M.D. numero 23, 27 giugno 2007

Trial
Opzioni di trattamento per l'ictus ischemico

Nella fase acuta la terapia trombolitica con rt-PA risulta salvavita se somministrata entro le prime tre ore dall’insorgenza dei sintomi. In prevenzione secondaria nuovi dati confermano l’efficacia della associazione tra ASA e dipiridamolo a rilascio prolungato

L'ictus rimane la terza causa di morte dopo le malattie cardiache e quelle neoplastiche. Lo stroke ischemico rappresenta l’80% di tutti gli eventi e si verifica principalmente durante la notte o le prime ore della giornata, mentre l’ictus emorragico, pur se meno frequente, è caratterizzato da una prognosi più severa. La diagnosi precisa delle due varianti di ictus, resa possibile dalla TAC e/o dalla risonanza magnetica, è fondamentale per il percorso terapeutico da seguire.
La terapia trombolitica con l’attivatore tissutale del plasminogeno ricombinante (rt-PA), quando somministrata in centri qualificati entro 3 ore dall’inizio dell’attacco, migliora in modo significativo l’outcome del paziente con ictus ischemico. L’effetto “salvavita” dell’rt-PA è documentato da oltre un decennio grazie agli studi NINDS (National Institute of Neurological Disorders and Stroke rt-PA Study, 1995) e ATLANTIS (Alteplase Thrombolysis for Acute Ischaemic Noninterventional Therapy in Ischaemic Stroke Study, 1999), i quali hanno evidenziato l’efficacia della terapia trombolitica quando questa viene somministrata entro 3 ore dall’insorgenza dei sintomi. Gli studi condotti dall’European Cooperative Acute Stroke Group, ECASS 1 (1995) ed ECASS 2 (1998) hanno inoltre dimostrato che rt-PA migliora l’outcome dei pazienti che hanno iniziali difetti neurologici da lievi a moderati se somministrato entro 0-6 ore dall’evento ischemico. Attualmente in Europa sono in corso due nuovi studi clinici con rt-PA: l’ECASS 3, la cui conclusione è prevista entro l’anno, che sta studiando l’efficacia e la tollerabilità del farmaco se somministrato da 3 a 4.5 ore dell’inizio dell’evento acuto, e l’IST-3 (International Stroke Trial 3), che valuta l’effetto di rt-PA somministrato in una finestra temporale ancora più ampia, entro 6 ore dall’insorgenza dei sintomi.

Prevenzione secondaria


I pazienti sopravissuti a un primo ictus o a un attacco ischemico transitorio presentano un elevato rischio di incorrere in un secondo evento cerebrovascolare: da qui la necessità di una adeguata prevenzione secondaria in grado di ridurre tale rischio e a tale proposito uno schema di trattamento efficace prevede l’associazione di ASA e dipiridamolo a rilascio prolungato.
Nel corso della 16th European Stroke Conference è stata presentata una metanalisi di cinque studi clinici, che ha incluso complessivamente 3.800 pazienti trattati con l’associazione dipiridamolo/ASA e 3.812 pazienti trattati con il solo ASA, dalla quale è emerso che i pazienti in trattamento con l’associazione presentavano una riduzione significativa del 22% del rischio di nuovi eventi rispetto ai pazienti a cui veniva somministrato solo ASA; l’associazione si è dimostrata efficace anche nel sottogruppo di pazienti con ipertensione o con precedenti malattie cardiache ischemiche, indipendentemente dal loro rischio di base.
I più ampi trial clinici inclusi nella metanalisi sono lo studio ESPRIT (European/Australasian Stroke Prevention in Reversibile Ischaemia Trial) e lo studio ESPS 2 (European Stroke Prevention Study 2). I risultati iniziali dello studio ESPRIT hanno dimostrato una riduzione statisticamente significativa del 20% dell’endpoint primario combinato (stroke non fatale, mortalità da qualsiasi causa vascolare, infarto miocardico non fatale, emorragie maggiori) nei pazienti trattati con dipiridamolo più ASA rispetto ai pazienti trattati con solo ASA (Lancet 2006; 367: 1665-73). Una successiva analisi post hoc dello stesso studio ha evidenziato che la combinazione dipiridamolo/ASA determinava una riduzione del 24% dello stesso endpoint combinato rispetto ad una terapia anticoagulante di media intensità (Lancet Neurology 2007; 6: 115-24).
Lo studio ESPS 2, i cui risultati furono pubblicati nel 1996, aveva dimostrato che l’associazione dipiridamolo/ASA è significativamente più efficace nel trattamento della prevenzione secondaria dello stroke rispetto ad un trattamento con il solo dipiridamolo a rilascio prolungato o la sola aspirina, con una efficacia doppia rispetto al gruppo placebo.
Attualmente è in corso lo studio PRoFESS (Prevention Regiment for Effectively Avoiding Second Strokes), il più ampio studio mondiale sulla prevenzione secondaria dello stroke, che vede coinvolti oltre 20mila pazienti arruolati precocemente dopo un ictus ischemico (il 40% della casistica è stato arruolato entro dieci giorni dall’evento acuto). Si tratta di uno studio randomizzato, controllato, in doppio cieco, con disegno fattoriale 2x2. Il trial prevede quattro gruppi di trattamento e consiste di due analisi primarie: 1) confronto tra due trattamenti antipiastrinici: dipiridamolo a rilascio prolungato+ASA vs. clopidogrel; 2) aggiunta alla terapia antiaggregante di un antagonista dell’angiotensina (telmisartan) oppure placebo. L’endpoint primario è costituito dalle recidive dell’ictus, mentre tra gli endpoint secondari il più importante è la combinazione di stroke, infarto miocardico e morte da causa vascolare.
I risultati dello PRoFESS sono attesi per il prossimo anno.