M.D. numero 7, 7 marzo 2007

Riflettori
Verso un Tavolo per la farmaceutica
di Rebecca Lamini


La farmaceutica avrà il suo Tavolo di concertazione, intorno al quale si siederanno il ministero dell’Economia, quello dello Sviluppo Economico, le Regioni, l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e le industrie dei farmaci. Si guarda lontano, alla Finanziaria 2008, nella quale si cercheranno investimenti per la sanità e per avere la possibilità di mettere mano a ticket ed esenzioni.

Il ministro Livia Turco in una recente dichiarazione ha annunciato anche per il settore farmaceutico una concertazione atta a sanare lo iato tra il settore industriale e il governo apertosi con la Finanziaria 2007. Il ministro ha rivendicato comunque l’azione del suo dicastero e ha detto di considerare quello pagato dalle industrie del farmaco come ‘il loro contributo’, a fronte di sacrifici che hanno riguardato, più in generale, tutto il Paese.
Ma non sarà facile, forse, convincere anche faccia a faccia le imprese che quella ‘botta’ da due miliardi presa con la Finanziaria 2007 non porti a un declino di questo settore industriale italiano visto che gli investimenti, e non solamente il finanziamento dei convegni che tanto duole alla categoria medica, sono bloccati e che dall’inizio dell’anno di sono persi almeno 1.500 posti di lavoro, quasi tutti tra gli informatori scientifici del farmaco.

L’allarme di Farmindustria


In un’assemblea straordinaria, di recente le industrie farmaceutiche che si coordinano in Farmindustria hanno lanciato l’allarme a Governo e Regioni. Non c’è più tempo da perdere, hanno avvertito. Se non si cambia rotta, sarà il declino. Colpa dei tagli ai prezzi, che possono arrivare fino al 40% in meno dei listini europei, ma anche delle misure di limitazione e rimodellamento dei singoli prontuari locali messi in campo delle Regioni che, paventano le imprese, potrebbero scaricare sulle industrie l’intero sfondamento di spesa del settore. Il sistema del prezzo di riferimento, per Farmindustria, penalizza il cittadino e rischia di portare a una “medicina di Stato”. Il problema non è legato ai ticket, avvertono, pure odiosi per i cittadini, ma bisogna introdurre misure più efficaci che, senza toccare le fasce deboli, spazzino via sprechi e iperconsumi.
Mentre giustamente ci si interroga sul futuro della previdenza in un Paese che invecchia rapidamente, secondo l’Associazione degli industriali del farmaco poca attenzione si dedica agli effetti dello stesso fenomeno sulla spesa farmaceutica. Come saranno affrontate le conseguenze in termini di bilancio dell’immigrazione e della crescita della popolazione degli ultra 65enni, una fascia d’età nella quale è fisiologico spendere per medicinali oltre il doppio della media? E come coprire il costante incremento della domanda di salute degli italiani ai quali la ricerca sta offrendo nuove soluzioni terapeutiche per patologie ancora non trattate? Non più con i tagli ai prezzi dei farmaci, avvertono gli industriali, che a causa delle nuove manovre degli ultimi due anni, sono oggi sotto la media europea del 30%, con punte sino al 40%.
C’è bisogno, secondo Farmindustria, di un servizio sanitario unico e uniforme su tutto il territorio, non differenziato, quindi, da Regione a Regione. In un quadro in cui le Regioni, “forzando” la lettura dell’ultima Finanziaria, potrebbero illegittimamente annullare anche il 40% di partecipazione agli sfondamenti della spesa di propria competenza, scaricandolo sulle imprese. Così le aziende farmaceutiche dopo aver sostenuto la propria quota parte del 60%, si troverebbero nella paradossale condizione di pagare il 100%.

Gli avvertimenti di Aifa


Dopo il ‘Caso Liguria’ tanto clamoroso, anche l’Aifa si è fatta sentire. In una nota gli esperti dell’Agenzia hanno tuonato affermando che “le Regioni che stanno adottando prezzi di riferimento propri per la rimborsabilità dei farmaci, vengono meno al principio della unitarietà del sistema farmaceutico”. La materia dei prezzi e del rimborso dei farmaci di fascia A, cioè a carico del Ssn, hanno chiarito “costituisce infatti un livello essenziale di assistenza, che non può essere modificato nelle singole Regioni, con il rischio di produrre 21 Prontuari farmaceutici diversi”. L'Aifa si è detta preoccupata per le misure messe a punto da alcune Regioni sulla rimborsabilità dei medicinali di fascia A per contrastare lo sfondamento della spesa farmaceutica. E ha sottolineato che “il diritto del cittadino di avere un accesso uniforme ai farmaci di fascia A, indipendentemente dalla sua collocazione geografica, costituisce nella normativa vigente un diritto che non può essere messo in discussione dalle politiche di ripiano della spesa farmaceutica assunte nelle singole Regioni”. In ogni caso l’Agenzia si è resa disponibile a “verificare con le Regioni e con i ministeri vigilanti tutte le misure idonee e necessarie che consentono di governare la spesa farmaceutica e di rispettarne il tetto, senza però pregiudicare i livelli essenziali di assistenza e l’unitarietà del sistema farmaceutico”.

