229, la tanto discussa riforma Bindi. Ma mai come in queste settimane, anche sotto la pressione delle recenti clamorose cronache sull’assistenza ospedaliera, sembra importante per la politica mettere al centro degli interventi la qualità sanitaria e con essa il governo clinico, come avviene per esempio nella rete dei servizi britannici, una priorità incombente anche grazie al vicino appuntamento elettorale locale.
È sempre più evidente per tutti, in secondo luogo, che debba essere il territorio come rete integrata a garantire la continuità dell’assistenza, anche grazie al chiarimento e al potenziamento di strumenti che già esistono, come i dipartimenti e i distretti.
Tuttavia, è anche palese per i leader della medicina generale, che continuano a dimostrare la volontà di presentarsi insieme a tali confronti in un rinnovato coordinamento di valutazioni e proposte, come tutti gli sforzi compiuti negli ultimi venti anni, anche attraverso l’intensa attività delle organizzazioni di categoria, non hanno fino a ora potuto evitare la progressiva emarginazione professionale ed economica della medicina generale italiana.
L’ennesima riforma del Ssn, secondo anche quanto annunciato dal ministro per la Salute Livia Turco alle rappresentanze, dovrebbe essere approvata entro primavera ed è per questo che, almeno su temi chiave come la formazione specifica, la formazione continua, i pilastri della nuova convenzione e, soprattutto, il ruolo del Mmg in un sistema rinnovato, dovranno rapidamente emergere i vincoli di una nuova unità d’intenti del mondo professionale.
Due emergenze stanno a testimoniare che la strada verso una riqualificazione della medicina generale non è tutta in discesa: il ridimensionamento degli ordini contenuto nel Ddl di riforma a firma del Guardasigilli Mastella, ma anche il clima di crescente sospetto verso indagini puramente quantitative nei confronti dell’attività prescrittiva dei Mmg. Una realtà che rischia seriamente di deteriorare i Livelli essenziali di assistenza, ma anche il rapporto medico-paziente.
È tempo, dunque, che la professione rilanci un progetto politico e culturale per la medicina generale, che coinvolga, ma che soprattutto convinca della “buona battaglia” tutti i soggetti interessati, ma primi tra tutti i cittadini-pazienti.