M.D. numero 10, 28 marzo 2007

Riflettori
Generici: chi tira le fila?
di Monica Di Sisto


Il tavolo per il rilancio del settore farmaceutico, convocato dall’Aifa e dal ministero della Salute, ha avviato i suoi lavori a inizio marzo con le audizioni di Farmindustria, Anifa e Assogenerici. Al centro dell’attenzione il dibattito intorno alla politica e all’utilizzo dei farmaci equivalenti


Un incontro molto atteso, quello per il rilancio del settore farmaceutico, convocato dal ministero della Salute e dall’Aifa con un tavolo ad hoc, insediato il 20 febbraio, soprattutto dopo le ‘fughe in avanti’ di alcune Regioni che avevano cominciato, negli ultimi mesi, a varare proprie politiche farmaceutiche, specialmente per il ripiano della spesa, dando di fatto vita a prontuari ‘personalizzati’ con il rischio di mandare in cantina il diritto all’assistenza farmaceutica uguale per tutti garantito dall’azione regolatrice dell’Aifa stessa. Un appuntamento importante anche per i farmaci senza griffe i cui produttori, per la prima volta, sono stati coinvolti in un confronto istituzionale sulle politiche del farmaco. “Un riconoscimento - ha spiegato Roberto Teruzzi, presidente di Assogenerici - avvenuto per la presa di coscienza sul ruolo del farmaco generico da parte delle istituzioni, visto che senza i generici non si possono organizzare e pianificare interventi mirati che da un lato garantiscano il controllo della spesa e dall’altro lato assicurino la disponibilità di risorse finanziarie, necessarie per investire su farmaci innovativi, ad alti contenuti tecnologici”.

Farmaci equivalenti: avanti tutta


Non è vero che i farmaci equivalenti in Italia non riescono a decollare: lo ha spiegato di recente il direttore generale dell’Aifa, Nello Martini, rendendo noto che essi già si sono aggiudicati il 13% del mercato e il 24% delle prescrizioni. Certo, l’obiettivo di politica e di mercato è quello di farli arrivare almeno al 15%, come accade in altri Paesi europei. Anche i consumatori guardano con sempre maggiore attenzione a queste specialità: l’Adusbef ha valutato che un uso più deciso dei cosiddetti farmaci equivalenti, insieme a quello dei medicinali monodose, potrebbe portare a risparmi per circa 700-800 milioni di euro l’anno, con grande sollievo della spesa pubblica e delle famiglie. “Non vogliamo più sentire dichiarazioni, anche pubbliche, riguardanti la necessità di controlli sulla affidabilità degli off patent rispetto a quelli griffati. Queste affermazioni - ha spiegato l’associazione in una nota - valgono quanto un vero e proprio boicottaggio all’allargamento dell’utilizzo degli equivalenti”.