Le considerazioni dei Mmg


Un no deciso a limitazioni della spesa farmaceutica “esclusivamente fondate su criteri ragionieristici, svincolate dall'individuazione dei bisogni assistenziali prioritari della popolazione” è arrivato dalla riunione della segreteria nazionale della Fimmg. Diversamente, il sindacato suggerisce che il governo della spesa farmaceutica si fondi, piuttosto che sui tetti di spesa, su un’attenta valutazione dei costi/benefici, su un impiego esteso dei farmaci equivalenti in tutti i casi possibili, oltre che su una definizione articolata delle priorità. Infine - aggiunge - su un’attività regolatoria nazionale, orientata in tal senso dall’Agenzia italiana del farmaco”. Per sottolineare quest’ultimo punto la nota della segreteria Fimmg afferma di condividere “le posizioni dell'Aifa sul significato dei Livelli essenziali di assistenza, per quanto riguarda l’assistenza farmaceutica. Assistenza che - incalza - non ha esigenze di essere adattata alle diverse realtà culturali e organizzative delle Regioni italiane”.
“Siamo d’accordo nel ritenere non più rimandabile una chiara definizione di molti aspetti della politica del farmaco quali i palesi conflitti tra decisioni dell’Aifa e quelle prese dalle Regioni, tuttavia - tiene a precisare Claudio Cricelli, presidente Simg - non condividiamo la prassi per cui si scaricano le inefficienze del sistema su alcuni processi relativi alla qualità della professione medica quali i Congressi di alto livello delle Società medico scientifiche”. Al riguardo il leader Simg ha ribadito la necessità “di far parte del novero delle Associazioni consultate dal Governo e dalle Regioni su tali temi. Senza le società medico scientifiche non è pensabile alcuna politica di qualità del sistema sanitario”.

Che cosa ci aspetta


A Governo, Parlamento, Aifa e Regioni, Farmindustria ha chiesto innanzitutto una moratoria degli interventi sui prezzi e la definizione di un quadro normativo e regolatorio stabile, certo e condiviso. La richiesta di una gestione nuova della sanità, secondo gli industriali, parte dall’attivazione urgente dell’annunciato ‘Tavolo per una nuova Politica del Farmaco’, per ridisegnare una sanità che non penalizzi sempre le imprese. Quello che si richiede è che il Governo sappia volgere lo sguardo anche al “pubblico nel pubblico”, con una sorta di Patto di stabilità per una politica del farmaco coerente, univoca e che punti allo sviluppo del settore, della riaffermazione del suo valore strategico per l’innovazione e la ricerca; di un tetto di spesa per i farmaci adeguato e coerente con i trend demografici. Diversamente lo sforzo in atto che ha portato oltre sessanta progetti italiani in fase di internazionalizzazione verrá vanificato. “In un quadro di maggiori responsabilitá e risorse - conclude il comunicato - le imprese del farmaco sono assolutamente determinate a fare la propria parte per conseguire gli obiettivi fissati”.
Il ministro Turco, a fronte di tali richieste, ha messo in campo un tavolo specifico, da convocare al più presto, attorno al quale, oltre agli industriali, siedano i rappresentanti dell’Economia, dello Sviluppo, con Regioni e Aifa. La volontà di scrivere un Patto su cui costruire una nuova politica farmaceutica in Italia c’è. Fondamento del Patto la condivisione che il farmaco è un bene importante e prezioso per la salute, ma anche per lo sviluppo del Paese. “Senza visioni ideologiche - ha chiarito Turco - ma evitando sprechi e usi impropri. Tutto questo potrà concludersi con una prima grande Conferenza nazionale sulla politica farmaceutica in Italia. Ma anche con altre azioni con le singole industrie: vorrei coinvolgerle in progetti sociali, magari sostenendo le iniziative del Governo verso i Paesi del Mediterraneo”. È pace fatta? Lo sapremo a breve.