M.D. numero 8, 14 marzo 2007

Editoriale
Cure primarie: al via i distinguo


Dopo la sbornia provocata dal primo cantiere istituzionale a livello nazionale sulle cure primarie, cioè la Commissione apposita istituita dal ministro della Salute Livia Turco, le forze della medicina generale iniziano a riposizionarsi a partire dalle proprie specifiche posizioni sostenute in questi ultimi anni. Anche perché, se le convenzioni declinate a livello regionale segnano il passo - almeno secondo la rilevazione condotta dalla Sisac - e non paiono avere innovato sostanzialmente e uniformemente la struttura della cure primarie in gran parte del territorio, la spinta a novità significative viene dal livello centrale. Pensiamo, per esempio, alla volontà di potenziare le forme associative, al punto che la nuova convenzione prossima ventura possa sancire il “passaggio definitivo” ai gruppi di professionisti, oppure alla ventilata ipotesi di trasformazione del rapporto tra Ssn
e Mmg in qualcosa di più simile alla dipendenza.
La Commissione ministeriale proseguirà gli incontri in due tavoli: uno specifico della medicina generale e l’altro per la rete dei servizi e dell’integrazione socio-sanitaria. Il primo paletto sindacale è che alla proposta del ministro di un ipotetico passaggio alla dipendenza, Fimmg, per esempio, esprime la propria “netta contrarietà”, ribadendosi in favore di un Mmg “libero professionista” anche se inserito a pieno titolo nell’area del Ssn dedicata al territorio. Snami, dal canto suo, a caldo propone un “vigoroso potenziamento e riqualificazione - economica e organizzativa - del servizio di continuità assistenziale sulle 24 ore, per rispondere alle istanze di Parte Pubblica
di un’assistenza continuativa” e contemporaneamente “una maggiore caratterizzazione in senso qualitativo della figura del Mmg”, anche con la riappropriazione delle patologie proprie della medicina generale (MG) da gestire in studio, senza bisogno di ricorrere all’ospedale, quali per esempio ipertensione arteriosa e diabete non complicato.
Sullo sfondo resta, tuttavia, l’esigenza che più si sente forte, in un contesto frastagliato e eterogeneo, un’idea più unificante della MG.
Un’idea che non può prescindere, a nostro avviso, dal “progetto dei progetti”: un nuovo ruolo del Mmg (quello che vive la pratica della professione tutti i giorni nel suo studio) nell’insegnamento ai medici in formazione, agli studenti in medicina e anche ai cittadini, per educarli a usufruire al meglio dei servizi del Ssn. Suggeriamo un’aggiunta maliziosa: un piccolo ‘bignami’ per istituzioni centrali e locali, per mettere nero su bianco solo quello che veramente si può realizzare nelle cure primarie, ed evitare che un’altra convenzione prossima ventura finisca disattesa.