Editoriale
Medicina generale: la parola alla professione
Un
incontro subito dopo le festività natalizie per discutere
insieme le ipotesi di riforma avanzate dal ministero della Salute
di modifica e di razionalizzazione del Sistema sanitario italiano,
sia con interventi di tipo normativo sia di riorganizzazione.
I medici convenzionati hanno cominciato il 2007 mettendo in
luce, attorno a un tavolo istituzionale, aspettative e disponibilità
per un Ssn dal volto nuovo. Un primo elemento è chiaro
e condiviso: nessuno vuole mettere in discussione né
cancellare le due leggi fondanti il sistema, la 517 e la 229,
la tanto discussa riforma Bindi. Ma mai come in queste settimane,
anche sotto la pressione delle recenti clamorose cronache sullassistenza
ospedaliera, sembra importante per la politica mettere al centro
degli interventi la qualità sanitaria e con essa il governo
clinico, come avviene per esempio nella rete dei servizi britannici,
una priorità incombente anche grazie al vicino appuntamento
elettorale locale.
È sempre più evidente per tutti, in secondo luogo,
che debba essere il territorio come rete integrata a garantire
la continuità dellassistenza, anche grazie al chiarimento
e al potenziamento di strumenti che già esistono, come
i dipartimenti e i distretti.
Tuttavia, è anche palese per i leader della medicina
generale, che continuano a dimostrare la volontà di presentarsi
insieme a tali confronti in un rinnovato coordinamento di valutazioni
e proposte, come tutti gli sforzi compiuti negli ultimi venti
anni, anche attraverso lintensa attività delle
organizzazioni di categoria, non hanno fino a ora potuto evitare
la progressiva emarginazione professionale ed economica della
medicina generale italiana.
Lennesima riforma del Ssn, secondo anche quanto annunciato
dal ministro per la Salute Livia Turco alle rappresentanze,
dovrebbe essere approvata entro primavera ed è per questo
che, almeno su temi chiave come la formazione specifica, la
formazione continua, i pilastri della nuova convenzione e, soprattutto,
il ruolo del Mmg in un sistema rinnovato, dovranno rapidamente
emergere i vincoli di una nuova unità dintenti
del mondo professionale.
Due emergenze stanno a testimoniare che la strada verso una
riqualificazione della medicina generale non è tutta
in discesa: il ridimensionamento degli ordini contenuto nel
Ddl di riforma a firma del Guardasigilli Mastella, ma anche
il clima di crescente sospetto verso indagini puramente quantitative
nei confronti dellattività prescrittiva dei Mmg.
Una realtà che rischia seriamente di deteriorare i Livelli
essenziali di assistenza, ma anche il rapporto medico-paziente.
È tempo, dunque, che la professione rilanci un progetto
politico e culturale per la medicina generale, che coinvolga,
ma che soprattutto convinca della buona battaglia
tutti i soggetti interessati, ma primi tra tutti i cittadini-pazienti.