M.D. numero 22, 20 giugno 2007

Editoriale
Manutenzione ordinaria o rifondazione della MG?


La medicina generale va rifondata, come suggerisce la Fimmg, oppure le va applicata quella “manutenzione ordinaria” che, anche secondo Snami, le consentirebbe di contribuire a far sì che il nostro Ssn mantenga ancora a lungo quella terza posizione nella classifica dei servizi sanitari che le è stata attribuita dall’OMS?
Al momento la scelta è sospesa perché, nonostante il fitto scambio di opinioni e proposte che è in corso con il ministro della Salute Livia Turco e il suo staff, le organizzazioni di categoria della medicina generale sono ancora in attesa che le Regioni, e in particolare la struttura che le rappresenta, ovvero la Sisac, esercitino almeno in parte i poteri sostitutivi che potrebbe avocare rispetto all’immobilità di alcuni governatori e della maggior parte delle aziende, che non hanno ancora applicato la vecchia convenzione e non sembrano manifestare segnali
di disponibilità verso un eventuale rinnovo.
Romano Colozzi, presidente per le Regioni del Comitato di settore, nel frattempo si è fatto vivo. Si è detto interessato a incontrare le organizzazioni sindacali, ha annunciato una (prossima) convocazione dello stesso comitato. Ma ha soprattutto sottolineato che, in vista del prossimo rinnovo dell’ACN, e in via preliminare rispetto
alla predisposizione degli Atti di indirizzo, vi è la necessità di comprendere le linee essenziali delle proposte di riforma del sistema della medicina di famiglia, i cui effetti non potranno non coinvolgere l’impianto delle convenzioni in essere. Colozzi rende noto anche che, al fine di accelerare la stesura degli Atti di indirizzo, in data 21 maggio ha inviato alla Sisac richiesta formale dei dati economici indispensabili quali basi di calcolo per la quantificazione degli oneri relativi ai rinnovi delle convenzioni scadute. Insomma l’accelerazione impressa al rinnovo dei contratti del comparto pubblico dovrebbe dare una scossa anche al tavolo dei convenzionati.
L’urgenza sulla quale tutti, però, convergono, è quella di interpellare i medici prima di prendere qualunque decisione sulle politiche sanitarie del nostro Paese. I rappresentanti dei Mmg non sembrano più disponibili a firmare una cambiale in bianco alla parte pubblica, anzi annunciano a chiare note che, in assenza di risposte chiare e soddisfacenti per la riapertura delle trattative, sono disposti ad aprire una pesante stagione conflittuale. Ma la domanda maliziosa che, a questo punto, sembra non rimandabile, ce la poniamo senza indugi: i Mmg saranno pronti con una proposta unitaria nel momento in cui la parte pubblica dovesse realmente dirsi decisa a riscrivere le regole del servizio? Che fine avranno fatto veto e distinguo che girano intorno a Utap, Umg, Case della Salute e via costruendo, che non riescono a trovare composizione nemmeno all’interno delle singole rappresentanze? I lavori procedono febbrili, non resta che aspettare.