M.D. numero 10, 28 marzo 2007

Appunti
Qualche notizia che finalmente rincuora

E' finalmente arrivata un’iniezione di fiducia per i medici di medicina generale. Questa efficace terapia è il frutto dell’indagine multiscopo “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari”, pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica poche settimane fa. Un’indagine, relativa all’anno 2005, che ha preso in considerazione e ha coinvolto come campione 60 mila famiglie del Bel Paese. A pagina 54, delle relative 55 pagine di sintesi dei risultati, c’è un titolo esplicativo: “È il medico di famiglia la figura in cui i cittadini hanno più fiducia”. A ben pensarci una simile notizia, però, non dovrebbe esaltare più di tanto. Sono ormai anni che nelle varie indagini il medico di famiglia risulta essere il più gradito dagli italiani. Ma il gradimento è cosa ben diversa dalla fiducia.
Un minimo di gratificazione, insomma, per dei professionisti spesso bistrattati, portati all’autocommiserazione e che si sentono sopraffatti dalla burocrazia e da condizioni di lavoro sicuramente difficili e demotivanti. L’indagine dell’Istat, infatti, oltre a sottolineare che la figura professionale in sanità verso la quale in Italia si ha maggiore fiducia è il medico di famiglia (64.3%) seguito dal medico specialista privato (32.1%) e dal medico ospedaliero (13.3%) rende noto anche che per prendere decisioni importanti sulla salute quasi il 66% degli italiani si rivolge prevalentemente al Mmg. Il 14.9% della popolazione decide autonomamente dopo aver sentito diversi pareri, circa il 12% si rivolge ad uno specialista privato e solo il 3% consulta un medico specialista della Asl. E ancora: il ricorso al medico di famiglia è più frequente tra gli anziani, con una percentuale che aumenta con l’età, a partire dal 62.2% tra i più giovani (18-24 anni) fino al 75.7% tra le persone oltre 75 anni e tra le persone con titolo di studio meno elevato (74.6%).
Dal punto di vista territoriale le differenze risultano ancora più marcate. In particolare, il ricorso al Mmg per prendere decisioni importanti sulla salute è più frequente in Marche, Toscana ed Emilia Romagna, (rispettivamente 71.5%, 71.3% e 68.0%); il ricorso al medico privato è più frequente in Liguria, Campania e Sicilia (15%, 13.6% e 13.2%); infine, il ricorso al medico della Asl è più frequente in provincia di Bolzano, provincia di Trento e Veneto (8.4%, 5.7% e 4.3%).
I dati diffusi ovviamente si prestano a svariate considerazioni. Sicuramente rincuora sapere di godere della fiducia dei propri assistiti soprattutto in un frangente professionale che mette in seria crisi la relazione peculiare tra Mmg e paziente, spesso anche per le richieste improprie da parte degli assistiti. Ma ci si rinfranca ancor di più scorrendo il rapporto dell’Istat e trovando espressioni del tipo: “Io non cambierei il mio Mmg per nulla al mondo”.
Passato l’effetto euforico, si ritorna alla cruda realtà e allora non si può non considerare legittimo il dubbio che i Mmg sono i più amati dagli italiani anche perché li si trova a disposizione gratuitamente.
Sorprendente però è anche il dato relativo ai medici ospedalieri, surclassati nella fiducia dai medici privati. Possibile che il cittadino si fidi più di chi non ha strumenti, laboratori, bisturi, Tac e similari? Ma non andavano di moda i medici supertecnologizzati pronti a ogni utile check up?
Comunque la si pensi, c’è di che riflettere e sicuramente fa porre delle domande anche il dato regionale rispetto al prestigio del Mmg quale interlocutore prioritario di scelte importanti per la salute. Forse non è un caso che tra le Regioni che possono vantare tale peculiarità ci sono Marche, Toscana e Emilia Romagna, specialmente le ultime due, nel bene e nel male, hanno costituito un benchmark per organizzazione ed efficienza dell’assistenza sanitaria. Associazionismo, medicine di gruppo, nuclei di cure primarie in queste Regioni (e anche in alcune altre del Nord), non sono parole vacque, salvifiche o innovative, ma sono già realtà, spesso criticate e manchevoli rispetto ai presunti obiettivi, ma che comunque hanno dato slancio alla medicina di primo livello e ai professionisti che la esercitano, contribuendo a cambiare di segno la percezione collettiva, non sempre edificante, relativa ai medici di famiglia.

Filippo Mele,
Medico di medicina generale
Policoro (MT)


Punture - Caro dottore, ti scrivo...
La posta elettronica, entrata nell’uso quotidiano del Mmg quale adiuvante strumento di comunicazione con il proprio paziente, talvolta rileva sfumature impensabili rispetto ai bisogni dei propri assistiti. Di seguito un esempio pregnante di email inviata al proprio medico di famiglia

Caro Dottore, mio figlio G., quello di 12 anni, ha un po’ di mal di gola e qualche linea di febbre. Inoltre, in questo periodo è spesso stanco. La mia diagnosi è che ha un po’ di mal di gola, che sta crescendo, che sente la primavera. Ma se non te lo comunicavo per farmi dare qualche utile consiglio professionale mio marito S. lo portava in ospedale alla ricerca di chissà quale malattia strana. Sai come è fatto. Bene, adesso che ne abbiamo diffusamente parlato mi sembra che G. sia già quasi guarito. Se dovesse improvvisamente peggiorare di nuovo te lo porto senz’altro per una visita accurata.

Massimo Bisconcin,
Medico di medicina generale,
Quarto d’Altino (VE) - AIMEF