M.D. numero 21, 13 giugno 2007

Il caso
Padova: medico ad hoc per gli studenti fuori sede
di Filippo Mele

Accade a Padova e interessa gli studenti universitari fuori sede (nella città veneta sono circa 20mila) e i medici di medicina generale. Si tratta di un accordo per l’attivazione dell’assistenza di primo livello fatto su misura per gli studenti universitari fuori sede. Un accordo siglato tra i sindacati dei generalisti, la Asl 16 di Padova e l’Università, per il quale è stato coniato uno slogan alquanto curioso: “Uno spritz in meno, un medico di famiglia in più”. Lo spritz è un aperitivo tipico del luogo. Questa intesa fornisce un servizio che si inserisce, come altri già in essere (ambulatori di ginecologia e andrologia) nel contesto di attenzione e prevenzione nell’ambito della tutela della salute che l’Università di Padova riserva ai propri studenti.

Uno slogan stravagante “Uno spritz in meno, un medico di famiglia in più” ma di efficace effetto mediatico è stato utilizzato per spiegare agli studenti fuori sede che a Padova possono avere assegnato un Mmg di riferimento senza rinunciare a quello nel luogo di residenza. Uno spritz è un aperitivo alcolico di origine austroungarica che nella versione padovana è preparato mescolando alla base di prosecco e seltz Campari, Aperol o Cynar, aggiungendo una fetta di limone, d’arancia, o un’oliva. Non sappiamo quanto costa tale “miscela”, ma sappiamo, quanto dovrà spendere l’anno uno studente fuori sede dell’Università di Padova per poter accedere allo studio di un medico di famiglia: 10 euro da versare su apposito bollettino intestato alla Asl 16. Se avrà bisogno dell’assistenza primaria potrà recarsi da un Mmg con il diritto a visita, prescrizione di farmaci o di prestazioni diagnostiche, a carico del Ssn.
Ma, si chiederanno in molti, gli italiani, qualunque lavoro esercitino e dovunque si trovino, non hanno diritto all’assistenza medica garantita dallo Stato? La risposta è sì. Solo che l’Acn in vigore prevede all’art. 57 che i medici di assistenza primaria sono tenuti a prestare la propria opera in regime di assistenza diretta solo nei confronti degli assistiti che li hanno preventivamente scelti. Il Mmg può prestare la propria opera anche in favore di cittadini che si trovino al di fuori del proprio comune di residenza, ma in tal caso l’assistenza prestata in favore di questi soggetti deve essere compensata direttamente dall’assistito con le tariffe omnicomprensive di 15,00 euro per le visite ambulatoriali e di 25,00 per le visite domiciliari. A meno che i cittadini fuori sede per motivi di studio, di lavoro, od anche di malattia, quindi non residenti, effettuino una scelta “a termine” per un generalista nella località in cui si trovano temporaneamente. Perdendo, ovviamente, la possibilità di recarsi in regime di assistenza diretta dal medico che avevano nel loro comune di origine. Il concetto base dell’Acn in vigore, lapalissiano, è che ogni persona abbia un solo medico di famiglia.

Compensi e affini


Ma il Mmg dell’Asl 16 che darà la sua disponibilità a curare i fuori sede dell’ateneo patavino quanto guadagnerà a visita? Non si sa. Almeno per ora.
Si saprà solo dopo che sarà terminata la campagna di adesione degli studenti. Più aderiranno a questa forma di “assicurazione” più potrebbe aumentare il compenso per i generalisti per ogni visita effettuata.
L’accordo, altresì, prevede anche che una quota parte dell’apposito fondo che verrà creato con i 10 euro degli universitari dovrebbe essere devoluto per finanziare progetti destinati alla medicina generale. Ogni medico di famiglia aderente all’iniziativa dovrà aver cura di registrare in un apposito modulo le visite effettuate. Da segnalare, inoltre, che sull’intesa c’è stato il pieno accordo anche dell’Ordine dei Medici. Rimane, per i curiosi, un interrogativo: chi pagherà farmaci e prestazioni diagnostiche prescritte agli studenti fuori sede dai Mmg padovani? La Asl di Padova o quella di appartenenza? Ci sentiamo di rispondere: quella di appartenenza. Come avverrebbe se le visite fossero erogate in regime di assistenza indiretta.

Bologna docet


Ma a dir la verità un’iniziativa simile era già stata da tempo sperimentata a Bologna con una differenza di non poco conto. Gli studenti fuori sede in quella città potranno essere curati gratuitamente dai medici di famiglia bolognesi senza dover rinunciare al proprio Mmg. Ci pensa l’Ateneo a compensare l’Azienda sanitaria locale per il servizio. Allo studente basterà presentare il tesserino universitario per certificare dinanzi al medico il proprio status di studente e ottenere la visita ambulatoriale o a domicilio come un “vero” bolognese.