Le proposte dell’Aifa


La piattaforma che l’Aifa ha presentato agli industriali del farmaco si articola in sei punti, che mirano alla diversificazione del mercato attraverso le leve degli investimenti in farmaci innovativi e il consolidamento dei generici. Nell’agenda dell’Agenzia troviamo: la garanzia dell’unicità del sistema e dell’accesso ai farmaci; la stabilità del sistema; l’incentivazione degli investimenti in R&S; la regolazione e qualificazione della domanda; l’efficienza del sistema regolatorio; la competitività del mercato. Sui prezzi, la strada scelta è quella della contrattazione con l’Aifa sull’intero portafoglio di prodotti di ciascuna impresa, escludendo dalla negoziazione per 2-3 anni i farmaci orfani e le nuove entità chimiche. Nella proposta dell’Aifa anche il rilancio degli accordi di programma con un ‘premio di prezzo’ (premium price) e l’annuncio di un bando nazionale entro il primo semestre del 2007 sugli investimenti in R&S di ciascuna azienda, con la previsione che il finanziamento di 100 milioni per il premium price possa generare un incremento di investimenti pari a un miliardo di euro nel triennio. Ma, soprattutto, lo sviluppo forte da imprimere al settore dei generici.
Obiettivi, quelli dell’Aifa, che incontrano con decisione la piattaforma presentata allo stesso tavolo dagli industriali dei generici: sì all’immissione in commercio del medicinale generico dal giorno seguente la scadenza del brevetto; sì a misure volte a tutelare
il mercato dei medicinali generici/equivalenti; sì all’armonizzazione della normativa in campo brevettuale (Cpc); no all’inclusione dei medicinali generici/equivalenti in future manovre di ripiano della spesa farmaceutica. E ancora, no al rimborso per classe terapeutica omogenea; sì all’enfatizzazione della prescrizione del generico nell’ospedale, no ai medicinali copie/brand; sì alla difesa dell’equivalenza terapeutica e dell’intercambiabilità tra medicinali su cui si basa la lista di trasparenza elaborata dall’Aifa; sì alla libertà prescrittiva del medico, nel rispetto delle politiche di contenimento della spesa farmaceutica.
Una piattaforma gradita anche da Farmindustria che, col suo presidente Sergio Dompé, all’indomani del tavolo con l’Aifa si dice d’accordo a “riscrivere insieme le regole del settore per ridare al sistema equilibrio e coerenza, purché però le norme siano condivise e rispettate dalle Regioni, e non smentite all’’atto pratico’ da meccanismi operativi che le facciano puntualmente saltare”. Unica attenzione richiesta da Dompé, quella di non creare un mercato ‘protetto’ solo per i generici.

Dalla parte dell’Agenzia del Farmaco


“Solo l’Aifa può essere il punto di riferimento per la prescrizione dei generici. Le indicazioni delle Regioni valgono solo a fini amministrativi e si devono considerare quali semplici elementi di indirizzo per i medici e per i cittadini. Se così non fosse, si corre il rischio di una delegittimazione di fatto dell’Agenzia”. È convinto di ciò Claudio Cricelli, presidente della Simg, che ha sottolineato in occasione della convocazione del tavolo come le note Aifa siano ispirate a contenuti scientifici e, una volta emanate, non siano appellabili se non di fronte a un cambiamento delle circostanze scientifiche, e non certo dalle Regioni a mero scopo di risparmio. Posizione importante visto che proprio i medici saranno i prossimi ‘auditi’ dal tavolo Aifa.
“Quando le Regioni - ha spiegato Cricelli in un intervento pubblicato dall’house organ della Ratiopharm - sostengono che è obbligatorio prescrivere il farmaco che costa meno, allora si assumono anche le responsabilità derivanti da questa decisione”.
z La querelle con le Regioni
Una dichiarazione, quella del presidente della Simg, che ben rispecchia il dibattito sulla querelle dell’utilizzo “economicista” dei generici da parte delle Regioni per quanto concerne i piani di rientro della spesa farmaceutica.
Una questione resa ancora più incandescente dalla recente sentenza del Tar della Liguria che ha accolto il ricorso di AstraZeneca contro il prezzo di riferimento nella classe dei farmaci inibitori della pompa protonica. “L’azienda - riferisce una nota - prende atto con favore della sentenza, che accoglie la sua richiesta di sospensione della sostituibilità, in merito al principio di equivalenza, della molecola esomeprazolo con il farmaco generico”. La società comunque ha dichiarato di essere “sensibile ai principi di contenimento della spesa farmaceutica che hanno ispirato la Regione Liguria, e offre la propria disponibilità a un dialogo con i suoi rappresentanti per trovare insieme soluzioni che tutelino gli interessi dei tre attori coinvolti: i cittadini, le istituzioni pubbliche e l’industria”.
Ma la Regione Liguria ha già dichiarato attraverso il suo presidente Claudio Burlando che ricorrerà al Consiglio di Stato contro l’ordinanza di sospensiva emanata dal Tar nei confronti della delibera approvata a dicembre sul prezzo di riferimento nella classe dei farmaci inibitori della pompa protonica con il rimborso previsto solo per il generico. In attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato sulla sospensiva, la Regione Liguria sta valutando di consultare anche altri esperti visto che delibere simili sono state adottate anche da altre Regioni, come Toscana, Abruzzo, Piemonte, Puglia, Lazio.